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Archivio per la categoria ‘feticismi’

omaggio all’ibridazione

19 Novembre 2008 1 commento
Giovanna Casotto
 
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vogliamo i colonnelli

4 Agosto 2008 1 commento

Passando dal Nicaragua al Costa Rica si ha la netta impressione di passare da un paese che fatica ad arrivare a fine settimana ad una sorta di isola svizzero-statunitense. Il Costa Rica è un paese di bengodi tutto suv e fastfood. La gente, certo tra mille contraddizioni (anche lì esiste la povertà), se la passa meglio che altrove. E il motivo è uno solo: è l’unico paese del continente americano ad aver rinunciato, ormai da mezzo secolo, all’esercito. E quello che per tutti i paesi è un pozzo nero di investimenti è stato canalizzato altrove con due enormi vantaggi: la stabilità politica (non essendoci militari sono improbabili i colpi di stato) e una maggiore redistribuzione delle entrate.
Non occorre essere genii dell’economia politica per capire questi banali meccanismi. Una maggiore ricchezza e tranquillità sociale equivale ad una diminuzione della delinquenza.
In Italia, vera repubblica delle banane, funziona tutto al contrario e secondo modello statunitense, imposto assieme al piano Marshall. Nessuna garanzia sociale, aumento della criminalità nelle fasce più indigenti, aumento della repressione, necessità di forze di polizia ed esercito.
Riassunto in due termini: POLITICA SECURITARIA, ovvero induzione di un senso di insicurezza sociale da addebitarsi a chi non appartenga alla classe medio e medio-alta. La realtà, dati alla mano, è che è più probabile morire sul luogo di lavoro che non per strada, ma non è quello che si vuole trasmettere. Ora, sono pochi ormai a stupirsi e questo è indice di quanto ci abbiano lobotomizzati, ma fino a qualche decennio fa qualcuno avrebbe urlato al “colpo di stato” trovandosi l’esercito per strada. Personalmente mi pare che sia tutto secondo gli schemi eversivi della P2, mancano i carriarmati, ma sono certo che prima o poi faranno in modo che si senta la necessità dei cingolati a pattugliare le strade dopo il crepuscolo.

I remissivi ad accettare le divise tra le vie cittadine vengono bombardati massivamente con immagini da regime di teneri soldati in giovane età, poliziotti di quartiere che danno indicazioni stradali, e le belle soldatesse nostrane. E’ così. Le missioni all’estero sono sempre missioni “umanitarie”, anche quando si spara e si stupra in nome della “democrazia”, e tra qualche tempo sarà come in Palestina, dove l’esercito sionista è da anni un esercito di occupazione; ma glamour, si punta a renderlo gradevole, accettato, bello. Perchè bello, nella società occidentale trionfo del platonismo giudaico-cristiano, equivale a buono. E quindi si punta sull’aspetto disarmato del soldato, le soldatesse veline di Rachel Papo sono delle lolita supersexy dai lesboammiccamenti. Molto fighe, sempre con un dito sul grilletto (quello dell’M-16 però), pronte ad uccidere con mandato di stato.

–> film consigliato: arrivano i colonnelli

–> le foto sono di Rachel Papo

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riscoprire le radici

23 Aprile 2008 6 commenti

In questa nuova fase della renaissance fascio-leghista non si fa che parlare di sicurezza e riscoperta delle radici (come ben sottolinea – localisticamente – lombroso). Il che mi fa pensare solamente al sadomasochismo e al figging, come unica divertente attività di recupero di antiche radici, da proporre ai chini abitanti nordici di questa moralista italietta.
Lo zenzero è una radice proveniente dall’estremo oriente e già questo potrebbe essere un freno agli autarchici… confidando però nel fatto che anche i leghisti mangiano cibi a base di grano saraceno, spezie, patate e altre delizie mai cresciute in europa ma ormai di consumo quotidiano, consiglio questo sito che dà indicazioni di come tramutare, secondo usi vittoriani, una radice in un oggetto di focoso piacere.
La singolarità dello zenzero infatti è che stimola la circolazione periferica… e brucia, brucia molto di più che sbiancarsi l’ano con la candeggina per fini estetici. In questi tempi cupi occorre dedicarsi maggiormente al proprio orto e alla riscoperta delle radici.

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a scuola di fisting

11 Febbraio 2008 11 commenti

"Non c’è niente di più sexy di far sentire il tu* amante come Kermit".

E’ il simpatico sottotitolo di un post apparso su SugarBank che rimanda al video originale in questione: Princess Donna ci insegna come eseguire un bel fisting.
Il fisting per molti aspetti è ancora un tabù, ma provarlo crea una buona complicità per il semplice fatto che occorre molta cautela ed "ascolto" da parte di chi lo esegue. Dopo un fisting ben riuscito, chi lo riceve per la prima volta, si stupisce sempre, incredul* della propria capacità di dilatarsi… ma il corpo umano sa essere molto elastico. Nel caso femminile poi, si può giungere a quello che viene definito orgasmo cervicale, come ci spiega una delle prime attrici che sdoganarono il fistfuck, Annie Sprinkle, ovviamente.
E’ una questione di allenamento e dedizione… 

 –> video scaricabile

 

 

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Piacere Dolore Potere – reprise

17 Gennaio 2008 27 commenti

Ricordo un’introvabile intervista fatta a Edoardo Sanguineti in cui gli veniva chiesta un’opinione rispetto alla pornografia. Rispose qualcosa come “sì, la pornografia e il femminismo, due grandi conquiste… ma alla fine bisogna sempre ragionare in termini di lotta di classe”.
Partiamo da qui e da un capitolo (il XX, “Un affare di ricchi?”) fin troppo sbrigativo, del libro di Traimond. Si parla in esso di uno studio del 1995 condotto dal sociologo Thomas Weinberg e intitolato “Studies in Dominance & Submission” in cui di tenta di affrontare un’analisi sulla classe di provenienza dei sadomasochisti praticanti. Come giustamente nota Traimond, la cosa è piuttosto difficile da rilevare vista la riservatezza di chi usa la frusta e di chi si fa frustare, essendo una situazione ancora underground. D’accordo con Weinberg, comunque, dedicarsi all’SM richiede sicuramente tempo e si sa cosa significhi questo in una “società amministrata” come la nostra. Credendo ci fosse del vero ho condotto una mia a-scientifica indagine all’interno di una comunità SM online.

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animali da compagnia

16 Gennaio 2008 1 commento

Esistono due generi d’amore: quello di una madre per il figlio e quello di un Padrone per il suo animale“.
L’enunciato-manifesto è il sunto del film The Pet. Si può scaricare con un po’ di pazienza da rete peer to peer. Narra dell’incontro tra un ricco buzzurro del Liechtenstein e una giovane fioraia remissiva. Lui ha perso l’amato cane, lei l’amato gatto. Lui è di indole autoritaria, lei tende alla sottomissione. Lui le fa la sfacciatissima proposta di prendere il posto del suo cane, lei accetta per prova e poi, anche per denaro, protrarrà l’esperienza canina. Il film non è porno, sebbene girato con la povertà (recitativa) di un porno. Nulla ruota attorno al sesso. Piuttosto attorno ai ruoli, alla teatralità. Simmetricamente accettati. L’idea, diciamo, è buona e interessante, poi purtroppo scade nel pretenzioso e mal architettato, quando, per sottolineare l’innocenza di un contratto reciprocamente accettato e condiviso si mette in gioco il lato oscuro, e quindi opposto, di quel mondo: il commercio e la schiavizzazione di uomini e donne per scopi sessuali. Lo scopo era contrapporre consensualità e coercizione. Tematica pretenziosa quindi. Forse si doveva rimanere nel magico mondo del gioco di ruolo in cui una persona accetta di essere trattata ed amata come un animale da compagnia e mostrare che “altre relazioni interpersonali sono possibili”…

–> belle illustrazioni a tema

–> pet girls, immagini fetish patinate

–> blog di ms.pet

–> pony girls club

–> links vari

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Piacere Dolore Potere

18 Dicembre 2007 39 commenti

Il libro, di Jean-Manuel Traimond, Eleuthera, mi è stato regalato. Lo ammetto, ho sempre dei pregiudizi nei confronti di libri con copertine fetish/glam/sm. L’ho visto, me ne hanno parlato bene, ma non l’ho mai preso. Sbagliavo. Ne vale la pena.
E’ un testo ben scritto, veloce, scorrevole, non cade nelle banalità eziologiche di quasi tutti gli altri testi a tema, non fa, ad esempio, tutto il giro dal marchese de Sade passando dal compagno di merende Sacher-Masoch e, soprattutto, affronta il tema del sadomasochismo-organizzato dal punto di vista libertario.
E’ un pamphlet utile ad intaccare il nodo della violenza, violenza contrattata e del potere organizzato (aggettivo ricorrente) che negli ambienti della sinistra (radicale e non) è ancora considerato tabù, facendo dei centri sociali in genere, dei monasteri per alternativ* e reiett* vari.
Jean-Manuel Traimond, anarchico francese che ha passato alcuni anni della sua vita a Christiania, ha una semplice e assai condivisibile tesi: un potere contrattato e organizzato, con tutti i rapporti interpersonali che ne possono conseguire, è qualcosa di assolutamente liberatorio rispetto alla costrizione di un potere sociale non organizzato dal basso e non da tutt* condiviso. "L’azione concertata, negoziata, simmetricamente soddisfacente piuttosto che lo sfruttamento asimmetrico e subìto" (p.15). Organizzare il rapporto sadico-masochista all’interno di una scena concordata (nel senso teatrale del termine) è esercitare una forma di potere biunivoca e da entrambe le parti riconosciuta e richiesta, in qualche modo un superamento del potere stesso. Era un po’ il senso del silenzioso post precedente, fatto provocatoriamente nella giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Nulla di tutto questo accade nella società del capitalismo avanzato che anzi ingloba (si direbbe sussume, se non si rischiasse l’accusa di intellettualismo) la violenza in forme traumatiche per gli individui. I sadici e i masochisti, nel senso più negativo della comune accezione, sono i militari, le polizie, i governanti, i capi. Per loro c’è sempre uno spazio d’esercizio ben retribuito, e chi ne fa le spese diventa puramente vittima. "Il rifiuto di far uscire il sadomasochismo dalla clandestinità continuerà ad infoltire i ranghi di militari, poliziotti, carcerieri e via dicendo" (p.162). Liberarsi significa svincolare, prendere coscienza del proprio ruolo all’interno dello scambio di potere e crearne una scena concordata e cosciente in cui Padrone e servo scelgano liberamente la propria posizione.
In Piacere Dolore Potere ci sono interessanti e importanti digressioni sulla fisiologia del dolore con i giusti riferimenti a Damasio e Dennett, autori conosciuti nel campo delle scienze cognitive. Il libro si dilunga un po’ eccessivamente sulle modalità dell’organizzazione delle scene sm, e va bene, è utile alla comprensione, ma lo fa a scapito della analisi del sadomasochismo sociale; sicuramente la parte più interessante. L’autore inciampa sul dettaglio e i motivi del sadomasochismo nipponico (che non può essere considerato nell’orbita occidentale) e spende troppo poche parole sulle forme di sadomasochismo tribale, sull’autolesionismo e su quella stupenda patologia di massa che affligge il popolo ebraico (unico, tra i popoli, eletto di fronte a dio e perseguitato dall’uomo). Jean-Manuel Traimond regala però un bellissimo capitolo sulla religione ("L’Antico Testamento rappresenta il sadismo di Dio contro il masochismo dell’uomo, il Nuovo Testamento il sadismo dell’uomo contro il masochismo di Dio!" p.150), che adeguatamente ampliato varrebbe una ricerca a parte, con citazioni di questo tenore, parla Marguerite-Marie Alacocque, iniziatrice della venerazione del Sacro Cuore:


Ero così delicata che la minima sporcizia mi faceva battere il cuore. [Gesù] mi riprese così fortemente su questo punto che una volta, volendo pulire il vomito di una malata, non potei trattenermi dal farlo con la lingua. Gesù mi fece provare tante delizie in questa azione che avrei voluto avere l’occasione di farne di simili tutti i giorni. Per ricompensarmi, la notte seguente mi tenne due o tre ore con la bocca incollata sul suo Sacro Cuore.*


* originariamente citato in Jean-Noel Vuarnet, Extases fèminines, Hatier, Paris, 1991

macroginofilia

19 Novembre 2007 10 commenti

“Al tempo che la Natura nella sua possente energia,
concepiva ogni giorno figli mostruosi,
avrei voluto vivere vicino a una giovane gigantessa,
come un gatto voluttuoso s’accuccia ai piedi d’una regina.

Avrei voluto contemplare il suo corpo fiorire con la sua anima
e crescere liberamente in terribili giochi;
indovinare, dalle umide brume che fluttuano nei suoi occhi,
se il suo cuore covi un’oscura fiamma;

percorrere, a volontà, le sue magnifiche forme;
arrampicarmi sul pendìo delle sue ginocchia enormi,
e qualche volta, l’estate, quando soli malsani

la fanno, stanca, distendersi attraverso la campagna,
dormire buttato all’ombra dei suoi seni,
come un quieto casolare all’ombra d’una montagna.”

Baudelaire, La Gigantessa, in I Fiori del Male
Ebbene sì, Baudelaire e il buon René Magritte (vedere la tela “la gigantessa” in basso) erano preda di MACROGINOFILIA.

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questione di pelo

31 Ottobre 2007 35 commenti

scrive Cesare nel De Bello Gallico (Libro V, XIV)
"Tutti i Britanni, poi, si tingono col guado, che produce un colore turchino, e perciò in battaglia il loro aspetto è ancor più terrificante; portano i capelli lunghi e si radono in ogni parte del corpo, a eccezione della testa e del labbro superiore".
 

Guardavo questo sito artisticamente molto interessante quando mi sono guardato nelle mutande e ho iniziato a riflettere: sono forse un fashion victim? Radersi i genitali è alla moda o è piuttosto, come credo, una questione di civiltà? La storia passata è piena di simpatici aneddoti sulla rasatura pubica a testimoniare che non è un fenomeno sociale recente. Certo, avere la figa in ordine oggi giorno è un concetto di pura estetica modaiola antipelo. Il mio compito sociale è quello invece di diffondere il verbo etico, quello che parte dall’estetica e diventa stile di vita. Radersi il pube è anzitutto, in ambito sessuale, segno di rispetto, per chi te la lecca come il fido lessie o ti sugge con ingordigia il pene. Insomma, massimo rispetto per la categoria degli orsi, ma avere peli pubici fra i denti non fa mai piacere. Il rapporto orale, e non solo, è bello se immerso in una sana umidità, il pelo pubico invece fa poltiglia, si inzuppa di umori, vero e proprio cespuglio. Alla stagnazione umorale è sempre da preferire la fluidità dei liquidi che scivolano e invadono altri pertugi, cadono a terra, creano macchie, lasciano tracce.
Rifiuterei quindi la critica alla rasatura totale del pube come un "anti-aesthetic commentary on the modern pre-pubescent body standard". Il corpo prepubescente comunque è bello, e occorre iniziare ad abbandonare l’isteria da allarme pedofilo appena un corpo è esteticamente assimilabile all’età adolescenziale. Le donne che dipinge Rubens hanno forse peli? Le statue greche e romane hanno pelo? Lo standard estetico moderno non è quindi pre-pubescente, è TORNATO pre-pubescente, e grazie anche alla caccia alle streghe scatenatasi nelle ultimi decadi.
Radersi è prima di tutto un’esperienza autoerotica. Assoluta. E fa parte di un percorso di cura del Sè. Ha sicuramente un lato (storicamente avvallato) pragmatico legato alla pulizia, alla comodità nei rapporti sessuali e, come mi ricordava l’amica FikaSicula, è comodo in occasione dell’introduzione degli assorbenti interni che tendono a tirare i peli circostanti.
In campo religioso il pelo è da sempre segno di distinzione (il Profeta raccomandava di tenere la barba per distinguersi dagli idolatri!), nella sua assenza totale (buddisti – come rinuncia al desiderio estetico) o parziale (tonsura cristiana – come simbolo della porta/occhio divino) o nella sua abbondanza (cristiani ortodossi, indù, musulmani, hassidim e sikh). Pochi forse sapranno che nella ritualità del viaggio alla Mecca, uno dei cinque pilastri dell’Islam, radersi il pube è un precetto comportamentale (sunnah) che fa parte del ghusl, l’abluzione.

L’establishment ha trasformato la depilazione in moda, in fatto estetico svincolato dalla dimensione etica (e c’è sicuramente di mezzo l’industria del belletto che vende e stravende prodotti per la rasatura e rasoi sempre più intelligenti), creando una tassonomia di tipologie di tagli pubici ("a triangolo", "brasiliano", "striscia", "Mohawk", "alla Hitler" [sic!]).
La depilazione ha una sua storia ciclica di apparizione e sparizione, ha seguito periodi di splendore e periodi di oscurità pubica. Se, come pare, le giovani romane si toglievano i peli al loro primo apparire usando la volsella o creme depilatorie (philotrum), si arrivò addirittura alla messa al bando della depilazione per ordine di Caterina de’ Medici e più tardi della regina Vittoria. E se ad esempio negli anni ’60 del ‘900 era tornata in auge la rasatura perfetta, nella decade successiva la crescita libertaria del pelo la farà da padrona. Ed è solo una questione di gusti. Il pelo pubico è come il coccige e l’appendice, un residuo evolutivo, utile solamente, a quanto pare, a trattenere e diffondere gli odori sessuali… ma a poco serve visto che avvicinare il naso al pube altrui è considerato molestia.

 

–> gallerie con pelo

–> gallerie senza pelo 

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robo fetish

17 Ottobre 2007 1 commento

Le persone sagge fuggono l'umano, anche nel sesso. Il grande Emile Cioran, che tesseva l'elogio del mondo minerale e del suo silenzio, sarebbe d'accordo con questo assunto. Di dildonica si è già parlato, toccando però solo tangenzialmente il porno robotico di cui le fucking machines sono solo una pallida metafora nata forse per eludere l'illegalità della vendita di vibratori elettrici in diversi paesi degli Stati Uniti.

robo analFuggire l'umano significa cercare la copula altrove, nell'assolutamente artificiale. La propria mano, pur con guanti in lattice, sarabbe ancora troppo umana e infilare i genitali nel pastamatik non è sempre consigliato. Certo, il robot è prodotto umano, ma a sua volta concepito nell'immaginario come superamento stesso dell'umano. Ubermensch, il robot dovrà riprodursi da sè, questo nel sogno fantastico dei tecno-robo-entusiasti. Si libererà dal lavoro e dal servilismo (dal "robota" che lo ha definito e per cui è stato plasmato) e svilupperà proprie forme riproduttive ed emozionali; blade runner in questo è paradigmatico e non nasconde l'emergenza della dimensione sessuale degli organismi a base di silicio e carbonio. Nel frattempo, ci piace pensare il robot come schiavo sessuale – "I am your automatic lover" diceva lo scatolotto umanoide a Dee D. Jackson ancora nel '78 – ci piace immaginarlo come l'unico partner appagante e ossequioso (attenzione: sfugge al rapporto sado-masochistico perchè è sempre obbediente, non necessita punizione e quindi non legittima il padronato), come nel video Metal Finger in my Body degli Add N to (X).

Il robo-feticismo, che più che feticismo in senso freudiano va considerato come parafilia, ha certamente a che fare con l'agalmatofilia, ma solo in minima parte. E' bene chiarire. Forse gioca questo ruolo soprattutto se vissuto dal lato maschile della barricata pubica e quindi più orientato al momento reificante del rapporto con l'oggetto – per l'appunto – sessuale. Ecco dunque fantasie sessuali dirette alla "cosa" sessuale in cui l'importante è il fatto che sia inanimata (inumidita ma inanimata) o comunque dotata di interruttore che possa essere spento a piacimento, spento al calare dell'erezione, o riposto nell'armadio. Di qui il florilegio di real dolls sempre più real ma rigorosamente senz'anima, di real women sempre più dolls (ma questo va bene) e di electric barbarella varie, con tasto ON/OFF nella schiena per il Plug&Play.
La donna invece si figura il robofeticismo come passione sessuale maggiormente imperniata attorno ad un uso variegato e reiterato e ad un servilismo (dal lato robotico) continuo… una fornifilia d'ammore, un vero e proprio maggiordomo da trombare a necessità, al premere del tasto rosso: quello con scritto FUCK. Si potrebbe quasi tentare un parallelismo etimologico di questo tipo: il robot è per il maschio un dispositivo, qualcosa atto a disporsi e quindi a disposizione, il robot nell'accezione feticistica femminile invece si avvicina di più ad uno strumento, a un qualcosa da istruire (latino instruere), a cui insegnare di volta in volta ciò che deve fare e quindi solo nella peculiarità sessuale è disposto ad essere dispositivo. ON/OFF. L'uomo cerca un dispositivo, è infatti attratto dalle donne disposte e che si dispongono, la donna necessita strumenti per conseguire uno scopo. Comunque: ON/OFF.

 

–> robo erotica

–> porno-robotica 

–> elenco storico delle sex-dolls 

–> kamasutra cyborg  

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