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Posts Tagged ‘japan’

lezioni di… piffero

26 Luglio 2007 3 commenti

si gioca tutto nella colonna sonora…

Categorie:nippodelirium Tag:

perversi parallelismi d’oriente

26 Giugno 2007 6 commenti

L’immaginario collettivo di un popolo è il frutto della sedimentazione del folklore, dei miti, della tradizione orale, degli usi e dei costumi. In Giappone, isola la cui attività ruota storicamente sull’industria ittica, è sempre presente, massivamente, la figura di esseri marini; in proposito rimando ad un vecchio post sul sesso tentacolare.
Non stupisce quindi che gli animali presenti nelle storie tramandate entrino furtivamente nelle menti degli abitanti del sol levante fin da piccoli ed escano sotto forma di fantasie sessuali in età matura. Pesci, anguille, polipi, rane… sia nell’espressione artistica più metaforica che nell’hard core.

 

 

 

fonti:
–> The Art of Fuco Ueda
–> genki-genki 

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censura della censura

30 Maggio 2007 1 commento

On Eye RapeTraduco la breve intervista a Takahiko Iimura, regista giapponese d'avanguardia, sulla sua personalizzazione On Eye Rape:

"Il film originale fu recuperato a Tokio da un cesto dell'immondizia. Si tratta di un film americano sull'educazione sessuale in cui viene spiegata la riproduzione sessuale di animali e piante. Io, in collaborazione con un amico artista, Natsuyuki Nakanishi, ho inserito dei buchi in quasi tutti i fotogrammi. Era per protestare contro la censura giapponese applicata alle immagini sessualmente esplicite, e in particolar modo contro la presenza dei peli pubici che i censori avrebbero coperto con segni bianchi. Ho inserito un po' di fotogrammi pornografici subliminali tratti da riviste e sparsi in diversi punti del film. Alla fine, ho inserito bruciature anche sulle immagini subliminali, di fatto 'censurando' le immagini censurate." Takahiko Iimura 

che la caccia al fotogramma inizi (nell'immagine in alto un frammento  a 3'26'')

–> wget On Eye Rape, 1962, 10', b/n 

sullo sperma

5 Gennaio 2007 5 commenti

Marietta Anton è una donna tedesca di cinquant’anni che ora vive in Portogallo. Da giovane era stata ritratta in pose audaci dal suo fidanzato del tempo Sigmar Polke, poi divenuto fotografo di successo. Il figlio quindicenne della signora un bel giorno trova le fotografie e, ignorandone l’origine nonché il soggetto ritratto, si abbandona alla sacra pratica di Onan sfogando la secrezione del suo piacere sulle foto ormai d’epoca. La madre si dispera, dal momento che il danno supera i 50.000 euro, il valore artistico degli scatti, e cita in giudizio il figlio vittima degli ormoni giovanili. Il bizzarro fatto seminale (su cui si è pronunciato anche il tribunale di Bonn condannando il ragazzo al risarcimento per mezzo di lavori sociali) è solo l’ultima cronaca di una serie di fatti aventi come soggetto lo sperma.
Vale la pena ricordare il caso del diciassettenne statunitense che per fare uno scherzone ha eiaculato nella bottiglia del condimento dell’insalata nella mensa scolastica. Il ragazzo, forse ispirato dal film Jackass 2, ha scatenato l’orrore dei vari cronisti scandalistici tutti intenti a chiedersi se siamo per caso diventati una società ossessionata dal liquido seminale.

La cosa certa è che lo sperma costituisce un tabù. E se violare un tabù in una pellicola (Tutti pazzi per Mary) costituisce un atteggiamento politicamente scorretto ma concesso dall’alto (a patto eventualmente di sottoporlo a censura, vedi: Happiness, Ken Park, Shortbus e altri) e quindi divertente, quando invece invade il reale o diventa produzione di consumo (il porno) allora diviene OSCENITA’.
La controparte del divieto è sempre la continua e naturale rincorsa alla concretizzazione della sua violazione. Certamente in ambito pornografico si assiste ad una esplosione di generi legati all’uso e all’abuso del liquido seminale: bukkake, gokkun, creampie, snowballing, barebacking (ringrazio SiBa per questa dritta). Il fenomeno va sicuramente correlato a diversi fattori. Tra questi sicuramente L’ERRATA PERCEZIONE che l’HIV non rappresenti più un grande rischio e nemmeno una malattia così diffusa (complici tutti gli enti preposti alla diffusione di una cultura della prevenzione). Dall’altro lato, proprio la consapevolezza legata al rischio della trasmissione delle malattie sessuali attraverso il fluido seminale è un fattore di eccitamento e incoraggiamento alla rappresentazione del rapporto non protetto, con l’inevitabile enfasi sullo sperma; esistono anche rare eccezioni nel mondo video in cui lavorano, per palese ammissione dele case di produzione, solo persone dichiaratamente sieropositive. Questi sono fattori molto presenti nel barebacking in ambito omosessuale maschile. Se la ricerca scientifica non fosse alla continua rincorsa del copyright, potremmo tranquillamente leggere gli esiti di una ricerca condotta su un gruppo di barebackers…
Nella galassia etero invece scattano meccanismi legati alla simbologia di potere che incarna lo sperma. Al fatto che difficilmente è una sostanza gradevole da deglutire, si associa il soddisfacimento libidico del maschio di fronte ad una donna che ne accetti l’assunzione (sulla questione consiglio la visione del cortometraggio Si quieres puedes). Per questo motivo il sesso estremo è sempre andato oltre al concetto di libera sborrata (e ci tengo a sottolineare, vocabolario alla mano, che sborrare è termine del tutto italiano e significa “sgorgare con impeto”) in favore del sublime gesto dell’ingoio, visto appunto come un’accettazione di uno status. Lo sperma marchia, e… sì macchia anche, nel significato territoriale e oggettuale del termine ed è curiosa, in questo senso, la capacità – scientificamente dimostrata – degli spermatozoi di bloccare, una volta nell’utero, la presenza di altri spermatozoi di “rivali in amore” nella corsa darwiniana alla sopravvivenza del migliore. In un bagno c’era una scritta a firma femminista che recitava: “lo sperma ci inquina”; credo che restituisca bene il senso del rapporto di potere che si lega alla modalita eiaculatoria.

Il mondo nipponico è sempre – almeno in ambito sessuale – una bolla isolata e, per noi, poco comprensibile ma che rappresenta sempre un “oltre” estremo. La fisiologica violenza che non trova sfogo nei normali canali di una società ordinata come quella del sol levante, lo trova nei film in genere (un regista su tutti Wakamatsu, nelle produzioni ero-guro e nei guinea pig) e nella produzione artistica. Ma nel porno (si parla del mainstream), spesso, non emerge la stessa brutalità presente invece in occidente. Anzi. Entra un elemento giocoso che per l’occidente risulta assolutamente ridicolo. In concreto, c’è una diversa simbolizzazione dello sperma tra occidente e oriente. Si va dalle produzioni GGG (german goo girls) di John Thompson in cui le donne sono brutalizzate per mezzo dell’eiaculazione (elemento di spregio e marchio, in questo caso) ai giochi senza frontiere giapponesi a tematica seminale. Il bukkake nipponico, spesso farcito di cosplaying e di sapore teatrale, cede terreno all’abbruttimento da caserma dell’american bukkake. Si passa da una cultura che prevede dèi della fertilità ad una cultura legata al tabù della dispersione del seme e della rappresentazione sessuale.

NOTA NERD – lo sperma contiene: acido asorbico, antigeni del sangue, calcio, cloro (da cui il caratteristico odore), colesterolo, acido citrico, creatina, aboutonia, fruttosio, acido lattico, magnesio, azoto, fosforo, potassio, pirimidina, sodio, sorbitolo, spermidina, urea, acido urico, vitamina B12, zinco. Il ph è alcalino.
Viene espulso con una velocità di circa 17 km/h, in genere in quantità pari a due cucchiai, per un valore energetico compreso tra le 5 e le 25 calorie. Male non fa.
E’ possibile cambiare il sapore dello sperma (e minimamente la quantità) a seconda dell’alimentazione seguita: bevendo molta acqua se ne riduce la salinità, mangiando meno carne si allevia il gusto amarotico. Sembra inoltre che, mangiando discrete dosi d’ananas, si ottenga uno sperma molto dolce. L’abuso di alcohol e caffè aumentano il gusto amaro-pungente; consumare pomodori (molti pomodori) aumenta la quantità dell’eiaculato.
Suggerisco un approfondimento dei cibi da evitare o da favorire su questo sito. Comunque… sperimentare per credere.

La galleria iconografica nippa…

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ero-guro

4 Gennaio 2007 Commenti chiusi

Riprendo di brutto da questo blog una scena topica per capire di che cosa tratti il genere ero-guro (ero guro nansensu derivato dall'inglese erotic grotesque nonsense). E' estrapolata dal film Guts of a Virgin (Shojo no harawata, 1986) diretto da Kazuo 'Gaira' Komizu. L'audio è desincronizzato.

–> altri trailers 

–> articoli recenti sul cinema ero-guro

http://www.dailymotion.com/swf/1TDaSDm49Kg4q6lKb

 

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sesso tentacolare

14 Dicembre 2006 5 commenti

La generazione degli attuali trentenni occidentali, e le generazioni a seguire, è in gran parte cresciuta seduta di fronte ai cartoni animati giapponesi sparati dal tubo catodico, trovandosi spesso davanti a nuove simbologie rimaste poi incomprese.
Uno di questi simboli è il polipo. Il cefalopode rappresenta lo spirito della curiosità, è un essere positivo, rappresentato sempre con personaggi divertenti e un po’ sciocchini, sicuramente molto kawaii. Ovviamente si parla di un animale ben presente nell’immaginario collettivo giaponese per evidenti questioni di origine alimentare e, non secondariamente, di folklore. La cosa per noi più difficile da capire è l’ossessione nipponica per il sesso con i cefalopodi fino ad essere diventato un vero e proprio genere, il tentacle rape. Le storie hentai sono piene di incontri intimi tra essere umani e cefalopodi e non mancano film dedicati come Hokusai Manga del 1981, le cui immagini sono molto eloquenti. Esiste anche una serie animata degli anni 60, Kure Kure Takora, che molti considerano piuttosto azzardata nei contenuti; narra delle strane avventure amorose di un polipo e una nocciolina gigante. Alcuni episodi della saga sono online.
La metafora lampantemente fallica legata ai tentacoli che vanno insidiandosi in ogni orifizio, va sicuramente contestualizzata nell’immaginario che l’arte del grande Hokusai ha contribuito a plasmare. Tutto inizia con la mitologia e sfocia imponentemente nella modernità grazie al "sogno della sposa del pescatore", dipinto in cui un polipo avvinghia una donna senza lesinare su un lussurioso cunnilingus a ventosa. Il dialogo, il cui testo fa da sfondo alla bizzarra unione in piena tradizione shunga – che nasce in questo periodo e darà avvio al moderno filone dei manga, è altrettanto succulento; tra i due soggetti principali si intromette anche il piccolo polipo, desideroso di fare nuove esperienze:

GRANDE POLIPO: Il mio sogno si è infine realizzato, in questo giorno dei giorni. Alla fine ti ho presa nella mia morsa. La tua bobo è piena e matura, che meraviglia! Migliore di ogni altra! Succhiare, succhiare e succhiare ancora. E dopo averlo fatto con maestria, ti guiderò al palazzo del Drago del Dio del Mare e mi avvilupperò a te.

VERGINE: Maledetto polipo! Succhiandomi alla bocca dell’utero mi togli il respiro! Aah! Sì… è… lì! Con la bocca, succhia!! Dentro, dimenati, dimenati, oooh! Oooh, bene, oooh dai! Lì, lì! Lììììì! Daaai! Ouh! Aah! Dai, bene così, aaaahh!!! Non ancora! Finora gli uomini chiamavano me polipa! Una polipa! OoH! Auh! Puoi… !? Ooh!

GRANDE POLIPO: Con tutti gli otto tentacoli che si attorcigliano!! Come ti piace così? Ah, guarda! Si è tutta gonfiata, bagnata dalle calde acque della lussuria.

VERGINE: Sì, ora brucia, ma presto non sentirò più nulla tra le mie anche. Ooooh! Niente più limiti o frontiere! Sto scomparendo…!!!

PICCOLO POLIPO: quando papà avrà finito anch’io voglio strofinare ancora e ancora la mia bocca sui bordi del tuo posto peloso finchè non sparirai e allora io succhierò ancora chyu chyu… 

 

A contribuire alla diffusione massiccia del sesso tentacolare è arrivata, come spesso è accaduto nella storia, la censura. La morsa censoria viene applicata nel secondo dopoguerra, con la breve occupazione da parte dell’esercito statunitense e l’imposizione del pudore occidentale legato alla rappresentazione del coito e dei genitali. Il Giappone ha regole molto curiose in tema di censura, almeno dal punto di vista dell’occidente contemporaneo. E’ consentita la rappresentazione della nudità ma NON nel dettaglio degli organi riproduttivi. I due sessi non possono essere mostrati nella loro unione, e non è ammessa la visione dei peli pubici*. Questo spiega il perchè dell’effetto mosaico (chiamato bokashi) nella produzione pornografica.

Quindi, l’unione genitale, l’amplesso, non è esplicitamente rappresentabile, tutto il resto è concesso (a patto di non offendere la pubblica morale, art. 175 del codice penale – sull’oscenità): oggetti, inserzioni bizzarre, sesso con alieni e, perchè no, con polipi, già presenti nel fantastico reame immaginifico del sol levante. Diventava più semplice, ai fini dell’elusione della stretta censoria, rappresentare una deflorazione da parte di un tentacolo che non di un pene.
La censura nipponica ha generato la produzione di sesso xenofilo.

* nel 1981 il governo giapponese decretò la possibilità di aumentare del 5% la rappresentazione del pelo pubico.
fonte: G. Rossetti, Japan Underground, Castelvecchi, Roma, 2006, p.86

 

RIFERIMENTI: 

–> approfondimenti sul tentacle sex/rape: 1, 2, 3, 4

–> demoni e spiriti nella mitologia giapponese

–> netsuke di polipo 

–> galleria di shunga 

–> glossario di termini giapponesi legati all’arte 

–> sinossi di Hokusai Manga 

–> approfondimento sulla censura nipponica

–> la censura nel cinema  

–> approfondimento sui pinku-eiga e i roman-porno nel cinema giapponese (in spagnolo) 

–> porno link: una ragazza e il suo polipo 

–> octopus girl takoko action figure 

–> octopus rape giochino giapppo in flash 

–> video di una giapponesina che lecca un polipo, morto 

–> arte occidentale: 100 ragazze e 100 polipi 

cliccare su Continua per vedere la galleria completa. Foto di Bob Coulter

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le parole dell’ammmore (japanese version)

5 Dicembre 2006 Commenti chiusi

La lingua giapponese è, per motivi storici (la scelta di isolamento) e culturali (il legame alla tradizione), una delle lingue che maggiormente ha inglobato inglesismi. Il giapponese moderno è un crogiolo di neologismi di derivazione anglofona utili a designare concetti fino a poco tempo fa estranei alla cultura nipponica. Nasce così il katakana o English made in Japan
Ad esempio: il lavoratore medio, salariato, in inglese salaryman, diventa nel paese del sol levante un sarariman secondo una divertente translitterazione fonetica legata alla pronuncia anglo-giappone. Pasokon è la contrazione di personal computer.
La sessualità, attorno alla quale anche la lingua si è codificata a sottolineare differenze, distanze e rispetto reciproco, è uno degli ambiti che ha visto la maggior esplosione di neologismi.
Si consideri la tabella seguente a titolo del tutto rappresentativo, in realtà esistono centinaia di vocaboli katakana assonanti all'inglese.

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l’invidia della crocifissione

9 Novembre 2006 Commenti chiusi

a giudicare da questo sito sembra che i giapponesi nutrano una curiosa invidia della crocifissione. La parte dei romani però spesso spetta ad alieni, eroi power rangers assimilabili o esseri affetti da varie forme di mostracismo. succulento.

   

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