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Archivio per la categoria ‘porn liberation front’

mostrare le sise a new york

23 Marzo 2007 6 commenti

"In città la nudità ha un significato forte, in natura, semplicemente esiste" Mason Cooley, City Aphorisms

Segnalo la galleria fotografica di Jordan Matter e un altro sito a tema: TERA, ovvero l'associazione canadese che si batte per il diritto per tutt* di stare in topless e aiuta le donne che incontrano difficoltà nel mostrarsi pubblicamente in topless.

Approfondimenty:

–> public nudity su wikipedia

–> body freedom 

–> flash in public

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io mi scopo da solo

20 Marzo 2007 Commenti chiusi

ladyboyEra il 1886 e Richard von Krafft-Ebing dedicava una piccola parte della sua grande opera tassonomica, la Psychopatia Sexualis (di recente ristampa per Neri Pozza), all'autosessualismo, parafilia consistente nell'eccitazione sessuale a partire dalla propria immagine; seguendo esattamente la dinamica meccanica del corto-circuito narcisistico.
Molto più interessante, pur rimanendo nel campo dell'autosessualismo, risulta essere l'autoginefilia, disforia sessuale di recente definizione e ancora molto dibattuta. Catalogata nel 1989 dal sessuologo canadese Ray Blanchard, l'autoginefilia consiste nell'eccitazione sessuale attraverso la percezione di sè come donna, o anche solo all'idea di essere idealmente di sesso femminile… una sorta di "invidia della vagina" autoeccitatoria. Lo psicologismo più becero e positivista lo pone sotto l'etichetta di transessualismo non-omosessuale. La definizione è ovviamente molto dibattuta. Il principale oppositore del modello su cui si basa la definizione di autoginefilia, J. Michael Bailey, psicologo studioso di orientamenti sessuali, critica infatti la veridicità delle testimonianze raccolte nel lavoro di Blanchard opponendo nel suo The Man Who Would be Queen una definizione di transessualismo che scatenò, a sua volta, una tempesta nella comunità trans. Comunque vada, percercepirsi diversamente è un ottimo esercizio creativo.

–> autoginefilia nel Silenzio degli Innocenti

–> eccezionale parodia in Clerks 2 

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io e te, tre metri sopra il clero

16 Marzo 2007 1 commento

Così… un po’ perché è ora di BASTA PORNO IN TV, un po’ perché sono contento della proposta di ripristinare le messe in latino. Nulla di cui preoccuparsi, è la normale politica di una classe politica moralista e filopapista. E’ giusto che tutto questo emerga.

In fondo, d’accordo con Nietzsche, il cristianesimo è cosa per persone tristi; la nudità invece è molto divertente e contro il potere costituito.

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reality porn

22 Febbraio 2007 3 commenti

VS

PORN? REALITY?

Vedere il mondo del porno ironizzare sullo star system fa riflettere non poco…
Ora, dove sta il porno? (escludendo il riduttivo “sono due vacche”)

geniale (foto di Ron Harris).

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porno in alta definizione

13 Febbraio 2007 1 commento

Forse non molt* si ricorderanno della battaglia tra i formati VHS e BETAMAX. Sul finire degli anni '70 JVC e alleati si scontrarono con Sony per affermare il proprio standard nella riproduzione video. Betamax aveva una qualità più alta del VHS (tanto che è stato utilizzato fino all'avvento del digitale da parte delle emittenti televisive). Ciononostante il VHS entrò nelle case di tutt*. Perché? Perché l'industria del porno lo scelse come standard e iniziò a produrre pornografia da consumare a basso costo nel salotto di casa, decretando anche la fine dei cinema a luci rosse.
Oggi lo scontro è di nuovo tra due formati: l'HD-DVD (Toshiba, Nec, Sanyo) e il Blu-ray della Sony. Le variabili tecniche sono diverse così come i dubbi su quale formato preferire, ma pare che ancora una volta sarà il porno mainstream a spostare l'ago della bilancia. Il Blu-ray ha una qualità più alta del rivale ma costa di più in fase di produzione, punta maggiormente sulla capacità di contenere dati mentre l'HD-DVD è meno capiente e insiste maggiormente sulla compatibilità con i cugini dvd, ormai massivamente diffusi. Il cavallo di troia su cui puntava Sony però è la PlayStation3; diffondere la ps3 nelle case dei videogiocatori significava diffondere un lettore blu-ray pronto all'uso.
Debbie Does DallasLa Digital Playground diceva infatti, fino a qualche tempo fa, di voler produrre i film con contenuto multimediale su Blu-ray, contando sulla rapida diffusione della playstation che però più di tanto non sembra aver venduto, rispetto agli avversari. Sony inoltre si è recentemente detta contraria al fatto che i suoi Blu-ray veicolino contenuti per adulti preferendo distribuire solo bambi in alta definizione e così la Digital Playground farà uscire a breve i suoi primi quattro HD-DVD.
Steve Hirsch della Vivid, altra enorme casa di produzione hard, sostiene di usare l'HD-DVD per il semplice fatto che è stato il primo formato ad uscire sul mercato, ma giura che appena i costi si abbasseranno inizieranno a distribuire anche su Blu-ray. A marzo la Vivid produrrà Debbie Does Dallas … Again su entrambi i formati.
Sia Vivid che Digital Playground girano i loro film con telecamere ad alta definizione già da due/tre anni e ora sono solo in attesa di annusare (o dettare, come pare) la rotta del mercato. Sembra comunque, stando a quanto si è visto all'expo dei pornoproduttori tenutosi a Las Vegas, che l'industria per adulti sceglierà quasi certamente la strada dell'HD-DVD, e prevalentemente per una ragione di costi.
L'altro dato assolutamente interessante che ha fatto propendere per l'HD-DVD è la guerra della console. Stando ai dati rilevati sul mercato statunitense, nelle case dei videogiocatori ci sono più Xbox360 (e quindi lettori HD-DVD) che non Playstation3 (lettori Blu-ray) quindi ci sono, conti alla mano, più pipparoli dotati di HD-DVD, potenziali acquirenti. L'imminente futuro sembra dunque essere HD-DVD.

Debbie De'BellaAl di là della guerra di console e formati di supporto, la preoccupazione che si va diffondendo nella porno industria è la faccia nascosta dell'alta definizione. In un mondo come quello dell'hard in cui a farla da padrone è il fisico perfetto al gusto di silicone la visione di ogni imperfezione sembra creare disagio ai produttori.
Succede così che Jesse Jane (apparsa nel primo film hard girato in HD Island Fever 3) arrivi ad affermare "dovrò rifarmi il seno" visto che i segni delle sue precedenti protesi sono ora molto evidenti. Girando Any way you want me invece, il vero primo attore era l'imbarazzante brufolo dell'attrice Savanna Samson. Non essendo a nulla servito il rapido intervento d'emergenza dei guerrieri del corpo perfetto armati di cipria e quant'altro, il regista è stato costretto a cambiare angolazione di ripresa. Insomma, l'alta definizione non perdona, mostra troppo, anche quello che non è dato a vedersi. E così non resta che cavalcare la tigre, come ha fatto la coraggiosa Debbie De'Bella (all'anagrafe Debbie Schwartz, madre della pornostar Jewel De’Nyle a.k.a. Stephany Schwarz) divenuta attrice hard a cinquantanni suonati sdoganando il genere MILF (ovvero over 50, l'acronimo sta per Mother I'd Like to Fuck), sfidando l'alta definizione e sfoggiando orgogliosamente un corpo invecchiato secondo natura. 

I film di cui si è parlato:

–> Debbie Does Dallas [1978]: torrent, rapidshare 

–> Island Fever 3 [2004], primo film in HD: torrent, rapidshare 

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il culto pagano della salute morale

7 Febbraio 2007 2 commenti

ovvero Svezia: inferno e paradiso (se non funziona usare il link diretto).
Come unire il meglio della retorica da cinegiornale del Ventennio alla libido maschia degli anni ’70 in costante e idolatrica adorazione delle "svedesi", valchirie mitiche libere e pronte a tutto nell’immaginario dell’italiota medio.

Altri ottimi video vintage (con trailer scaricabile) si possono trovare qui.

vintage erotica

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sull’eiaculazione femminile

2 Febbraio 2007 12 commenti

A gran richiesta, dopo l'appuntamento spermatico, arriva il post sull'eiaculazione femminile, già indagata da Aristotele, e sull'annesso aspetto culinario (che mi sembra di maggior interesse per molt*) legato a sapore e aspetto dell'eiaculato. Certo se si parla di eiaculazione non si può non tirare in ballo l'orgasmo, almeno per banali parallelismi con la fisiologia maschile (molto più affine di quanto non si possa credere). Il problema dell'orgasmo femminile è molto dibattuto sul web e non voglio assolutamente entrare nel merito della discussione clitorideo/vaginale. L'orgasmo esiste punto e basta, qualsiasi sia la sua natura; quindi l'unico interrogativo da chiarire rimane l'eiaculazione. Ebbene, anche le donne possono eiaculare ma non è un evento meccanico come nel caso maschile.
Nel mondo anglosassone si parla di squirting per indicare un generico getto di fluido vaginale. E' interessante approfondire l'argomento proprio per capire, almeno rispetto all'ambiente della pornografia, quando l'eiaculazione è verosimile, e naturale, e quando invece risponde assolutamente ad un desiderio e ad una prospettiva tutta maschile.
Le omologie della fisiologia sessuale tra uomo e donna sono enormi, proprio per un'"economia" di sviluppo dell'embrione che differenzia i caratteri sessuali solo in un momento successivo al suo sviluppo. Per l'esattezza è solo intorno alla sesta settimana che nell'embrione XY il gene SRY si attiva e innesca un complesso processo, in cui intervengono numerosi geni, che porta la gonade embrionale indifferenziata a diventare un testicolo. Il testicolo comincerà quindi a produrre degli ormoni, tra cui il testosterone, che dirigeranno lo sviluppo dei genitali interni ed esterni maschili (ottava settimana); di fatto siamo tutt* femmine inizialmente (altrimenti perchè anche i maschi avrebbero i capezzoli?).
skene's glandsLa donna non ha la ghiandola prostatica ma ha strutture simili, le ghiandole para-uretrali o ghiandole di Skene. Queste ghiandole si trovano giusto più in basso rispetto al tessuto spugnoso che permette l'erezione del clitoride, circondano l'uretra, anteriormente al punto di Graffenberg comunente noto come punto-G. Durante l'eccitamento si riempiono di un liquido trasparente (contente glucosio, fruttosio e una particolare proteina detta PSA – i cui livelli sono stati riscontrati in quantità più alta nelle secrezione delle donne in grado di eiaculare – e bassi livelli di creatina e urea) che viene espulso a seguito delle contrazioni vaginali o per volontaria espulsione (esattamente con lo stesso tipo di sforzo che viene impiegato nella minzione). L'eiaculazione avviene attraverso l'uretra e in quantità assolutamente diverse da soggetto a soggetto. Quindi tutto quel liquido bianco latte che esce dalla vagina nel genere squirting è assolutamente falso. L'eiaculazione femminile produce un liquido trasparente come l'acqua che fuoriesce, come l'urina, dall'uretra.
A partire da questa recente consapevolezza scientifica rispetto alla fisiologia eiaculatoria femminile, si trovano veri e propri how to per imparare l'arte dello squirting, su cui ovviamente si innesta un inevitabile mercato di chi promette di godere ed eiaculare semplicemente leggendo cento pagine e guardando una video lezione pagata a caro prezzo.
Chiusa la doverosa parentesi medica si evince che il bombardamento iconografico del porno legato allo squirting è un'assoluta invenzione atta a soddisfare il desiderio tutto maschile di riscontrare a tutti i costi i segni di un orgasmo che, ovviamente, più forte è più sottolinea le capacità amatorie del soggetto. In un certo senso riconoscere l'esistenza del punto-G e del suo ruolo nell'orgasmo da un lato equipara le possibilità orgasmiche di donna e uomo, l'unico soggetto sessuale che, almeno fino alla sexual revolution dei tardi anni '70, aveva diritto a godere (si veda il documentario Inside Gola Profonda per approfondimenti), dall'altro alimenta il machismo dell'uomo che, consapevole che anche la donna può godere, la deve far godere ad ogni costo, altrimenti ne andrebbe della propria mascolinità. Deep Inside Annie SprinkleSapere che anche le donne godono, la scoperta del clitoride come punto cardinale del godimento sessuale femminile, fu un duro colpo per il puritanesimo borghese che per anni si battè per negare questa possibilità libidica. Il retro della medaglia fu l'esplodere della produzione pornografica legata alla neonata scoperta della lussuria femminile con i suoi pro e i suoi successivi contro. Nel 1982 uscì Deep Inside Annie Sprinkle, film diretto dalla guru della porno-liberazione femminile Annie Sprinkle. Come chiarisce Annie nel suo libro Post-Porn Modernist: "Durante gli anni '70 il sesso nella società era un tantino differente da oggi. Dalle donne ci si aspettava che fossero 'brave ragazze' e che non apprezzassero il sesso più di tanto. Il porno anni '70 riflette questa impostazione. La donna era generalmente posseduta dall'uomo e spesso doveva essere manipolata. Ma nel mio film, io ero l'aggressore sessuale, ero io a volere il sesso – e gli uomini facevano bene a stare attenti! Molti registi uomini non davano a noi attrici il tempo per raggiungere un vero orgasmo. Non era 'importante'. Molte persone all'epoca  non credevano che le donne avessero veri orgasmi. […] Nella maggior parte dei film porno le scene culminano con le sborrate del maschio. Ma nel mio film ho dato spazio alle venute femminili. […] Ho fatto una scena di masturbazione veramente intensa, mentre guardavo dritta la telecamera, e ho avuto un lungo orgasmo multiplo durante il quale ho eiaculato (nonostante all'epoca non sapevamo bene che cosa fosse). Il film contiene anche una scena molto ben fatta di una doccia dorata, in seguito censurata dal distributore del film per evitare problemi legali."*

Per quanto riguarda l'aspetto culinario-godereccio del cunnilungus, mentre nel caso maschile si può parlare di odore e sapore del liquido seminale, nel caso femminile esso va sicuramente riferito al sapore delle secrezioni vaginali in generale, essendo il fluido eiaculato quasi assolutamente insapore. Anche su questo argomento il web ha molto da offrire, tra il serio e il faceto. Partendo da una base acquisita di una "normale" igiene intima (e comunque ricordando che ci sono più germi sulla bocca che sulla vulva), l'odore, e quindi il gusto, delle secrezioni vaginali cambia in base all'alimentazione. Esattamente come nel caso dello sperma (cui rimando per una verifica sui cibi indicati, oppure a questo sito per ulteriori conferme sulla dieta da seguire per variare il gusto delle proprie secrezioni) sembra che la vagina delle ragazze vegetariane abbia un sapore meno accentuato (segnando un punto in più per il vegetarianesimo) e che la frutta "addolcisca" il sapore dei fluidi. L'aggravante dell'universo femminile è però la dipedenza fisiologica da un ciclo ormonale che determina, come risaputo, la variazione delle normali secrezioni e dell'acidità del ph vaginale (ecco perchè diverse persone sostengono che il gusto della vagina tenda all'acido-metallico delle batterie usate, soprattutto in prossimità della mestruzione). In questo caso a farla da padrone è il progesterone, ormone regolatore della mestruazione (che infatti è utilizzato nelle pillole contraccettive progestiniche). Su tinynibbles, sito di open source sex al femminile, si trova una interessante dissertazione sul ph della vagina e paralleli con l'acidità dei cibi.
Riassumendo: lo sperma è basico, la vagina è acida (con ampie variazioni periodiche da 3.8 a 4.5)… quindi il loro incontro favorisce una reazione acido-base che cambia nel giro di pochissimo tempo il sapore della vagina. La dieta influenza il sapore dei fluidi corporei, sia nell'uomo che nella donna. Tra i molti dubbi che rimangono attorno a tutte queste nuove supposizioni, dal punto G all'eiaculazione femminile fino alle diete da seguire, rimane una certezza: gli esercizi di Kegel; migliorano l'attivita sessuale, fortificano la muscolatora pubica sia maschile che femminile e il controllo sull'eiaculazione… di entrambi, viste tutte le omologie del caso.

* Annie Sprinkle, Post-Porn Modernist, Venerea Edizioni, Roma, 2005, pp. 33-34
Annie Sprinkle

–> video squirt. piuttosto verosimile

–> poontos. video idiota sul gusto della vagina…

–> Annie Sprinkle sul punto-G 

–> download di Deep Inside Annie Sprinkle

–> brevi video d'annata con Annie Sprinkle: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8 

–> sull'orgasmo femminile: 1, 2 

–> sull'eiaculazione femminile: 1, 2, 3 

–> forums: 1, 2 

–> analisi comparativa di due testi del Dott. Ernest Gräfenberg sul ruolo dell'uretra nell'eiaculazione femminile

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bosomania2

30 Gennaio 2007 Commenti chiusi

Continuando sull’onda infinita della bosomania (vedi le precedenti puntate sul grande libro del seno e su Russ Meyer), è uscito da pochissimo in lingua inglese Stacked: A 32DDD Reports from the Front (32DDD si riferisce alla misura di reggiseno secondo standard nord-americani) nuova disamina sull’ossessione per i seni  felliniani nell’immaginario statunitense. Susan Seligson, autrice e giornalista, percorre il filo rosso che si stringe attorno alla fissazione per la ghiandole mammarie a partire dal secondo dopoguerra tracciando una storia del seno e del reggiseno nonchè passando attraverso interviste alle orgogliose neo-maggiorate e ai chirurghi che le hanno operate.

Alla bosomania si allacciano altre due segnalazioni:
– la prima riguarda retrofrap. E’ un blog di recente creazione, che pubblica buon materiale video-fotografico di sapore retrò inserito nella giusta cornice grafica seventies.
R.I.T.Z.E. invece è un sito in lingua tedesca che raccoglie iconografia di film trash e di genere sexploitation: poster, biografie, news; da evidenziare l’ottima collezione di cartoline.

Mi sembrano i giusti esempi di porno creativo e libertario (rispetto ad un’epoca particolare, gli anni ’70) che sottolineano l’assoluta incapacità e i limiti politico-comunicativi dell’attuale porno mainstream.

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voglio una donna, modello ikea. ovvero: sulla forniphilia

25 Gennaio 2007 12 commenti

table-girlDue grandi strade attraversarono e segnarono la fine degli anni 60, due strade apparentemente inconciliabili: l'incipiente rivoluzione sessuale e il design, ovvero la rivolta sociale contro i costumi pregni di morale borghese e l'espressione assoluta dell'estetica capitalista. Al loro incrocio andò a porsi, come monolitico capitello, l'opera di Allen Jones, scultore britannico, incompreso e osteggiato, soprattutto dal pubblico femminile (e femminista) dell'epoca. Jones prende l'immagine femminile e la reifica, al suo massimo grado. La donna diventa un mobile, nel senso di mobilia, una donna-ikea, diremmo oggi contestualizzandolo. Le sue sculture sono donne-tavolino, donne su cui sedersi, donne porta oggetti. Addirittura l'artista va oltre il concetto di donna intesa come oggetto puramente sessuale e la oggettifica privandola dell'anima. Nella mappatura dei fetish si chiama forniphilia, dall'inglese furniture (mobilia) + philia e rappresenta una ramificazione specifica del bondage su cui non voglio appositamente aprire parentesi che per essere esaustive finirebbero con l'annoiare.
Le opere di Jones ispirarono la scenografia del Korova Milkbar, in Arancia Meccanica; nello psichedelico bar Alex e i suoi drughi si rilassavano in compagnia di un bicchierone di lattepiù stillato dai seni di donne-distributore prima di abbandonarsi ad un po' di sana ultraviolenza. E non è assolutamente un caso che le sculture di Jones si incontrino con le visioni di Kubrick. Il messaggio viaggia sullo stesso binario, l'arte è un doma-sguardo (dompte-regard, Lacan), ti obbliga a guardare – "Tu veux regarder? Eh, bien vois ça"* – e dice: questa è la nostra dimensione di convivenza sociale, quella dell'ultraviolenza quotidiana (che è la stessa che mette in pratica lo Stato), della reificazione della donna (che è la stessa che mette in atto la società tardocapitalista). In questo senso è chiarissima la testimonianza di Marzbow, artista del suono giapponese, in merito al bondage: "Molte persone pensano che il bondage rappresenti la realizzazione dell'ossessione di violenza e stupro sulle donne. La violenza e lo stupro, se consideriamo la polizia, l'esercito, la scuola e altre forme istituzionali di potere, sono attività umane considerate 'normali'. Il bondage invece non è una 'normale' attività. Dev'essere 'anormale' dunque. Il bondage è la parodia e l'anti-forma dell'autorità. La gente non afferra questo punto."**chair girl
Insomma il saggio indica la luna ma lo stolto guarda il dito. Dietro ogni rappresentazione estetica feticistica (la prassi può essere un'altra cosa) si cela un messaggio multiforme che viaggia a stretto contatto con l'immersione nella civiltà del consumo e della tecnica. I feticci sono oggetti in cui il valore di scambio non coincide più con il valore d'uso, e vengono ricoperti di libido e fluidi libidici.
Ad un secondo sguardo non si percepisce più nell'opera di Jones una semplice sottomissione del genere femminile. Le donne di Allen Jones sono assolutamente inermi; sono addirittura inorganiche. Questo passaggio all'inorganico, allo scarto non più degno di essere sacrificato, permette tutto. In epoca nazista, ad esempio, molte donne ebree furono obbligate alla prostituzione nei bordelli destinati alle SS (cliccare su CONTINUA in fondo a questo post per leggere un recente articolo a riguardo). L'iniziale dilemma ideologico nazionalsocialista di come usufruire delle puttane messe a disposizione dovendo però evitare i contatti con razze impure fu presto superato: le donne ebree non erano da considerarsi essere umani bensì oggetti. Stücke, pezzi, scriveranno poi sui carri piombati diretti ai campi di sterminio. E' questo il rischio di una società che non considera alla pari tutti gli esseri viventi, sia essa dominata dal nazionalsocialismo o dal capitalismo liberale. La pornografia, nel suo livello più radicale e comunicativo, può essere anche una modalità per far emergere le contraddizioni nei costumi sessuali; comunque, rappresenta l'emergere di un bubbone purulento sulla faccia pulita del benpensante.
In quest'ottica si possono leggere le parole della femminista Luce Irigaray quando dice che "Ci sarebbero molte altre domande da fare ai pornografi. Senza per questo sollevare la questione se si è 'favorevoli' o 'contrari' alle loro pratiche. Dopo tutto, meglio che la sessualità sottesa al nostro ordine sociale si eserciti apertamente, piuttosto che lo comandi dal luogo delle sue rimozioni. Chissà che, a forza d'esibire senza pudori, la fallocrazia ovunque regnante, non diventi possibile un'altra economia sessuale. La pornografia come 'catarsi' del dominio fallico? Come svelamento della soggezione sessuale delle donne?"***
Rendere quindi manifesta ogni contraddizione, interpretando Irigaray, sempre, se vogliamo accettare il fatto che di contraddizione si tratti. Se la pornografia sia da considerarsi espressione della fallocrazia, del dominio maschile (del patriarcato, si diceva), la si mostri, proprio per sottolineare sotto ogni aspetto, anche quello esplicito, il modello opressivo imperante. Se invece, in alternativa, la pornografia è vista come espressione di libertà e motore di liberazione, allora ci sarebbe un motivo ulteriore per liberare la visione dai ceppi della morale theocon.
Il divieto, il rimosso che insiste per tornare a manifestarsi, è l'unico elemento di devianza, e sta sempre dalla parte del potere (anche quando è donna).

* J. Lacan, Il seminario. Libro XI. I quattro concetti fondamentali della psicoanalisi, Einaudi, Torino, 1979, p.103 

** citato in phinweb.blogspot.com

*** L. Irigaray, Questo sesso che non e' un sesso, Feltrinelli, Milano, 1978, p.168

       

–> approfondimento Allen Jones

–> house of gord

–> forniphilia.info 

–> video forniphilia 

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svergognare la società per bene

23 Gennaio 2007 1 commento

woyzeck1Woyzeck è uno sfigato. Cioè, è buono ma ingenuo. Convive con Maria che lo tradisce a destra e a manca, persino con il di lui superiore, il caporal maggiore. Lui lo sa. Tace e porta il suo fardello di dolore. I due hanno anche un figlio. Quando i soprusi da parte di tutti coloro che si approfittano della sua ingenuità superano la soglia, il soldato Woyzeck scoppia. Dapprima si isola poi comincia a covare la rabbiosa vendetta che passerà, attraverso la lama di un coltello, nel corpo di Maria uscendene con la sua anima e lasciando il cadavere della fedifraga sul ciglio di un freddo stagno. Scappa, una macchia di sangue lo sta per tradire e allora torna sul luogo del delitto, tenta di lavare la colpa e annega. L'ossessione per il delitto lo uccide e lo assolve. Il figlio gioca con gli amici, sulla piazza. Qualcuno gli porta la notizia della disgrazia, il piccolo non capisce. Continua a giocare. Solo.
Questa è la tragica storia uscita dalla penna del drammaturgo tedesco Büchner, acerrimo nemico della borghesia liberale tedesca.
Antonio Mainenti rilegge il Woyzeck di Büchner – già film diretto da Herzog – in chiave contemporanea e ne fà un buon cortometraggio in cui si frappongono i desideri repressi del soldatino con le ottime illustrazioni (Guglielmo Manenti) a riportare la fantasia nel vuoto di una vita da misero uomo. La storia è cantata con bello stile dall'inizio alla fine. Il tutto è un po' claustrofobico per le riprese molto chiuse e sicuramente trasmette la voluta angoscia esistenziale di un uomo senza riscatto. Vederlo una sola volta è un po' poco. Le immagini esplicite fanno proprio lo spirito radicale di Büchner (pare che la fidanzata Minna abbia volutamente distrutto molti dei suoi manoscritti per scrupoli morali). Si poteva osare di più nella porno-ossessione. Forse il Woyzeck moderno è un  precario senza più una socialità, vista la depressione in cui naviga, un otaku senza futuro, un video masturbatore finito nelle mire di un superiore yuppie. Il suicidio, la morte per propria mano, è la sua unica possibilità di scelta, la sua libertà suprema.
Accanto alla musica sembra stridere la citazione iniziale di Siffredi (?).
Comunque: scaricare e diffondere!

wget http://www.sicilialibertaria.it/mainenti/porno_woyzeck.avi

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