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Archivio per Gennaio 2007

bosomania2

30 Gennaio 2007 Commenti chiusi

Continuando sull’onda infinita della bosomania (vedi le precedenti puntate sul grande libro del seno e su Russ Meyer), è uscito da pochissimo in lingua inglese Stacked: A 32DDD Reports from the Front (32DDD si riferisce alla misura di reggiseno secondo standard nord-americani) nuova disamina sull’ossessione per i seni  felliniani nell’immaginario statunitense. Susan Seligson, autrice e giornalista, percorre il filo rosso che si stringe attorno alla fissazione per la ghiandole mammarie a partire dal secondo dopoguerra tracciando una storia del seno e del reggiseno nonchè passando attraverso interviste alle orgogliose neo-maggiorate e ai chirurghi che le hanno operate.

Alla bosomania si allacciano altre due segnalazioni:
– la prima riguarda retrofrap. E’ un blog di recente creazione, che pubblica buon materiale video-fotografico di sapore retrò inserito nella giusta cornice grafica seventies.
R.I.T.Z.E. invece è un sito in lingua tedesca che raccoglie iconografia di film trash e di genere sexploitation: poster, biografie, news; da evidenziare l’ottima collezione di cartoline.

Mi sembrano i giusti esempi di porno creativo e libertario (rispetto ad un’epoca particolare, gli anni ’70) che sottolineano l’assoluta incapacità e i limiti politico-comunicativi dell’attuale porno mainstream.

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voglio una donna, modello ikea. ovvero: sulla forniphilia

25 Gennaio 2007 12 commenti

table-girlDue grandi strade attraversarono e segnarono la fine degli anni 60, due strade apparentemente inconciliabili: l'incipiente rivoluzione sessuale e il design, ovvero la rivolta sociale contro i costumi pregni di morale borghese e l'espressione assoluta dell'estetica capitalista. Al loro incrocio andò a porsi, come monolitico capitello, l'opera di Allen Jones, scultore britannico, incompreso e osteggiato, soprattutto dal pubblico femminile (e femminista) dell'epoca. Jones prende l'immagine femminile e la reifica, al suo massimo grado. La donna diventa un mobile, nel senso di mobilia, una donna-ikea, diremmo oggi contestualizzandolo. Le sue sculture sono donne-tavolino, donne su cui sedersi, donne porta oggetti. Addirittura l'artista va oltre il concetto di donna intesa come oggetto puramente sessuale e la oggettifica privandola dell'anima. Nella mappatura dei fetish si chiama forniphilia, dall'inglese furniture (mobilia) + philia e rappresenta una ramificazione specifica del bondage su cui non voglio appositamente aprire parentesi che per essere esaustive finirebbero con l'annoiare.
Le opere di Jones ispirarono la scenografia del Korova Milkbar, in Arancia Meccanica; nello psichedelico bar Alex e i suoi drughi si rilassavano in compagnia di un bicchierone di lattepiù stillato dai seni di donne-distributore prima di abbandonarsi ad un po' di sana ultraviolenza. E non è assolutamente un caso che le sculture di Jones si incontrino con le visioni di Kubrick. Il messaggio viaggia sullo stesso binario, l'arte è un doma-sguardo (dompte-regard, Lacan), ti obbliga a guardare – "Tu veux regarder? Eh, bien vois ça"* – e dice: questa è la nostra dimensione di convivenza sociale, quella dell'ultraviolenza quotidiana (che è la stessa che mette in pratica lo Stato), della reificazione della donna (che è la stessa che mette in atto la società tardocapitalista). In questo senso è chiarissima la testimonianza di Marzbow, artista del suono giapponese, in merito al bondage: "Molte persone pensano che il bondage rappresenti la realizzazione dell'ossessione di violenza e stupro sulle donne. La violenza e lo stupro, se consideriamo la polizia, l'esercito, la scuola e altre forme istituzionali di potere, sono attività umane considerate 'normali'. Il bondage invece non è una 'normale' attività. Dev'essere 'anormale' dunque. Il bondage è la parodia e l'anti-forma dell'autorità. La gente non afferra questo punto."**chair girl
Insomma il saggio indica la luna ma lo stolto guarda il dito. Dietro ogni rappresentazione estetica feticistica (la prassi può essere un'altra cosa) si cela un messaggio multiforme che viaggia a stretto contatto con l'immersione nella civiltà del consumo e della tecnica. I feticci sono oggetti in cui il valore di scambio non coincide più con il valore d'uso, e vengono ricoperti di libido e fluidi libidici.
Ad un secondo sguardo non si percepisce più nell'opera di Jones una semplice sottomissione del genere femminile. Le donne di Allen Jones sono assolutamente inermi; sono addirittura inorganiche. Questo passaggio all'inorganico, allo scarto non più degno di essere sacrificato, permette tutto. In epoca nazista, ad esempio, molte donne ebree furono obbligate alla prostituzione nei bordelli destinati alle SS (cliccare su CONTINUA in fondo a questo post per leggere un recente articolo a riguardo). L'iniziale dilemma ideologico nazionalsocialista di come usufruire delle puttane messe a disposizione dovendo però evitare i contatti con razze impure fu presto superato: le donne ebree non erano da considerarsi essere umani bensì oggetti. Stücke, pezzi, scriveranno poi sui carri piombati diretti ai campi di sterminio. E' questo il rischio di una società che non considera alla pari tutti gli esseri viventi, sia essa dominata dal nazionalsocialismo o dal capitalismo liberale. La pornografia, nel suo livello più radicale e comunicativo, può essere anche una modalità per far emergere le contraddizioni nei costumi sessuali; comunque, rappresenta l'emergere di un bubbone purulento sulla faccia pulita del benpensante.
In quest'ottica si possono leggere le parole della femminista Luce Irigaray quando dice che "Ci sarebbero molte altre domande da fare ai pornografi. Senza per questo sollevare la questione se si è 'favorevoli' o 'contrari' alle loro pratiche. Dopo tutto, meglio che la sessualità sottesa al nostro ordine sociale si eserciti apertamente, piuttosto che lo comandi dal luogo delle sue rimozioni. Chissà che, a forza d'esibire senza pudori, la fallocrazia ovunque regnante, non diventi possibile un'altra economia sessuale. La pornografia come 'catarsi' del dominio fallico? Come svelamento della soggezione sessuale delle donne?"***
Rendere quindi manifesta ogni contraddizione, interpretando Irigaray, sempre, se vogliamo accettare il fatto che di contraddizione si tratti. Se la pornografia sia da considerarsi espressione della fallocrazia, del dominio maschile (del patriarcato, si diceva), la si mostri, proprio per sottolineare sotto ogni aspetto, anche quello esplicito, il modello opressivo imperante. Se invece, in alternativa, la pornografia è vista come espressione di libertà e motore di liberazione, allora ci sarebbe un motivo ulteriore per liberare la visione dai ceppi della morale theocon.
Il divieto, il rimosso che insiste per tornare a manifestarsi, è l'unico elemento di devianza, e sta sempre dalla parte del potere (anche quando è donna).

* J. Lacan, Il seminario. Libro XI. I quattro concetti fondamentali della psicoanalisi, Einaudi, Torino, 1979, p.103 

** citato in phinweb.blogspot.com

*** L. Irigaray, Questo sesso che non e' un sesso, Feltrinelli, Milano, 1978, p.168

       

–> approfondimento Allen Jones

–> house of gord

–> forniphilia.info 

–> video forniphilia 

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svergognare la società per bene

23 Gennaio 2007 1 commento

woyzeck1Woyzeck è uno sfigato. Cioè, è buono ma ingenuo. Convive con Maria che lo tradisce a destra e a manca, persino con il di lui superiore, il caporal maggiore. Lui lo sa. Tace e porta il suo fardello di dolore. I due hanno anche un figlio. Quando i soprusi da parte di tutti coloro che si approfittano della sua ingenuità superano la soglia, il soldato Woyzeck scoppia. Dapprima si isola poi comincia a covare la rabbiosa vendetta che passerà, attraverso la lama di un coltello, nel corpo di Maria uscendene con la sua anima e lasciando il cadavere della fedifraga sul ciglio di un freddo stagno. Scappa, una macchia di sangue lo sta per tradire e allora torna sul luogo del delitto, tenta di lavare la colpa e annega. L'ossessione per il delitto lo uccide e lo assolve. Il figlio gioca con gli amici, sulla piazza. Qualcuno gli porta la notizia della disgrazia, il piccolo non capisce. Continua a giocare. Solo.
Questa è la tragica storia uscita dalla penna del drammaturgo tedesco Büchner, acerrimo nemico della borghesia liberale tedesca.
Antonio Mainenti rilegge il Woyzeck di Büchner – già film diretto da Herzog – in chiave contemporanea e ne fà un buon cortometraggio in cui si frappongono i desideri repressi del soldatino con le ottime illustrazioni (Guglielmo Manenti) a riportare la fantasia nel vuoto di una vita da misero uomo. La storia è cantata con bello stile dall'inizio alla fine. Il tutto è un po' claustrofobico per le riprese molto chiuse e sicuramente trasmette la voluta angoscia esistenziale di un uomo senza riscatto. Vederlo una sola volta è un po' poco. Le immagini esplicite fanno proprio lo spirito radicale di Büchner (pare che la fidanzata Minna abbia volutamente distrutto molti dei suoi manoscritti per scrupoli morali). Si poteva osare di più nella porno-ossessione. Forse il Woyzeck moderno è un  precario senza più una socialità, vista la depressione in cui naviga, un otaku senza futuro, un video masturbatore finito nelle mire di un superiore yuppie. Il suicidio, la morte per propria mano, è la sua unica possibilità di scelta, la sua libertà suprema.
Accanto alla musica sembra stridere la citazione iniziale di Siffredi (?).
Comunque: scaricare e diffondere!

wget http://www.sicilialibertaria.it/mainenti/porno_woyzeck.avi

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youblob

18 Gennaio 2007 4 commenti

Nell'era dell'upload massivo in cui la quantità affossa brutalmente la qualità, l'elaborazione di un buon prodotto mediatico emerge.

Segnalo degli ottimi mix videosonori a tema trovati su youtube. E' il blob fai da te.

–> mostri

–> sigarette

–> guns

–> on the road

–> wildcat pussy

–> Rita Hayworth, amado mio 

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Categorie:imprescindibile fuffa Tag:

per la diffusione della blasfemia creativa

17 Gennaio 2007 Commenti chiusi

che dire… pecoreccio ma divertente

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Categorie:anticlericale Tag:

censura estetica

16 Gennaio 2007 Commenti chiusi

I serial che ultimamente vanno per la maggiore (chi ha il satellite se ne sarà accorto) sono sicuramente quelli di ambientazione medica. Tralasciando le fortunate serie non mediche C.S.I. e Lost si possono citare il recente Dr. House, Grey’s Anatomy, il sempre eccellente Scrubs, Nip/tuck, Bodies (grande serie britannica che titilla i gusti dei più raffinati voyeuristi della ginecologia estrema), Medical Investigation… e altri nipotini di E.R.. Con la vita d’ospedale il plot è facile a scriversi: le malattie sono migliaia, siamo tutti un po’ ipocondriaci, è più facile solleticare i sentimenti piagnucolosi e ne consegue l’immediatatezza del meccanismo mimetico o catartico. E’ tutto più semplice, va solo condito con i personaggi giusti. In una società sempre più medicalizzata, la presa sul pubblico è assicurata. Pillole di tutti i colori ci assicurano la felicità e il bisturi arriva là dove la chimica arretra.
ComaIl reality medico (in qualche modo inaugurato da trasmissioni come Il brutto anatroccolo e il successivo Bisturi, nessuno è perfetto) oltrepassa l’irrealtà percepita nei serial non essendo nient’altro che uno snuff movie legalizzato, con l’inevitabile vantaggio di non generare alcun senso di colpa. Il reality siamo noi, lo spettacolo è il nostro vicino che si fa riprendere. In esso la chirurgia estetica filtra come una passeggiata verso il benessere del corpo mutato e mutilato. Siamo tutti potenziali farfalle e il bisturi del chirurgo di Beverly Hills, il dott Rey di Dr. 90210, anche lui bellissimo e perfetto come un dio greco, incide il bozzolo della crisalide e il lepidottero dispiega le ali e sorride, finalmente felice, allo specchio, ritrovando quell’immagine ideale che si era costruito di sè sfogliando le pagine di una rivista di moda. Quasi mai una sottolineatura sul dolore che si deve sopportare per arrivare a questa rinascita, mai un “non lo rifarei per nulla al mondo”. In Extreme Makeover ci si rifà tutto assieme: naso, tette, liposuzione e denti bianchi; tutto nel carrello della spesa estetica, acquistabile anche online. Il dolore è la strada per la felicità (e ricorda molto la sofferenza redentrice del più becero cristianesimo, e si pensi al capolavoro del cinema gore: la passione di Cristo). Ma questo è ancora secondario visto che al teatro telegiornalistico del dolore, sempre altrui, siamo abituati fin dalla tenera età.
La cosa davvero ipocrita è la censura insensata di fronte a questi corpi che scelgono di farsi massacrare per il pubblico ludibrio catodico. Loro firmano per farsi riprendere, trasformando una scelta estetica individuale assolutamente da rispettare in uno spettacolo per molti annoiati dello zapping, noi pigiamo il canale per vedere come viene succhiato dall’aspiratore tutto il grasso che li ricopre. Pregnant EnemaMa, attenzione, di fronte ad un addome rivoltato e ad un chirurgo che ne svuota la massa lipidica con la foga libidica di un invasato che si getti di peso a pugnalare il cadavere dell’avversario, i capezzoli e i genitali vengono censurati (vedere il video per credere. Sì, “beutiful, beautiful, beautiful fat. This is gold.” dice il Dott. Matlock entusiasta dell’aspirazione che permetterà alla ragazza brasiliana di avere un culo finalmente degno della sua nazionalità). Il nuovo seno viene ipotizzato con la grafica 3d poi vengono segnati i percorsi d’incisione e sutura e successivamente viene inciso, rivoltato, farcito e richiuso ma su l’areola mammaria si stende un velo di pietosi pixel, a sfumare il carattere sessuale che in nessun modo va rappresentato in tv.
Questo è esattamente quello che va inteso per pornografia: mostrare le interiora, ma non il capezzolo o il pelo pubico perché sarebbe una violazione della privacy della persona, una focalizzazione sessuale perversa che è bene lasciare all’immaginazione bavosa del salotto di ogni casa perbene.

Nella prossima puntata medica: la diffusione della chirurgia estetica sessuale

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scaricare con moderazione

11 Gennaio 2007 1 commento

–> FREE MUSIC BELOW <–

Immagino che sia solo un exploit commerciale quello dei Bastard Fairies, rimane il fatto che è doveroso incoraggiare e diffondere il download gratuito di dischi normalmente sottoposti al paternalismo schiavistico delle case discografiche.
Il gruppo è simpatichino, ha diffuso un video virale antireligioso per favorire lo scarico gratuito del loro album e diversi altri video. Fanno una sorta di pop-cabaret, ricordano alla lontana dei dresden dolls dei poveri, molto soft e molto poveri. Da accompagnare con lasagnette e verdurine seguite da classica copula tu sotto io sopra… atei sì, ma con moderazione. Si sconsiglia l'ascolto ai fan dei crass e ai nostalgici dei negazione.
Il free download va sostetunuto.

The Bastard Fairies Album COver

Degni di lode solo per questa strofa:

"I'll have a hysterectomy
And we'll live our lives problem-free
No need to think independently
Your vasectomy will make our world complete"
The greatest love song

 

–> altro spot commerciale

–> video whatever

–> video apple pie

–> video guns and dolls

–> video we're all going to hell

–> testi delle canzoni

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Categorie:sounds Tag:

Archivio del surrealismo. Ricerche sulla sessualità II

9 Gennaio 2007 5 commenti

Il trait d’union tra il primo post sul surrealismo e l’ultimo fatto sullo sperma è il concetto di profanazione, di quell’atto che travalica i limiti della sacralità dettati da una qualsivoglia cultura. Dall’Alcibiade che distrugge le erme si arriva a Benjamin Pèret e al suo desiderio di profanare ostie.
Per profanare occorre agire e marchiare: dalla distruzione simbolica al lascito di un segno che cambi di direzione al significato del simbolo; grafico, organico o mutilante poco importa. Per ogni marchio, per ogni profanazione, c’è un luogo, un luogo prediletto dalla psiche del profanatore all’interno del quale il marchio realizzato si arricchisce. E si sviluppa nell’immagine. Agamben, filosofo che definisce la pornografia “il sogno capitalista della produzione di un Improfanabile”*, sintetizza così il concetto: “Non possiamo portare al linguaggio i nostri desideri, perchè li abbiamo immaginati. La cripta contiene in realtà soltanto delle immagini, come un libro di figure per bambini che non sanno ancora leggere, come le images d’Epinal di un popolo analfabeta. Il corpo dei desideri è un’immagine. E ciò che è inconfessabile nel desiderio, è l’immagine che ce ne siamo fatta”**.
L’immagine va collezionata nella mente, votata al silenzio oppure AGITA, con tutti i problemi di vacuità che il Reale comporta. Quindi non si tratta solo di coltivare un oggetto di profanazione ma anche uno spazio di visibilità entro cui situarlo, un’opera d’arte di profanazione (o da profanare!) in una cornice sacra (la Mona Lisa di Dali’).
La profanazione eiaculatoria sembra avere una sua non-banale topologia, il corpo si fa zona significante, mappa; territorio. Questa è la cartografia segnata da alcuni surrealisti***.

3 marzo 1928

ANDRE’ BRETON: […] Oltre che nella vagina, nella bocca e nel retto della donna, dove vi piacerebbe che avesse luogo l’eiaculazione, in ordine di preferenza?

BENJAMIN PERET: 1- Ascelle 2- Fra i seni 3- Sul ventre.

RAYMOND QUENEAU: Fra i seni. Nient’altro.

JACQUES PREVERT: Sulla schiena. Sul viso. Sui capelli.

ANDRE’ BRETON: 1- Sugli occhi. 2- Sui capelli.

MARCEL DUHAMEL: 1- Sulle natiche. 2- Frai seni. 3- Sulle ascelle.


* G. Agamben, Profanazioni, nottetempo, Roma, 2005, p.102

** Ibidem, p.57

*** Ricerche sulla sessualità, SE, Milano, 2002, p.123

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sullo sperma

5 Gennaio 2007 5 commenti

Marietta Anton è una donna tedesca di cinquant’anni che ora vive in Portogallo. Da giovane era stata ritratta in pose audaci dal suo fidanzato del tempo Sigmar Polke, poi divenuto fotografo di successo. Il figlio quindicenne della signora un bel giorno trova le fotografie e, ignorandone l’origine nonché il soggetto ritratto, si abbandona alla sacra pratica di Onan sfogando la secrezione del suo piacere sulle foto ormai d’epoca. La madre si dispera, dal momento che il danno supera i 50.000 euro, il valore artistico degli scatti, e cita in giudizio il figlio vittima degli ormoni giovanili. Il bizzarro fatto seminale (su cui si è pronunciato anche il tribunale di Bonn condannando il ragazzo al risarcimento per mezzo di lavori sociali) è solo l’ultima cronaca di una serie di fatti aventi come soggetto lo sperma.
Vale la pena ricordare il caso del diciassettenne statunitense che per fare uno scherzone ha eiaculato nella bottiglia del condimento dell’insalata nella mensa scolastica. Il ragazzo, forse ispirato dal film Jackass 2, ha scatenato l’orrore dei vari cronisti scandalistici tutti intenti a chiedersi se siamo per caso diventati una società ossessionata dal liquido seminale.

La cosa certa è che lo sperma costituisce un tabù. E se violare un tabù in una pellicola (Tutti pazzi per Mary) costituisce un atteggiamento politicamente scorretto ma concesso dall’alto (a patto eventualmente di sottoporlo a censura, vedi: Happiness, Ken Park, Shortbus e altri) e quindi divertente, quando invece invade il reale o diventa produzione di consumo (il porno) allora diviene OSCENITA’.
La controparte del divieto è sempre la continua e naturale rincorsa alla concretizzazione della sua violazione. Certamente in ambito pornografico si assiste ad una esplosione di generi legati all’uso e all’abuso del liquido seminale: bukkake, gokkun, creampie, snowballing, barebacking (ringrazio SiBa per questa dritta). Il fenomeno va sicuramente correlato a diversi fattori. Tra questi sicuramente L’ERRATA PERCEZIONE che l’HIV non rappresenti più un grande rischio e nemmeno una malattia così diffusa (complici tutti gli enti preposti alla diffusione di una cultura della prevenzione). Dall’altro lato, proprio la consapevolezza legata al rischio della trasmissione delle malattie sessuali attraverso il fluido seminale è un fattore di eccitamento e incoraggiamento alla rappresentazione del rapporto non protetto, con l’inevitabile enfasi sullo sperma; esistono anche rare eccezioni nel mondo video in cui lavorano, per palese ammissione dele case di produzione, solo persone dichiaratamente sieropositive. Questi sono fattori molto presenti nel barebacking in ambito omosessuale maschile. Se la ricerca scientifica non fosse alla continua rincorsa del copyright, potremmo tranquillamente leggere gli esiti di una ricerca condotta su un gruppo di barebackers…
Nella galassia etero invece scattano meccanismi legati alla simbologia di potere che incarna lo sperma. Al fatto che difficilmente è una sostanza gradevole da deglutire, si associa il soddisfacimento libidico del maschio di fronte ad una donna che ne accetti l’assunzione (sulla questione consiglio la visione del cortometraggio Si quieres puedes). Per questo motivo il sesso estremo è sempre andato oltre al concetto di libera sborrata (e ci tengo a sottolineare, vocabolario alla mano, che sborrare è termine del tutto italiano e significa “sgorgare con impeto”) in favore del sublime gesto dell’ingoio, visto appunto come un’accettazione di uno status. Lo sperma marchia, e… sì macchia anche, nel significato territoriale e oggettuale del termine ed è curiosa, in questo senso, la capacità – scientificamente dimostrata – degli spermatozoi di bloccare, una volta nell’utero, la presenza di altri spermatozoi di “rivali in amore” nella corsa darwiniana alla sopravvivenza del migliore. In un bagno c’era una scritta a firma femminista che recitava: “lo sperma ci inquina”; credo che restituisca bene il senso del rapporto di potere che si lega alla modalita eiaculatoria.

Il mondo nipponico è sempre – almeno in ambito sessuale – una bolla isolata e, per noi, poco comprensibile ma che rappresenta sempre un “oltre” estremo. La fisiologica violenza che non trova sfogo nei normali canali di una società ordinata come quella del sol levante, lo trova nei film in genere (un regista su tutti Wakamatsu, nelle produzioni ero-guro e nei guinea pig) e nella produzione artistica. Ma nel porno (si parla del mainstream), spesso, non emerge la stessa brutalità presente invece in occidente. Anzi. Entra un elemento giocoso che per l’occidente risulta assolutamente ridicolo. In concreto, c’è una diversa simbolizzazione dello sperma tra occidente e oriente. Si va dalle produzioni GGG (german goo girls) di John Thompson in cui le donne sono brutalizzate per mezzo dell’eiaculazione (elemento di spregio e marchio, in questo caso) ai giochi senza frontiere giapponesi a tematica seminale. Il bukkake nipponico, spesso farcito di cosplaying e di sapore teatrale, cede terreno all’abbruttimento da caserma dell’american bukkake. Si passa da una cultura che prevede dèi della fertilità ad una cultura legata al tabù della dispersione del seme e della rappresentazione sessuale.

NOTA NERD – lo sperma contiene: acido asorbico, antigeni del sangue, calcio, cloro (da cui il caratteristico odore), colesterolo, acido citrico, creatina, aboutonia, fruttosio, acido lattico, magnesio, azoto, fosforo, potassio, pirimidina, sodio, sorbitolo, spermidina, urea, acido urico, vitamina B12, zinco. Il ph è alcalino.
Viene espulso con una velocità di circa 17 km/h, in genere in quantità pari a due cucchiai, per un valore energetico compreso tra le 5 e le 25 calorie. Male non fa.
E’ possibile cambiare il sapore dello sperma (e minimamente la quantità) a seconda dell’alimentazione seguita: bevendo molta acqua se ne riduce la salinità, mangiando meno carne si allevia il gusto amarotico. Sembra inoltre che, mangiando discrete dosi d’ananas, si ottenga uno sperma molto dolce. L’abuso di alcohol e caffè aumentano il gusto amaro-pungente; consumare pomodori (molti pomodori) aumenta la quantità dell’eiaculato.
Suggerisco un approfondimento dei cibi da evitare o da favorire su questo sito. Comunque… sperimentare per credere.

La galleria iconografica nippa…

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ero-guro

4 Gennaio 2007 Commenti chiusi

Riprendo di brutto da questo blog una scena topica per capire di che cosa tratti il genere ero-guro (ero guro nansensu derivato dall'inglese erotic grotesque nonsense). E' estrapolata dal film Guts of a Virgin (Shojo no harawata, 1986) diretto da Kazuo 'Gaira' Komizu. L'audio è desincronizzato.

–> altri trailers 

–> articoli recenti sul cinema ero-guro

http://www.dailymotion.com/swf/1TDaSDm49Kg4q6lKb

 

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