black atheist power
Esistono minoranze talmente innocue e relegate nella loro autoreferenzialità da essere considerate fashion. Non sto parlando dell’anal bleaching ma di un’altra forma di sbiancamento: l’ateismo emergente di alcuni afroamericani.
Un buon articolo del New York Times, non a caso finito nella sezione Fashion & Style, affronta questa nuovo coming out. La storia della rivendicazione dei diritti civili per i black americans è sempre andata a braccetto con le varie chiese battiste. Ne risulta l’indissolubile identità tra comunità nera e chiesa protestante. Tanto che se ti dichiari ateo non sei nero, sei bianco. Le nuove tecnologie hanno permesso di mettere in relazione questa orrenda genia di black atheist che si incontrano secondo le modalità tutte statunitensi di gruppi di supporto proprio perché dichiararsi atei nella società nera statunitense è socialmente aberrante. Nelle chiese ad esempio sono benvenuti membri delle gang, spacciatori, omicidi ma l’onesto cittadino non credente viene messo al bando dalla comunità. Molti genitori preferiscono dichiarazioni di omosessualità a dichiarazioni di ateismo.
Il cristianesimo fa ancora i suoi schiavi…
Roma, gravissima la madonna
–> tutto il reportage fotografico sul drammatico episodio
Kanamara Matsuri
Propriamente si tratta del festival del cazzo di kawasaki, nulla di diverso dalle falloforie greche passate poi sotto l’egida del cristianesimo grondante sangue e pezzi di santi.
Credo il video sottolinei pure la festante differenza tra la liberazione etica della sessualità popolare dalla pornografia del potere rappresentata invece dalla statuetta di priapo fatta passare tra le mani e le bocche delle pulzelle invitate alle cene di Arcore.
grazie a BlackHormo della segnalazione
pornoguerrilla
segnalo il nuovo blog pornoguerrilla e la nuova serie di Rosario Gallardo, cui rubo un paio di immagini
da non perdere anche la serie cefalopode… c’è sempre tanto bisogno di foto con i polipi!
alicia
la governatrice che mi scoperei
Il caso Sarah Palin è sicuramente un interessante caso di studio politico.
In questi giorni la stampa statunitense non fa che parlare della carica sessuale incarnata dalla governatrice dell’Alaska, "la donna che ogni uomo desidera", nonché modello per molte donne cerebrolese. C’è di che riflettere. Mi sembra di ricordare che ai tempi del Partito dell’Amore di Moana Pozzi e Cicciolina, si parlava di tette esibite ma non certo di "carica sessuale".
La scelta dei repubblicani di candidare una donna è stata sicuramente spiazzante e sicuramente più coraggiosa di quella fatta dal poco black (power) Obama. Il punto focale però è che non si tratta di una scelta di gender quanto di una scelta di sesso. Lo spiega bene un simpatico articolo apparso su The Nation (tradotto e pubblicato da Internazionale), da cui rubo alla grande, e soprattutto lo spiega sinteticamente alla perfezione uno degli slogan impressi sulle spillette di alcuni sostenitori della Palin: "You go, GILF".
MILF è l’acronimo di Mother I’d Like to Fuck e identifica il genere porno delle "cinquantenni" porche. GILF diventa Governor I’d Like To Fuck (esiste anche la vera versione internet di Grandmother I’d Like…). Ora, non pretendo di aver ragione, ma credo che la mangia hamburger d’alce, che si fregia di essere per l’interpretazione letterale delle sacre scritture, sia quanto meno un’ottima metafora del perché la destra stravince ovunque.
Prosegui la lettura…
Piacere Dolore Potere
Il libro, di Jean-Manuel Traimond, Eleuthera, mi è stato regalato. Lo ammetto, ho sempre dei pregiudizi nei confronti di libri con copertine fetish/glam/sm. L’ho visto, me ne hanno parlato bene, ma non l’ho mai preso. Sbagliavo. Ne vale la pena.
E’ un testo ben scritto, veloce, scorrevole, non cade nelle banalità eziologiche di quasi tutti gli altri testi a tema, non fa, ad esempio, tutto il giro dal marchese de Sade passando dal compagno di merende Sacher-Masoch e, soprattutto, affronta il tema del sadomasochismo-organizzato dal punto di vista libertario.
E’ un pamphlet utile ad intaccare il nodo della violenza, violenza contrattata e del potere organizzato (aggettivo ricorrente) che negli ambienti della sinistra (radicale e non) è ancora considerato tabù, facendo dei centri sociali in genere, dei monasteri per alternativ* e reiett* vari.
Jean-Manuel Traimond, anarchico francese che ha passato alcuni anni della sua vita a Christiania, ha una semplice e assai condivisibile tesi: un potere contrattato e organizzato, con tutti i rapporti interpersonali che ne possono conseguire, è qualcosa di assolutamente liberatorio rispetto alla costrizione di un potere sociale non organizzato dal basso e non da tutt* condiviso. "L’azione concertata, negoziata, simmetricamente soddisfacente piuttosto che lo sfruttamento asimmetrico e subìto" (p.15). Organizzare il rapporto sadico-masochista all’interno di una scena concordata (nel senso teatrale del termine) è esercitare una forma di potere biunivoca e da entrambe le parti riconosciuta e richiesta, in qualche modo un superamento del potere stesso. Era un po’ il senso del silenzioso post precedente, fatto provocatoriamente nella giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Nulla di tutto questo accade nella società del capitalismo avanzato che anzi ingloba (si direbbe sussume, se non si rischiasse l’accusa di intellettualismo) la violenza in forme traumatiche per gli individui. I sadici e i masochisti, nel senso più negativo della comune accezione, sono i militari, le polizie, i governanti, i capi. Per loro c’è sempre uno spazio d’esercizio ben retribuito, e chi ne fa le spese diventa puramente vittima. "Il rifiuto di far uscire il sadomasochismo dalla clandestinità continuerà ad infoltire i ranghi di militari, poliziotti, carcerieri e via dicendo" (p.162). Liberarsi significa svincolare, prendere coscienza del proprio ruolo all’interno dello scambio di potere e crearne una scena concordata e cosciente in cui Padrone e servo scelgano liberamente la propria posizione.
In Piacere Dolore Potere ci sono interessanti e importanti digressioni sulla fisiologia del dolore con i giusti riferimenti a Damasio e Dennett, autori conosciuti nel campo delle scienze cognitive. Il libro si dilunga un po’ eccessivamente sulle modalità dell’organizzazione delle scene sm, e va bene, è utile alla comprensione, ma lo fa a scapito della analisi del sadomasochismo sociale; sicuramente la parte più interessante. L’autore inciampa sul dettaglio e i motivi del sadomasochismo nipponico (che non può essere considerato nell’orbita occidentale) e spende troppo poche parole sulle forme di sadomasochismo tribale, sull’autolesionismo e su quella stupenda patologia di massa che affligge il popolo ebraico (unico, tra i popoli, eletto di fronte a dio e perseguitato dall’uomo). Jean-Manuel Traimond regala però un bellissimo capitolo sulla religione ("L’Antico Testamento rappresenta il sadismo di Dio contro il masochismo dell’uomo, il Nuovo Testamento il sadismo dell’uomo contro il masochismo di Dio!" p.150), che adeguatamente ampliato varrebbe una ricerca a parte, con citazioni di questo tenore, parla Marguerite-Marie Alacocque, iniziatrice della venerazione del Sacro Cuore:
Ero così delicata che la minima sporcizia mi faceva battere il cuore. [Gesù] mi riprese così fortemente su questo punto che una volta, volendo pulire il vomito di una malata, non potei trattenermi dal farlo con la lingua. Gesù mi fece provare tante delizie in questa azione che avrei voluto avere l’occasione di farne di simili tutti i giorni. Per ricompensarmi, la notte seguente mi tenne due o tre ore con la bocca incollata sul suo Sacro Cuore.*
* originariamente citato in Jean-Noel Vuarnet, Extases fèminines, Hatier, Paris, 1991
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