Archivio

Posts Tagged ‘fetish’

perversi parallelismi d’oriente

26 Giugno 2007 6 commenti

L’immaginario collettivo di un popolo è il frutto della sedimentazione del folklore, dei miti, della tradizione orale, degli usi e dei costumi. In Giappone, isola la cui attività ruota storicamente sull’industria ittica, è sempre presente, massivamente, la figura di esseri marini; in proposito rimando ad un vecchio post sul sesso tentacolare.
Non stupisce quindi che gli animali presenti nelle storie tramandate entrino furtivamente nelle menti degli abitanti del sol levante fin da piccoli ed escano sotto forma di fantasie sessuali in età matura. Pesci, anguille, polipi, rane… sia nell’espressione artistica più metaforica che nell’hard core.

 

 

 

fonti:
–> The Art of Fuco Ueda
–> genki-genki 

Prosegui la lettura…

psychopathia sexualis III – la libidine contro natura

10 Maggio 2007 2 commenti

snake of junecaso 315
X., quarant'anni, provò, a quanto dichiara, i primi eccitamenti sessuali a quindici anni, età in cui si masturbava senza accompagnare l'atto con rappresentazioni fantastiche. Poco dopo incominciò a sentire eccitazioni sessuali al trovarsi in stalla vicino a vacche. Si indusse ad appressarsi a una di tali bestie, le montò sopra ed ebbe un'eiaculazione, che lo spaventò assai. Siffatta eccitabilità da parte di tali animali si è conservata fino a ora. Ma anche altri animali erano suscettibili di provocargli eccitazione, particolarmente le cavalle all'epoca della fregola. Per questo X., dall'adolescenza in poi, ha avuto spesso rapporti contro natura con vacche e cavalle, con introduzione addirittura del pene nella loro vagina. Anche animali maschi potevano provocargli eccitazione sessuale; così per esempio i tori e gli stalloni. Egli afferma di aver tentato di introdurre nel proprio ano l'asta di un toro, ma di avervi ben presto rinunciato. Con stalloni non ha mai fatto tale tentativo. Anche altri animali lo eccitarono, per esempio asini e persino pecore e cani (sempre però femmine); capre e galline non le ha adoperate mai. Con tutti gli animali su elencati ha compiuto gli atti più diversi e in particolar modo l'amplesso contro natura.
Le ragazze lo hanno eccitato sessualmente solo di rado; nei casi più felici giungeva all'eiaculazione in maniera puramente meccanica; l'atto somigliava allora piuttosto al solito onanismo. X. non si è mai neppure preoccupato di essere potente con donne o ragazze, e ciò secondo lui già per il fatto che i medici, con cui ebbe a parlare delle proprie condizioni in fatto di sessualità, gli avevano consigliato generalmente l'amplesso. Le persone di sesso maschile non lo hanno quasi mai eccitato sessualmente; in questi ultimi tempi, peraltro, anche questo si sarebbe talvolta verificato.
Per converso anche gli atti fra animali, come per esempio la monta degli stalloni, possono eccitare X. Appunto in simili circostanze egli si masturbava spesso violentemente. Del resto l'onanismo ha sempre avuto una grande parte nella vita sessuale di X. Egli si masturbava quasi sempre con rappresentazioni di animali, e specialmente atti come quelli sopra accennati valevano a provocargli l'eccitamento.
La notte X. aveva pure assai spesso sogni sessuali; non ricorda però di esser giunto in tali casi ad avere polluzioni, pur non potendo escludere tale possibilità. I sogni si riferivano sempre ad animali e precisamente a quelli di essi che entravano nella sua vita sessuale allo stato di veglia.
Circa la famiglia, si rileva che il padre di X. era assai nervoso. Madre tuttora vivente e sana. Fratelli e sorelle, a quanto pare, nervosi. Evidentemente alcuni di essi hanno malattie nervose gravi; sembra anche che vi siano stati in famiglia degli epilettici. X. è molto soggetto a reumatismi, ma, a quanto dice, solo da poco tempo.
L'istinto sessuale di X., che in passato era assai forte, è da qualche tempo diminuito di intensità. Spesso X. ha tentato di dominarsi, sempre rimproverandosi che ciò ch'egli faceva era contro natura. Tuttavia dice di aver continuato per anni a praticare un atto sessuale ogni due o tre giorni, con la masturbazione o con atti contro natura su animali. Talvolta lo stimolo sessuale era così forte in lui, che egli sentiva un solletico puramente meccanico e in guisa altrettanto meccanica si masturbava, senza rappresentazioni fantastiche coscienti.
X. fu sottoposto per un certo periodo a cura medica, la quale lo rese quasi completamente neutro dal punto di vista sessuale. Egli perse le proprie tendenze per animali , ma non conservò inclinazione neppure per le donne. Gli si consigliò di avere rapporti di quando in quando con donne, cose che egli fece. In tali casi provava bensì un certo eccitamento, ma aveva bisogno di frizioni artificiali prolungate per produrre un'erezione, che peraltro non mancava di sfruttare per l'amplesso normale.

Prosegui la lettura…

latte, il fluido sensuale

3 Maggio 2007 4 commenti

Uno degli elementi in comune a tutti i mammiferi è la ghiandola mammaria dalla quale i cuccioli traggono il sostentamento vitale, salvo surrogati, fino allo svezzamento.
Latte, di questo di tratta: l'unico cibo autoprodotto, fondamentale, ricco di tutto quello che un mammifero necessita nei primi mesi di vita. Prodotto solo dalle femmine, come la mestruazione (e sempre di fluidi si sta parlando), legato al ciclo della riproduzione, il latte, secreto dalla mammella, rappresenta il legame immancabile con la madre dopo che il cordone ombelicale è stato reciso. "Ovunque sono macchine, per niente metaforicamente: macchine di macchine, coi loro accoppiamenti, colle loro connessioni. Una macchina-organo è innestata su una macchina-sorgente: l'una emette un flusso che l'altra interrompe. Il seno è una macchina che produce latte, e la bocca una macchina accoppiata con quella."*
Rimane quindi impresso per sempre nell'inconscio (collettivo) come simbolo di maternità, fertilità, nutrimento, crescita, lattanza. La prima macchina binaria sociale: la bocca desiderante del poppante e la donna che allatta. Un binomio del desiderio. Secondo Melanie Klein, incollo da wikipedia, "Nei primi giorni di vita il bambino vive in simbiosi con la madre e non distingue il proprio corpo dal suo. Le relazioni oggettuali a questo livello sono esclusivamente intrapsichiche. Il bambino percepisce il seno materno come parziale a sé, cioè come prolungamento di sé stesso".
La lattazione svuota, sciupa ed era storicamente demandata alle classi più povere, come un lavoro usurante. Molte donne erano dedite completamente all'allevamento e svezzamento dei cuccioli di ricco, le balie, creando una vera e propria professione della lattazione che alimentava flussi migratori dalle campagne e dalle valli verso le citttà.
Sono quindi comprensibili, alla luce di questo valore iconico del latte (e del seno gravido), i fenomeni che investono il porno, dal milking all'infantilismo recitato in molti locali di Kabukichō, il quartiere a luci rosse di Tokio. Fino ad arrivare al milkkake, bukkake lattoso in cui il prezioso fluido femmineo viene utilizzato al posto del fluido spermatico, tutto maschile, in un turbine di schizzi che investono le solite ragazze, mugolanti per il piacere di un bagno di latte umano.
Nella società perbene sottoposta alla dittatura del politically correct, l'unica nudità sessuale accettata è quella del seno materno che dà vita e sostentamento, esso viene denudato parzialmente ricavando un piccolo spazio privato di lattazione che apre una faglia nello spazio pubblico della socialità (si pensi anche all'iconografia sacra). Si passa veloci, si dà un'occhiata all'accoppiata binaria bocca-suggente capezzolo-offerente e si accetta di forza in nome della "naturalità", forse tralasciando la forza simbolica di quel gesto. E' dunque interessante che questa sempre-accettata iconografia venga imbrattata dalla pornografia e riportata al suo carattere tutto sessuale, desiderante, libidico, che segna madre e figlio per il resto della vita.

* G. Deleuze F. Guattari, L'antiedipo

Prosegui la lettura…

non di solo latex vive l’uomo

7 Marzo 2007 Commenti chiusi

latex dominatrixNon esiste feticismo senza oggetto di godimento, senza feticcio. E vista l'eziologia psicologica di tale particolare attaccamento è piuttosto evidente che quello del latex sia un feticismo assolutamente indotto. L'equazione fetish=latex è molto diffusa quanto fuorviante.
Anzitutto per molti studiosi il feticismo è essenzialmente legato al senso dell'olfatto (non a caso nel feticismo dei piedi, questi ultimi vengono preferiti sporchi e male odoranti). Nel retifismo, feticismo delle calzature, spesso il godimento deriva dall'odore e dalla tattilità del cuoio e della plastica prima ancora che dalla visione. In secondo luogo il feticismo nasce dalla inconscia associazione tra momento (appartenente all'infanzia) in cui qualcosa è accaduto ed eccitamento sessuale provato in quel medesimo istante.
Internet, non potendo far leva su tatto ed olfatto, esprime ogni sorta di feticismo visivo, ed unicamente tale, legato ad una situazione particolare in cui sia presente l'oggetto del primigenio godimento. Tralasciando i feticismi "banali" (grassezza/magrezza, pelosità diffusa, giovani/vecchi, pissing/vomiting/scat etc…) segnalo alcune bizzarrie, come la passione per le ragazze che si ravanano il naso. Altre, anche più approfondite, seguiranno nelle prossime puntate.

–> donne con libri

–> donne che dormono

–> donne con occhialoni 

–> donne che bevono vino 

–> donne che bevono té

–> donne che si scaccolano 

–> la reginetta italiana del rutto 

Prosegui la lettura…

Categorie:feticismi Tag:

voglio una donna, modello ikea. ovvero: sulla forniphilia

25 Gennaio 2007 12 commenti

table-girlDue grandi strade attraversarono e segnarono la fine degli anni 60, due strade apparentemente inconciliabili: l'incipiente rivoluzione sessuale e il design, ovvero la rivolta sociale contro i costumi pregni di morale borghese e l'espressione assoluta dell'estetica capitalista. Al loro incrocio andò a porsi, come monolitico capitello, l'opera di Allen Jones, scultore britannico, incompreso e osteggiato, soprattutto dal pubblico femminile (e femminista) dell'epoca. Jones prende l'immagine femminile e la reifica, al suo massimo grado. La donna diventa un mobile, nel senso di mobilia, una donna-ikea, diremmo oggi contestualizzandolo. Le sue sculture sono donne-tavolino, donne su cui sedersi, donne porta oggetti. Addirittura l'artista va oltre il concetto di donna intesa come oggetto puramente sessuale e la oggettifica privandola dell'anima. Nella mappatura dei fetish si chiama forniphilia, dall'inglese furniture (mobilia) + philia e rappresenta una ramificazione specifica del bondage su cui non voglio appositamente aprire parentesi che per essere esaustive finirebbero con l'annoiare.
Le opere di Jones ispirarono la scenografia del Korova Milkbar, in Arancia Meccanica; nello psichedelico bar Alex e i suoi drughi si rilassavano in compagnia di un bicchierone di lattepiù stillato dai seni di donne-distributore prima di abbandonarsi ad un po' di sana ultraviolenza. E non è assolutamente un caso che le sculture di Jones si incontrino con le visioni di Kubrick. Il messaggio viaggia sullo stesso binario, l'arte è un doma-sguardo (dompte-regard, Lacan), ti obbliga a guardare – "Tu veux regarder? Eh, bien vois ça"* – e dice: questa è la nostra dimensione di convivenza sociale, quella dell'ultraviolenza quotidiana (che è la stessa che mette in pratica lo Stato), della reificazione della donna (che è la stessa che mette in atto la società tardocapitalista). In questo senso è chiarissima la testimonianza di Marzbow, artista del suono giapponese, in merito al bondage: "Molte persone pensano che il bondage rappresenti la realizzazione dell'ossessione di violenza e stupro sulle donne. La violenza e lo stupro, se consideriamo la polizia, l'esercito, la scuola e altre forme istituzionali di potere, sono attività umane considerate 'normali'. Il bondage invece non è una 'normale' attività. Dev'essere 'anormale' dunque. Il bondage è la parodia e l'anti-forma dell'autorità. La gente non afferra questo punto."**chair girl
Insomma il saggio indica la luna ma lo stolto guarda il dito. Dietro ogni rappresentazione estetica feticistica (la prassi può essere un'altra cosa) si cela un messaggio multiforme che viaggia a stretto contatto con l'immersione nella civiltà del consumo e della tecnica. I feticci sono oggetti in cui il valore di scambio non coincide più con il valore d'uso, e vengono ricoperti di libido e fluidi libidici.
Ad un secondo sguardo non si percepisce più nell'opera di Jones una semplice sottomissione del genere femminile. Le donne di Allen Jones sono assolutamente inermi; sono addirittura inorganiche. Questo passaggio all'inorganico, allo scarto non più degno di essere sacrificato, permette tutto. In epoca nazista, ad esempio, molte donne ebree furono obbligate alla prostituzione nei bordelli destinati alle SS (cliccare su CONTINUA in fondo a questo post per leggere un recente articolo a riguardo). L'iniziale dilemma ideologico nazionalsocialista di come usufruire delle puttane messe a disposizione dovendo però evitare i contatti con razze impure fu presto superato: le donne ebree non erano da considerarsi essere umani bensì oggetti. Stücke, pezzi, scriveranno poi sui carri piombati diretti ai campi di sterminio. E' questo il rischio di una società che non considera alla pari tutti gli esseri viventi, sia essa dominata dal nazionalsocialismo o dal capitalismo liberale. La pornografia, nel suo livello più radicale e comunicativo, può essere anche una modalità per far emergere le contraddizioni nei costumi sessuali; comunque, rappresenta l'emergere di un bubbone purulento sulla faccia pulita del benpensante.
In quest'ottica si possono leggere le parole della femminista Luce Irigaray quando dice che "Ci sarebbero molte altre domande da fare ai pornografi. Senza per questo sollevare la questione se si è 'favorevoli' o 'contrari' alle loro pratiche. Dopo tutto, meglio che la sessualità sottesa al nostro ordine sociale si eserciti apertamente, piuttosto che lo comandi dal luogo delle sue rimozioni. Chissà che, a forza d'esibire senza pudori, la fallocrazia ovunque regnante, non diventi possibile un'altra economia sessuale. La pornografia come 'catarsi' del dominio fallico? Come svelamento della soggezione sessuale delle donne?"***
Rendere quindi manifesta ogni contraddizione, interpretando Irigaray, sempre, se vogliamo accettare il fatto che di contraddizione si tratti. Se la pornografia sia da considerarsi espressione della fallocrazia, del dominio maschile (del patriarcato, si diceva), la si mostri, proprio per sottolineare sotto ogni aspetto, anche quello esplicito, il modello opressivo imperante. Se invece, in alternativa, la pornografia è vista come espressione di libertà e motore di liberazione, allora ci sarebbe un motivo ulteriore per liberare la visione dai ceppi della morale theocon.
Il divieto, il rimosso che insiste per tornare a manifestarsi, è l'unico elemento di devianza, e sta sempre dalla parte del potere (anche quando è donna).

* J. Lacan, Il seminario. Libro XI. I quattro concetti fondamentali della psicoanalisi, Einaudi, Torino, 1979, p.103 

** citato in phinweb.blogspot.com

*** L. Irigaray, Questo sesso che non e' un sesso, Feltrinelli, Milano, 1978, p.168

       

–> approfondimento Allen Jones

–> house of gord

–> forniphilia.info 

–> video forniphilia 

Prosegui la lettura…

dildonica, meccanismi per il sesso

17 Novembre 2006 1 commento

Chi coltivi un minimo interesse per il concetto di cyborg e la con-fusione uomo-macchina alla Cronenberg (Videodrome, La Mosca, Crash, eXistenZ), non può rimanere del tutto impassibile di fronte alla sperimetazione sessualtecnorganica che va sotto il nome di dildonica e tutto l'annesso pianeta meksex.

Prosegui la lettura…

Categorie:porn liberation front Tag:

nuns exploitation, viziose spose in cristo

15 Novembre 2006 3 commenti

"Il meccanismo che opera in questo caso clinico [di voyeurismo] è il seguente: si tratta della pulsione scopica, che vuole guardare e che viene soddisfatta dall'atto di spogliarsi. Se questa pulsione viene rimossa, compare allora improvvisamente d'altra parte un grande interesse per quello che in una maniera molto precisa ha a che fare con le scene dello spogliarsi. Ora egli non vuole più vedere e nemmeno ricordare; adesso ama i vestiti. Adora quello che un tempo gli impediva di vedere completamente: diventa feticista dei vestiti in seguito alla rimozione del piacere di guardare. Dal punto di vista teorico, questa interpretazione è importante perchè ci mostra come questo caso di feticismo non derivi da una reminiscenza, bensì dal fatto che ha avuto luogo una rimozione pulsionale. […] Una parte è effettivamente rimossa, mentre l'altra viene idealizzata e nel nostro caso elevata a feticcio. Questo genere di rimozione era già noto da altri esempi, prima che diventasse la spiegazione del feticismo. Si pensi soltanto a un esempio di una simile rimozione riguardante la storia universale. Se il Medioevo iniziò a reprimere la sensualità e a sminuire la figura della donna, ciò fu possibile solo grazie alla contemporanea idealizzazione della madre quale Vergine Maria".
S. Freud, Conferenza del 24 febbraio 1909 tenuta presso la Società psicoanalitica di Vienna

–> nunsploitation: raccolta di tutte le viziose spose in cristo. cult

–> nuns fetish: tutto quello che si può comprare sulle suore

–> nuns action figures: per veri cultori deviati

Prosegui la lettura…