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paralipomeni alla sadomasomachia

16 Maggio 2011

Mi autopubblico una riflessione ancora in corso d’opera che mi è stata censurata da un sito sm (forse perché non si capisce un cazzo, boh); quindi è un tema solo per appassionat* della materia.

Incollo.

Il mondo sm rappresenta l’opposto carnevalesco del mondo vanilla.
Questa affermazione di massima non comprende ovviamente le eccezioni, per definizione; e non c’é persona, per paradosso, che non si senta eccezione. Giusto? Vi sentite tutt* eccezione, giusto?
Nessuno quindi si sentirà rappresentato dal seguente (astratto) schema sociale, lasciamo quindi scomparire nel vuoto la sua eco. Un latrato, nulla più.
Il mondo sm “rappresenta”, si diceva… ovvero il mondo sm come teatro sul cui palco gli attori si esercitano.
I caratteri più diffusi sono i ruoli Padrona/servo, esattamente in questa identificazione di genere: dominante-femmina, sottomesso-maschio.
Questo esattamente a confermare l’ordine pervertito del carnevale sessuale.
L’origine di queste diffuse caratterizzazioni macchiettistiche è da ricercarsi nella società basata sulla famiglia patriarcale in cui il maschio è normalmente dominante nella vita sociale di tutti i giorni, vanilla appunto.
La conferma di questi ruoli è data dal mercato: negli annunci a pagamento sempre si offrono Padrone per servi maschi paganti, è raro vedere il contrario. Quasi non esiste la schiava prostituta, cosa che invece piacerebbe al maschio. Questa è la eloquente struttura oscena della società.

Il corto circuito si verifica nei ruoli di opposto genere: dominante-maschio, sottomesso-femmina.
Perché si verifica un cortocircuito? Perché è assai frequente che una donna non si limiti al ruolo carnevalesco, incarnato dall’attore sul palco del teatro sm, ma pretenda una tutela (anche sentimentale) che travalica sipario, spettatori, teatro stesso.
Ricade cioé nella dinamica vanilla del maschio tutore di vita.

Questa è quindi una delle ragioni per cui funziona il rapporto Padrona/schiavo ma non il Padrone/schiava (a meno di precari connubi sentimentali – di nuovo il cortocircuito).

In fondo è tutto ancora estremamente fallocentrico; nulla si é verificato dell’apparente proposta rivoluzionaria sm.
Il mondo vanilla in quanto strutturalmente patriarcale, il ruolo Padrona/schiavo in quanto lo schiavo permette l’esistenza (anche mercificata) della Padrona, il ruolo Padrone/schiava in quanto la schiava non può esistere così come la pretenderebbe il maschio dominante-Padrone essendo essenzialmente una proiezione del desiderio fallocratico che nel reale trova poi il suo deserto. Tutto è conferma dell’ordine costituito. Gli spettatori paganti applaudono e la vita ricomincia subito fuori loggione.

Dov’è l’errore, nella pretesa intersoggettività o nel non riconoscere la propria oggettività di fronte al soggetto-altro-da-sè?

fuffa, certo. tutta fuffa.

 

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  1. Klem
    16 Maggio 2011 a 18:09 | #1

    Maledetto cortocircuito. Eccome se esisti.

  2. AndrSci
    16 Maggio 2011 a 22:44 | #2

    C’era una notizia un apio d’anni fa, su Padrone-maschio Schiava-femmina in senso molto carnevalesco: http://www.repubblica.it/2006/08/gallerie/gente/goth-guinzaglio/1.html

  3. AndrSci
    16 Maggio 2011 a 22:45 | #3

    (qui però evidentemente il connubio sentimentale ‘avoglia se c’era)

  4. 19 Giugno 2011 a 18:40 | #4

    (secondo me il ragionamento è chiarissimo)
    il corto circuito esiste, ma è possibile spingere, come pecore nel recinto, la richiesta (bisogno?) del ruolo di tutore all’interno dei limiti del teatro, del carnevale? è fuori dai canoni sm carnevalare il ruolo di tutore insieme a quello di dominante?
    poi sì, ognuno è eccezione.

I commenti sono chiusi.