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Posts Tagged ‘fluids’

sullo sperma

5 Gennaio 2007 5 commenti

Marietta Anton è una donna tedesca di cinquant’anni che ora vive in Portogallo. Da giovane era stata ritratta in pose audaci dal suo fidanzato del tempo Sigmar Polke, poi divenuto fotografo di successo. Il figlio quindicenne della signora un bel giorno trova le fotografie e, ignorandone l’origine nonché il soggetto ritratto, si abbandona alla sacra pratica di Onan sfogando la secrezione del suo piacere sulle foto ormai d’epoca. La madre si dispera, dal momento che il danno supera i 50.000 euro, il valore artistico degli scatti, e cita in giudizio il figlio vittima degli ormoni giovanili. Il bizzarro fatto seminale (su cui si è pronunciato anche il tribunale di Bonn condannando il ragazzo al risarcimento per mezzo di lavori sociali) è solo l’ultima cronaca di una serie di fatti aventi come soggetto lo sperma.
Vale la pena ricordare il caso del diciassettenne statunitense che per fare uno scherzone ha eiaculato nella bottiglia del condimento dell’insalata nella mensa scolastica. Il ragazzo, forse ispirato dal film Jackass 2, ha scatenato l’orrore dei vari cronisti scandalistici tutti intenti a chiedersi se siamo per caso diventati una società ossessionata dal liquido seminale.

La cosa certa è che lo sperma costituisce un tabù. E se violare un tabù in una pellicola (Tutti pazzi per Mary) costituisce un atteggiamento politicamente scorretto ma concesso dall’alto (a patto eventualmente di sottoporlo a censura, vedi: Happiness, Ken Park, Shortbus e altri) e quindi divertente, quando invece invade il reale o diventa produzione di consumo (il porno) allora diviene OSCENITA’.
La controparte del divieto è sempre la continua e naturale rincorsa alla concretizzazione della sua violazione. Certamente in ambito pornografico si assiste ad una esplosione di generi legati all’uso e all’abuso del liquido seminale: bukkake, gokkun, creampie, snowballing, barebacking (ringrazio SiBa per questa dritta). Il fenomeno va sicuramente correlato a diversi fattori. Tra questi sicuramente L’ERRATA PERCEZIONE che l’HIV non rappresenti più un grande rischio e nemmeno una malattia così diffusa (complici tutti gli enti preposti alla diffusione di una cultura della prevenzione). Dall’altro lato, proprio la consapevolezza legata al rischio della trasmissione delle malattie sessuali attraverso il fluido seminale è un fattore di eccitamento e incoraggiamento alla rappresentazione del rapporto non protetto, con l’inevitabile enfasi sullo sperma; esistono anche rare eccezioni nel mondo video in cui lavorano, per palese ammissione dele case di produzione, solo persone dichiaratamente sieropositive. Questi sono fattori molto presenti nel barebacking in ambito omosessuale maschile. Se la ricerca scientifica non fosse alla continua rincorsa del copyright, potremmo tranquillamente leggere gli esiti di una ricerca condotta su un gruppo di barebackers…
Nella galassia etero invece scattano meccanismi legati alla simbologia di potere che incarna lo sperma. Al fatto che difficilmente è una sostanza gradevole da deglutire, si associa il soddisfacimento libidico del maschio di fronte ad una donna che ne accetti l’assunzione (sulla questione consiglio la visione del cortometraggio Si quieres puedes). Per questo motivo il sesso estremo è sempre andato oltre al concetto di libera sborrata (e ci tengo a sottolineare, vocabolario alla mano, che sborrare è termine del tutto italiano e significa “sgorgare con impeto”) in favore del sublime gesto dell’ingoio, visto appunto come un’accettazione di uno status. Lo sperma marchia, e… sì macchia anche, nel significato territoriale e oggettuale del termine ed è curiosa, in questo senso, la capacità – scientificamente dimostrata – degli spermatozoi di bloccare, una volta nell’utero, la presenza di altri spermatozoi di “rivali in amore” nella corsa darwiniana alla sopravvivenza del migliore. In un bagno c’era una scritta a firma femminista che recitava: “lo sperma ci inquina”; credo che restituisca bene il senso del rapporto di potere che si lega alla modalita eiaculatoria.

Il mondo nipponico è sempre – almeno in ambito sessuale – una bolla isolata e, per noi, poco comprensibile ma che rappresenta sempre un “oltre” estremo. La fisiologica violenza che non trova sfogo nei normali canali di una società ordinata come quella del sol levante, lo trova nei film in genere (un regista su tutti Wakamatsu, nelle produzioni ero-guro e nei guinea pig) e nella produzione artistica. Ma nel porno (si parla del mainstream), spesso, non emerge la stessa brutalità presente invece in occidente. Anzi. Entra un elemento giocoso che per l’occidente risulta assolutamente ridicolo. In concreto, c’è una diversa simbolizzazione dello sperma tra occidente e oriente. Si va dalle produzioni GGG (german goo girls) di John Thompson in cui le donne sono brutalizzate per mezzo dell’eiaculazione (elemento di spregio e marchio, in questo caso) ai giochi senza frontiere giapponesi a tematica seminale. Il bukkake nipponico, spesso farcito di cosplaying e di sapore teatrale, cede terreno all’abbruttimento da caserma dell’american bukkake. Si passa da una cultura che prevede dèi della fertilità ad una cultura legata al tabù della dispersione del seme e della rappresentazione sessuale.

NOTA NERD – lo sperma contiene: acido asorbico, antigeni del sangue, calcio, cloro (da cui il caratteristico odore), colesterolo, acido citrico, creatina, aboutonia, fruttosio, acido lattico, magnesio, azoto, fosforo, potassio, pirimidina, sodio, sorbitolo, spermidina, urea, acido urico, vitamina B12, zinco. Il ph è alcalino.
Viene espulso con una velocità di circa 17 km/h, in genere in quantità pari a due cucchiai, per un valore energetico compreso tra le 5 e le 25 calorie. Male non fa.
E’ possibile cambiare il sapore dello sperma (e minimamente la quantità) a seconda dell’alimentazione seguita: bevendo molta acqua se ne riduce la salinità, mangiando meno carne si allevia il gusto amarotico. Sembra inoltre che, mangiando discrete dosi d’ananas, si ottenga uno sperma molto dolce. L’abuso di alcohol e caffè aumentano il gusto amaro-pungente; consumare pomodori (molti pomodori) aumenta la quantità dell’eiaculato.
Suggerisco un approfondimento dei cibi da evitare o da favorire su questo sito. Comunque… sperimentare per credere.

La galleria iconografica nippa…

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Archivio del surrealismo. Ricerche sulla sessualità I

28 Dicembre 2006 4 commenti

Tra il 1928 e il 1932 un gruppo (dai componenti variabili) di surrealisti organizzarono una serie di incontri, 12 per la precisione, con libere discussioni che intitolarono Recherches sur la sexualité. Regista delle informali riunioni da solotto parigino: André Breton.
Riporto, a partire da questo post, alcuni scambi di battute interessanti*.

Andres Serrano, Piss Christ, crocefisso plastico immerso in un bicchiere contenente l'urina dell'artista

27 gennaio 1928

ANDRE' BRETON: cosa penserebbe Unik di fare l'amore in una chiesa?

PIERRE UNIK: non mi interessa nel modo più assoluto.

JACQUES PREVERT: non mi interessa per via delle campane. 

RAYMOND QUENEAU: non metto mai piede in una chiesa e non ci metterò mai piede per far questo. 

YVES TANGUY: del tutto odioso.

MAX MORISE: idea assolutamente intollerabile.

BENJAMIN PERET: non penso che a questo e ho una grandissima voglia di farlo.

ANDRE' BRETON: sono assolutamente del parere di Péret e desidererei che la cosa comportasse tutte le raffinatezze possibili. 

BENJAMIN PERET: vorrei profanare le ostie e, se possibile, deporre escrementi nel calice.

* Ricerche sulla sessualità, SE, Milano, 2002 

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in caso di autocombustione, urinare

27 Dicembre 2006 2 commenti

Di autocombustione si moriva. O meglio, sotto l'etichetta "autocombustione" finivano, dal 1600 fino alla fine dell'800 (e oltre), tutti quei casi di morte per combustione che rimanevano inspiegati, come l'italianissimo caso della Contessa Cornelia Bandi, morta a Verona il 14 Marzo del 1731, divorata dalle fiamme scaturite dalle sue interiora; la fine della Contessa fu un vero e proprio caso di cronaca, addirittura Charles Dickens sembra in seguito averne attinto per descrivere la morte di Krook in Casa Desolata (Bleak House). Si tessevano teorie pseudoscientifiche come l'"effetto candela" in base al quale maggiore è la presenza di grasso nel corpo e maggiori sono le probabilità di morire consumati come una candela da fiamme che si sprigionano dall'interno del corpo.
Ma la tecnologia medica aveva soprattutto una funzione di controllo normativo e indirizzamento morale all'interno della società minimamente scolarizzata del tempo. Facile capire dunque perchè si indicò nell'alcolismo e quindi nella presenza di  alcohol nel corpo una delle cause maggiori di morte per fiamme, chiudendo invece entrambi gli occhi di fronte alla maggiore probabilità di incidenti cui un ubriaco va incontro – anche col fuoco, ovviamente molto più utilizzato all'epoca.
Una delle cose di cui si era certi era l'impossibilità di estinguere le fiamme per mezzo della semplice acqua, il che determinò lo sbizzarrirsi delle più strane fantasie popolari. Di storia dell'autocombustione parla Jan Bondeson, medico britannico cultore di freaks e stranezze mediche, in un libro* che ho trovato per caso in una vecchia libreria di Londra; Bondeson basa le sue ricerche su testi d'epoca, soprattutto giornali e, ovviamente, su materiale medico. Traduco un brano davvero meritevole che unisce alla bizzarria dell'evento pseudo-medico dell'autocombustione il fascino indiscreto dell'urinofilia (su cui si tornerà):

"In Germania la gente comune aveva una grande fiducia nelle proprietà del letame liquido come sistema di prevenzione contro l'autocombustione. Quando un contadino sempliciotto o l'idiota del villaggio si ritenevano a rischio di bruciare spontaneamente dopo una bella bisboccia, ingurgitavano una discreta quantità di letame liquido e acqua fangosa. Si dice che questo assurdo rimedio sia persino apparso nel serio lavoro scientifico sull'abuso di alcohol condotto dal dott. Carl Rösch: Der Missbrauch geistiger Geltränke (1838). Ma la medicina popolare scandinava prescriveva una sostanza addirittura più improbabile per estinguere le fiamme spontanee. Il folklore norvegese e svedese raccomandavano infatti di gettare nella bocca in fiamme dell'ubriacone urina umana, preferibilmente evacuata di fresco da una donna. Un breve fatto accaduto nel XIX secolo in Westgothia descrive  l'ardente destino di un beone seriale di nome Zakris, che improvvisamente prese fuoco spontaneamente: 'Un giorno Zakris di Hester iniziò a bruciare di una fiamma blu mentre si trovava a letto. Sua moglie si sedette a cavalcioni sul viso di lui ed estinse le fiamme urinando direttamente nella bocca del marito; solo una donna avrebbe potuto farlo [sic!]. Dopo quanto accaduto, egli non bevve più acquavite.'"

*Jan Bondeson, A cabinet of Medical Curiosities, I.B. Tauris Publishers, London, 1997, p.7

glass of pee

–> celebri casi di autocombustione: 1, 2 

–> urinoterapia 

–> approfondimento sull'urinofilia 

–> pee gallery 

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