porno da turchi
La Turchia è quel mediatore evanescente che collega Oriente ed Occidente. Come paese culturalmente dominato dall’Islam è quindi un’assoluta eccezione. Dai tempi di Atatürk fino alle elezioni di pochi giorni fa la cosiddetta “componente laicista” (di fatto militari nazionalpopulisti d’ispirazione kemalista) ha sempre tentato di zittire politicamente la componente musulmana che permea la società. Lo stato d’eccezione e i contrasti costanti in seno a questa perla mediorientale emergono anche in campo pornografico. Dopo un lungo periodo di produzione di pellicole softcore ispirate – guarda un po’! – alla commedia sexy all’italiana degli anni 70 (si vedano i poster d’annata), nel 1979 viene distribuito il primo porno hardcore targato turchia: Öyle Bir Kadın Ki; nel 1980 il colpo di stato kemalista vieta le pellicole a luci rosse (cioè i laicisti vietano quello che con governi di orientamento islamico era tollerato, dovrebbe far riflettere). La produzione è poi ripresa negli ultimi anni 90 ed è continuata con film prevalentemente di bassa lega e di altrettanto basso budget. Ad oggi la maggior parte delle case di produzione turche, come la Trimax hanno sede in Germania ma continuano a recrutare bellezze anatoliche. (fonte wikipedia)
Le immagini che seguono nella galleria sono momenti della vita erotica turca raccolte dal fotografo Michael J. Berkowitz. Risalgono ai primi anni ’60, rinvenute in una vecchia libreria di Istanbul. Istanbul porn, porn Istanbul! Come cantavano i CCCP.
lezioni di… piffero
flash in vaticano
C'è un che di molto complesso che mi ha sempre attratto nel flash in public. E' un evento fulminante nella sua rapidità. Non può essere scoperto, se lo fosse non sembrerebbe vero. Ma lo scatto fotografico lo sospende e gli dà un'aura di possibilità. Il luogo può essere qualsiasi, purchè pubblico, frequentato. Ideale la piazza, meglio il supermercato, divino nella Città del Vaticano.
canzone dell’estate
…e ricordate, per una navigazione sicura:
– una mano sul mouse
– l'altra mano sulla scrivania
– la porta sempre aperta
P.S. Ricordo una frase di Rocco Siffredi pronunciata al FICEB (festival dell'erotismo di Barcellona) lo scorso anno: "gli spagnoli in materia sessuale sono almeno 30 anni avanti a noi"
la bibbia e lo sguardo pornografico – vol.3
Termino qui le disquisizioni-(ec)citazioni bibliche. Finisco postando quello che in realtà doveva essere l'articolo iniziale, quello che ha dato l'incipit e che poi ha spinto la ricerca oltre (vedi vol.1 e vol.2), nelle viscere delle pergamene testamentarie, vestito con un novello indiana jones, ma in latex (alquanto scomodo sotto il sole). Tutto era cominciato da questo dignitoso articolo circa il rapporto bibbia-pornografia-sguardo. L'autrice indaga, seriamente, la nascita filologica del termine pornografia partendo dalla bibbia. Si scoprono cose interessanti.
fuggite la fornicazione!
Tra le lingue primigenie della bibbia c'era il greco. Nulla di nuovo. A tutt* torna alla mente di aver sentito ripetere a non finire la parola "fornicatori", "fornicazione" tutte le volte ci inchiodavano ai banchi delle chiese. Fornicare significa avere rapporti
sessuali con una persona che non sia il coniuge, commettere adulterio insomma; ovviamente anche con prostitute.
Alcuni simpatici esempi di come la fornicazione non sia proprio ben accetta nelle comunità giudaico-cristiane:
1 Timoteo 1:10
10 per i fornicatori, per gli omosessuali per i rapitori, per i falsi, per gli spergiuri, e per qualsiasi altra cosa contraria alla sana dottrina,
Ebrei 13:4
4 Sia il matrimonio tenuto in onore da tutti e il letto coniugale sia incontaminato, poiché Dio giudicherà i fornicatori e gli adulteri.
Apocalisse 22:15
15 Fuori i cani, i maghi, i fornicatori, gli omicidi, gli idolatri e chiunque ama e pratica la menzogna.
Ebrei 4:13
13 E non vi è alcuna creatura nascosta davanti a lui, ma tutte le cose sono nude e scoperte agli occhi di colui al quale dobbiamo rendere conto.
1 Corinzi 6:18
18 Fuggite la fornicazione. Qualunque altro peccato che l'uomo commetta è fuori del corpo, ma chi commette fornicazione pecca contro il suo proprio corpo.
Ebbene, fornicazione è la traduzione del greco πορνη, porné ovvero l'atto di prostituirsi e ciò che ruota attorno al consumo della prostituzione. La pornografia diventa quindi la scrittura, rappresentazione, dell'attività attinente alla prostituizione. "Fuggite la fornicazione" dice l'ultimo passo citato (φευγετε την πορνειαν)… credo sia per questo che i preti non pagano i ragazzini abusati.
video fluidi
Agli amanti del binomio corpo-fluidi di ogni specie segnalo due video, non recentissimi.
–> impossible love è un video dal sapore deleuziano girato da Luca Curci e Fabiani Roscioli.
–> nessuno è un bel video musicale girato nel latte (o simil tale) dal duo Robertina-Gatto Ciliegia.
da Abramo al bukkake
A volte i post non arrivano semplicemente perché si è presi dal lavoro. Altre volte volte è meglio tacere e non postare nulla, limitando l’entropia dei database di noblogs, già messi a dura prova in questi giorni. Oggi però sono in vena di esternare banali considerazioni. E fare dell’autobiografismo spicciolo dimostrando che i blog fanno davvero cagare e che basta mettere un titolo che tira perchè tutti ci clicchino.
Visto che fin dalla mia più tenera età l’onnipresenza dei tabù sessuali mi spingeva ad occuparmi di qualsiasi cosa trattasse dell’argomento fica, sono sempre stato attratto anche dai nomi che gravitano attorno al sistema sesso.
Uno tra tutti: labbra, della vagina ovviamente. Cioè, se non avessero un rapporto diretto con le altre labbra, quelle della bocca, perché chiamarle così – si chiedeva il bambino fastidio – ? E ho quindi iniziato a suggere e leccare passere (saltuariamente peraltro – senza falsa modestia) delle malcapitate che si prestavano al cunnilincto, folgorato ormai dalla assoluta chiarezza del concetto di “rapporto orale”; che, almeno dal lato maschile (o saffico per par condicio) è l’esatto incontro tra due bocche, con le loro labbra, gli umori secreti, i suoni, gli odori.
Si unisce a questo quella dimensione fantasmatico-voyeuristica che spinge ogni raggazzino sano al desiderio di possedere quei magici occhialini a raggi X (pubblicizzati in ogni rivista nel ventennio ’70-’80) che avrebbero finalmente permesso di vedere sotto quegli ignobili vestiti anni ’80 e di associare finalmente un viso ad una vagina dando così credito alle più moderne teorie della fisiognomica machista di cui mi sento nobile esponente… perchè in fondo ogni cazzo assomiglia al suo portatore e non vedo perché le vagine non debbano avere una loro personalità, oltreché un’intimità, (e non parlo delle tette perché dovrebbero aumentarmi lo spazio su disco per starci dentro!) esattamente come ogni cane assomiglia al suo padrone. Ecco il perchè delle immagini di questo post, oltre il fatto che coltivo un’insana passione per i parallelismi, i paralogismi e i paralipomeni.
Di figa se ne vede fin troppa su internet, tanto che quasi quasi (QUASI!) perde di senso (qualità-quantità-qualità… quelle cose lì che si imparano alla scuola hegelo-marxista); ecco perchè volevo contestualizzarla assieme alla sua controparte linguistica in un rapporto che più che sessuale è sintattico. LABIA sia, dunque. Le femministe non me ne vogliano, si tratta solo di un “sapere situato” di un maschio occidentale eterosessuale, giusto per tirare in ballo Donna Haraway, un esercizio di amore e devozione per la fisicità femminile.
Disclaimer: non voglio che qui si tiri in ballo quel libro di merda che va sotto il titolo “i monologhi della vagina”, quindi astenersi dal benché minimo accenno nei commenti, grazie.
Si parli piuttosto di qualcosa di più raffinato ed esoterico: la Kabbalah (srotolata con le dovute pinze visto che non ne sono attento studioso). Nel misticismo ebraico, con particolare riferimento all’albero della vita – già presente nel giardino dell’Eden, cfr. Genesi 2:6 è lo stesso albero da cui dondola l’Appeso, il XII arcano maggiore dei Tarocchi – si delinea una fondamentale differenza con il cristianesmo che vede in ogni secrezione l’emanazione negativa di una marcescenza interiore segno evidente e marchiante del peccato cui deve far capo una meticolosa purificazione. Devo l’imput-pluto-giudaico-massonico alla seguente frase, buttata lì, da Zizek in un suo libro:
Se nel cristianesimo lo sperma non indirizzato all’ovulo con buona mira riproduttiva, imbratta e rende impuro ogni elemento (e tralasciamo le mestruazioni!), nella kabbalah è decritta la cena sacra, in cui ci si delizia delle essenze fluide del maschio e della femmina; mischiandole si ottiene un elisir che conferisce una magica potenza a chi vi intinga le labbra (!) ed è la pietra angolare della saggezza. Le liquide emanazioni femminili sono chiamate Kala. In sanscrito significa stella e anche profumo. Il kala varia durante i 28 giorni di ciclo lunar-mestruale e contribuisce (tanto quanto le variazioni del fluido maschile) a mutare il sapore dell’elisir, che raggiunge il massimo della sua efficacia quando il suo gusto si avvicina a quello del miglior miele. Si dice essere l’equivalente umano più vicino alle emanazioni che passano da un’entità (Sefirot) all’altra dell’albero della vita durante il suo processo creativo. Questo ha una particolare rilevanza considerando il quattordicesimo ramo dell’albero; esso unisce Chokhmah (la Sapienza) e Binah (l’Intelligenza), l’asse principale su cui si regge l’universo (si veda l’immagine per capire).
Nel bel film La commedia di dio di João César Monteiro, il gelataio “impreziosisce” il suo gelato mettendo a bagno delle giovani fanciulle nel latte assieme ai loro umori.
Quindi di “Abramo” se n’è parlato… ora tocca al bukkake.
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