Archivio

Archivio per la categoria ‘feticismi’

“Bacio tra donne come fare pipì in strada”

13 Febbraio 2012 Commenti chiusi

ovvero il senso di Giovanardi per il pissing

…beh, si trova sempre qualcun* che apprezza!

Categorie:feticismi, fluidi Tag: ,

velo love

19 Gennaio 2012 Commenti chiusi

–> La bicicletta nella città, tra Ottocento e Novecento di Carlos Héctor Caracciolo (thx alieno)

–> Codice di condotta di una donna in bicicletta, Newark Sunday Advocate, 21 giugno 1895

Categorie:feticismi Tag: ,

gigantessa contro enorme polipo

30 Novembre 2011 Commenti chiusi

interracial french kiss

15 Luglio 2011 2 commenti

“Peschiamo con la lenza nel ruscello. Labbro-leporino arriva di corsa. Non ci vede. Si corica nell’erba, alza la sottana. Non ha mutande. Vediamo le sue natiche nude e i peli tra le gambe. Noi non abbiamo ancora i peli tra le gambe. Labbro-leporino ne ha, ma molto pochi.
Labbro-leporino fischia. Arriva un cane. E’ il nostro cane. Lo prende tra le braccia, si rotola con lui nell’erba. Il cane abbaia, si divincola, si scuote e parte di corsa. Labbro-leporino lo chiama con voce dolce accarezzandosi il sesso con le dita.
Il cane torna, annusa più volte il sesso di Labbro-leporino e si mette a leccarlo.
Labbro-leporino allarga le gambe, spinge la testa del cane sul ventre con entrambe le mani. Respira molto forte e si contorce.
Il sesso del cane diventa visibile, è sempre più lungo, è sottile e rosso. Il cane solleva la testa, cerca di arrampicarsi su Labbro-leporino, con gli arti posteriori che tremano. Cerca, si avvicina sempre di più; si mette fra le gambe di Labbro-leporino, s’incolla alle sue natiche. Si muove molto rapidamente, avanti e indietro. Labbro-leporino grida e, dopo un momento, cade sul ventre.
Prosegui la lettura…

Categorie:feticismi Tag:

paralipomeni alla sadomasomachia

16 Maggio 2011 4 commenti

Mi autopubblico una riflessione ancora in corso d’opera che mi è stata censurata da un sito sm (forse perché non si capisce un cazzo, boh); quindi è un tema solo per appassionat* della materia.

Incollo.

Il mondo sm rappresenta l’opposto carnevalesco del mondo vanilla.
Questa affermazione di massima non comprende ovviamente le eccezioni, per definizione; e non c’é persona, per paradosso, che non si senta eccezione. Giusto? Vi sentite tutt* eccezione, giusto?
Nessuno quindi si sentirà rappresentato dal seguente (astratto) schema sociale, lasciamo quindi scomparire nel vuoto la sua eco. Un latrato, nulla più.
Il mondo sm “rappresenta”, si diceva… ovvero il mondo sm come teatro sul cui palco gli attori si esercitano.
I caratteri più diffusi sono i ruoli Padrona/servo, esattamente in questa identificazione di genere: dominante-femmina, sottomesso-maschio.
Questo esattamente a confermare l’ordine pervertito del carnevale sessuale.
L’origine di queste diffuse caratterizzazioni macchiettistiche è da ricercarsi nella società basata sulla famiglia patriarcale in cui il maschio è normalmente dominante nella vita sociale di tutti i giorni, vanilla appunto.
La conferma di questi ruoli è data dal mercato: negli annunci a pagamento sempre si offrono Padrone per servi maschi paganti, è raro vedere il contrario. Quasi non esiste la schiava prostituta, cosa che invece piacerebbe al maschio. Questa è la eloquente struttura oscena della società.

Prosegui la lettura…

Categorie:feticismi Tag:

inside Veronica Moser

8 Ottobre 2010 2 commenti

Categorie:feticismi Tag: ,

intervallo

29 Luglio 2010 Commenti chiusi
intervallo CLASSICO, intervallo MODERNO:
 
 
Categorie:feticismi Tag: , ,

secondo omaggio all’ibridazione

10 Febbraio 2009 4 commenti
sean fader
 
Categorie:feticismi Tag: ,

donne con la pistola

5 Gennaio 2009 5 commenti

L’estetica è etica. Partiamo da questo dogma e dall’assunto che Tsahal è pieno di figa.

Il discorso era cominciato qualche post fa e ora vorrei contestualizzarlo al massacro palestinese in corso. Il mio stupore (oltre che dal sincronismo con Fulvio Abbate) deriva dal fatto che tra le persone che comandano le operazioni militari ci sia una donna, Tzipi Livni. Sarà che sono cresciuto intellettualmente accanto ad alcune professoresse femministe che mi avevano convinto che le donne non fanno la guerra proprio per la peculiare caratteristica di generare la vita e quindi sulla visione del mondo che ne deriva. Ho quindi pensato, giustamente, che Margaret Thatcher e Condoleeza Rice fossero uomini più o meno ben conciati (o al massimo automi umanoidi), ho tralasciato la Palin e sono saltato alla ministra degli esteri israeliana e alle sue machiste esternazioni e ho cominciato ad ingrassare i miei dubbi su grossa parte dell’ideologia femminista e del fatto che le donne sarebbero “biologicamente” distanti dalla guerra.

Ho sempre coltivato il banalissimo fetish della donna in divisa per poi avere conati di vomito dettati forse da residui di odio di classe (si scusi la parolaccia vetero) qualora me le fossi trovate davanti. Questo perché un conto è il desiderio e la fantasia, un altro conto è il deserto del Reale. Non a caso diverse donne nutrono fantasie di violenza e/o stupro ma nessuna di loro vorrebbe, ovviamente, trovarsi in una simile situazione. Addirittura il fatto stesso di scoprire che una donna possa fantasticare sulla violenza su di sè è, per il partner, destabilizzante. L’immaginario poi di chicks & guns è sempre esistito negli Stati Uniti con svariaterrime riviste dedicate, ma la donna non compare come soggetto agente di violenza (militare); piuttosto viene rappresentata, eredità delle pin-up dell’ultima guerra mondiale, come oggetto portatore ed espositore di armi, poppe o fucili che dir si voglia. Nell’estetica del guerrigliero (come nella propaganda sovietica) la donna in armi è un soggetto combattente parificato all’uomo combattente (il genere viene sospeso dalla divisa e sottomesso al grado militare), quindi non è tanto vettore di desiderio machista quanto rappresentazione idealistica della comunanza di intenti. L’arma nelle mani di una donna rivoluzionaria è un mezzo, non un simbolo fallico che, nell’ottica della castrazione maschile, la completi. L’estetica islamica invece veicola l’elemento culturale musulmano desessualizzato e quindi sessista (peccato, perché il burka abbassa molto) e quindi la donna prende le armi a difesa dello status quo, contro un aggressore culturale, non con modalità di emancipazione; diventa dunque totalmente oggetto di conformazione dell’ordine di dominio maschile.

Prosegui la lettura…

santa sm

29 Dicembre 2008 Commenti chiusi
a different xmas

Categorie:feticismi Tag: ,