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donne con la pistola

5 Gennaio 2009

L’estetica è etica. Partiamo da questo dogma e dall’assunto che Tsahal è pieno di figa.

Il discorso era cominciato qualche post fa e ora vorrei contestualizzarlo al massacro palestinese in corso. Il mio stupore (oltre che dal sincronismo con Fulvio Abbate) deriva dal fatto che tra le persone che comandano le operazioni militari ci sia una donna, Tzipi Livni. Sarà che sono cresciuto intellettualmente accanto ad alcune professoresse femministe che mi avevano convinto che le donne non fanno la guerra proprio per la peculiare caratteristica di generare la vita e quindi sulla visione del mondo che ne deriva. Ho quindi pensato, giustamente, che Margaret Thatcher e Condoleeza Rice fossero uomini più o meno ben conciati (o al massimo automi umanoidi), ho tralasciato la Palin e sono saltato alla ministra degli esteri israeliana e alle sue machiste esternazioni e ho cominciato ad ingrassare i miei dubbi su grossa parte dell’ideologia femminista e del fatto che le donne sarebbero “biologicamente” distanti dalla guerra.

Ho sempre coltivato il banalissimo fetish della donna in divisa per poi avere conati di vomito dettati forse da residui di odio di classe (si scusi la parolaccia vetero) qualora me le fossi trovate davanti. Questo perché un conto è il desiderio e la fantasia, un altro conto è il deserto del Reale. Non a caso diverse donne nutrono fantasie di violenza e/o stupro ma nessuna di loro vorrebbe, ovviamente, trovarsi in una simile situazione. Addirittura il fatto stesso di scoprire che una donna possa fantasticare sulla violenza su di sè è, per il partner, destabilizzante. L’immaginario poi di chicks & guns è sempre esistito negli Stati Uniti con svariaterrime riviste dedicate, ma la donna non compare come soggetto agente di violenza (militare); piuttosto viene rappresentata, eredità delle pin-up dell’ultima guerra mondiale, come oggetto portatore ed espositore di armi, poppe o fucili che dir si voglia. Nell’estetica del guerrigliero (come nella propaganda sovietica) la donna in armi è un soggetto combattente parificato all’uomo combattente (il genere viene sospeso dalla divisa e sottomesso al grado militare), quindi non è tanto vettore di desiderio machista quanto rappresentazione idealistica della comunanza di intenti. L’arma nelle mani di una donna rivoluzionaria è un mezzo, non un simbolo fallico che, nell’ottica della castrazione maschile, la completi. L’estetica islamica invece veicola l’elemento culturale musulmano desessualizzato e quindi sessista (peccato, perché il burka abbassa molto) e quindi la donna prende le armi a difesa dello status quo, contro un aggressore culturale, non con modalità di emancipazione; diventa dunque totalmente oggetto di conformazione dell’ordine di dominio maschile.


Del tutto diversa è l’estetica di uno dei più potenti eserciti del mondo, Tsahal: soldatesse giovani e carine che si addestrano, si impomatano reciprocamente il viso di terra e giocano safficamente alla guerra. Sotto questo aspetto è un esercito unico, capace di far proprie le strategie di marketing del porno e di generare icone di pubblico gradimento.
Per molti altri aspetti è unico: è un esercito che, a partire dal nome, dovrebbe essere solo di difesa, invece ha sempre attaccato. E’ un esercito composto da immigrati: cittadini ebrei statunitensi e, per la stragrande maggiornaza, cittadini ebrei ex-sovietici, chiamati con promesse di denaro e terra da apposite rappresentanze israeliane all’estero adibite al reclutamento e alla riunificazione della diaspora, i cosiddetti “centri di cultura ebraica”. E’ un esercito che svolge un’azione militare riconducibile a pretese religiose (come le guardie svizzere, ma un po’ meno gay). E’ appoggiato e armato quasi totalmente dagli Stati Uniti e gode del quasi assoluto silenzio internazionale perché risentiamo ancora dell’inconscio senso di colpa della shoah e quindi non ci è possibile la critica nei confronti degli ebreo-istraeliani… ma torniamo alle ninfette lanciagranate che, proprio perché assurte ad icona, non vengono mai ritratte in sporchi compiti di azione militare reale ma solo nella sua accezione ludica, in cui l’unico sporco è il fango spalmato, non il sangue arabo.

E’ la loro rappresentazione iconografica positiva di tenere soldatesse al servizio della “Patria”, in un esercito di Difesa, che rivela tutta la negativa realtà di un esercito di occupazione e sterminio. Forse è proprio a partire da una simile rappresentazione estetica che va riletto il vero volto dell’esercito israeliano e del suo ruolo. Certamente anche in questa modalità estetica la donna viene usata per veicolare un messaggio, secondo l’ennesimo copione pubblicitario. Ma non è questo che più terrorizza. E’ il sapere che dietro queste organizzazioni propagandistiche ci sono altre donne (come ci sono nel marketing), a fronte di schiere di maschi che sono naturalmente propensi ad atteggiamenti e pensamenti fascistoidi, e l’incapacità da parte di queste donne di riuscire a veicolare una prospettiva di genere che non collimi con quella del potere dominante dei loro colleghi maschi. Forse dietro il caso israeliano si cela pure quell’odio del sé ebraico di cui parlava pericolosamente Theodor Lessing che se a partire dalla metà del Settecento spinse gli ebrei europei ad uscire dai ghetti e ad essere “assimilati”, in Israele spinse gli ebrei ad uscire da quei grandiosi esperimenti di vita sociale che furono i kibbutz.

Gioverebbe il ritorno ad una estetica che rappresentasse procaci contadine israeliane intente a raccogliere socialisticamente e russmeyeristicamente la frutta dei kibbutz.

  1. 5 Gennaio 2009 a 15:48 | #1

    La cultura islamica maschilista patriarcale (la stessa che reifica le donne a scrofe sfornapargoli e che ha portato alla follia tumolare demografica palestinese, una vera e propria arma demografica, un bubbone in crescita esponenziale che sta esplodendo ora facendo vittime nel corpo che lo ha fomentato) ha l’estetica e la semantica della morte attraverso il suicidio martirizzante.
    Ieri una donna sunnita irachena si è fatta esplodere a Baghdad, uccidento 38 sciiti e ferendone altri 55.
    La merdaglia ideologica islamica proclamata da barbuti maschilisti wahhabiti padri padroni zeloti di allah (possiamo metterci anche pure il nazi, come attributo, come è risaputo) produce una societa virulenta un pochetto più agressiva e portatrice di morte delle soldatesse lesbo gnocche dell’esercito israeliano.
    Noto la schizofrenia della sinistra (?) strabica e masochista, continua ad apologizzare e a difendere manicheisticamente quanto di più lontano esista dagli ideali di libertà, uguaglianza, laicismo, parità tra i generi che questo merdame religioso di hamas sta accumulando da anni a Gaza.
    Chiedete ai resistenti laici di Al Fatah qualcosa a proposito.
    Hamas ha islamizzato la Palestina, ha introdotto la zootecnia religiosa sfornapargoli futurisoldati e sta raccogliendo il vento che ha seminato.

    Ora mi guarco un po’ di Shakti israeliane.

  2. fastidio
    6 Gennaio 2009 a 11:57 | #2

    La tua nota è assolutamente lecita; forse va ribadito che l’estremismo islamico è stato alimentato da Stati Uniti e Israele proprio per eliminare quelle frange laiciste potenzialmente “comuniste”. E mi riferisco alla nascita, crescita e svezzamento di personaggi fantomatici ma a suo tempo finanziati dalla CIA come bin Laden o Al-Zawahiri o al fatto che la crescita di Hamas è stata fomentata dal Mossad per marginalizzare Al Fatah.Inoltre gli Stati Uniti spinsero per elezioni immediate in Palestina proprio mentre Hamas viveva il suo apice di consenso (Abu Mazen era assolutamente contrario infatti e voleva prender tempo).

    Alla fine i bubboni di cui parli partono da punti neri lasciati ad incistare e poi titillati per poter giustificare la presenza di un nemico che possa legittimare il potere opressivo delle potenze mondiali.

    Lo scontro di civiltà è solo l’ennesimo teatrino ben architettato

  3. Luna
    8 Gennaio 2009 a 15:18 | #3

    Il commento di AWoman.AMan è quanto di più classico e tipico si possa avere da una persona magari non di destra ma comunque infastidita o forse spaventata dalla sinistra. È un rigurgito di mezze verità e di mezzi ragionamenti mi auguro causati da disinteresse più che da qualche interesse. La risposta di ‘fastidio’ mette in luce quello che nessuno, al servizio del potere, vuole ammettere: “La colpa è nostra.” Se vai a tirare le orecchie al cane quello ti morde prima o poi. Quello che più mi da fastidio nel primo commento non è solo il solito appiattimento propagandistico “se sei per la Palestina allora sostieni Hamas”, ma il raggruppare tutta la sinistra come sostenitrice di un gruppo, sebbene di resistenza, pur sempre fascista. No, mi dispiace ma strabico sei tu. Strabico e sordo (oppure strabica e sorda, scegli tu ;D)

    In fine, una nota di dissenso da quanto detto da ‘fastidio’ in coda al suo commento del commento a proposito dello scontro di civiltà. Non è l’ennesimo teatrino, è sempre lo stesso teatro. Pensaci bene. La cosa nuova, o meglio quello che cambia, sono gli attori e la loro interpretazione della “Comedia”.

  4. 15 Gennaio 2009 a 16:59 | #4

    La sinistra?
    Se osserviamo i canoni, i parametri che dovrebbbero essere cari alla sinistra

    uguaglianza
    rispetto della donna
    sostenibilità ambientale
    evoluzione culturale, economica della popolazione
    laicità
    parita tra i generi
    libertà
    antinazionalismo
    antiimperialismo
    spirito comunitario e comunanza

    chi tra i due belligeranti sostiene ed implementa di più questi valori?
    Luna, questa guerra è la guerra delle metà.
    A metà la fanno
    A metà hanno responsabilità di una situazione esplosiva
    A metà
    Pensare che ci sia il bene da una parte e il male dall’altra, da una parte la destra e dall’altra la sinistra, è un atteggiamento morale, manicheo, una specie di religione che ci si costruisce in testa e con la quale non si arriverà MAI ad una guarigione.

    Io voglio sostenere le persone che hanno a cuore una convivenza pacifica con altri comunità e con Natura Madre.
    Cosa applichiamo, delle etichette, per scherzare un po’?
    Di nazihamas non so che farmene
    Dell’imperialismo stalinistasovietico di israele neppure.
    Della corruzione di alfatah (che ha portato al collasso la resistenza laica in palestina) neppure.

    Israele ha fatto esattamente come fecero le canaglie USA in Afghanistan finanziando AL Qaeda in funzione antisovietica, finanziando hamas contro OLP & Al Fatah. E ora?
    La socialità di hamas (come quella di camorra ndrangheta o cosa nostra in sicilia, quando c’erano i capimandamento non c’era uno scippo uno, qui…) in palestina, pensi che sia disinteressata? Per il bene di palestina e israele o solo la droga con cui del clero teocratico sta alimentando il gregge che intende governare poi e portare al martirio (non è una battuta)?
    Ci sono due imperialismi nazionalisti virulenti ed in espansione che cozzano.
    Solo che uno ha più armi e potere di distruzione dell’altro. La maggior potenza israeliana ha permesso che questi commettessero crimini atroci e perpetrati contro la popolazione residente in maggior numero, tempo e frequenza.
    Se si potesse fare un esperimento di inversione, sarebbe molto facile osservare la IV potenza militare del pianeta, Hamas, come gestirebbe il conflitto con Striscia di Israele.
    Se qui qualcuno pensa che ci siano buoni più buoni dei cattivi cattivi, sta facendo della morale.
    E la demografia palestinese criminale, suicida ed omicida, l’ignoriamo? La striscia di Gaza era già al collasso prima che venisse bombardata da israele, sepolta dalla sua stessa crescita. Una popolazione in esplosione numerica completamente fuori controllo che… (dal punto di vista della sopravvivenza) dipende per tutto dal nemico (e in parte dall’Egitto). Ciò, dal punto di vista strategico e bellico, è assolutamente ridicolo.
    Se gli israeliani volessero fare un atto meno appariscente, sarebbe sufficiente che semplicemente isolassero Gaza. Alcuni mesi. Esperimento adiabatico.
    Rendere chiuso quell’ambiente, come lo è la Terra.
    Vivi di ciò che campi.
    In pochi mesi ci sarebbero centinaia di migliaia di morti per inedia.
    Vabbè, lasciamo perdere esperimenti di biologia, tanto è ciò a cui tende, con velocità progressista, l’umanità di sette miliardi di Homo Insapiens, in fantastica, esponenziale, aumento numerico. Più sviluppo per tutti.

    Il teatrino…
    Quando sei nel mezzo di un conflitto, ti demoliscono la casa o l’uliveto o ti arrivano kassam sul supermercato in cui stai facendo la spesa non penso che ci siano attori ma protagonisti, in carne ed ossa, che in quel momento hanno, emotivamente, solo odio e vorrebbero, come prima cosa, eliminare (nel senso letterale del termine) coloro che hanno offeso.
    Teatrino? Mah.
    Secondo me sono meatfore che solo noi che siamo seduti al caldo davanti ad uno schermo, a pancia piena, possiamo pensare.
    Guardate che israeliani e palestinesi non stanno osservando affatto uno spettacolo di teatro.
    Sono i protagonisti di una realtà al peggioramento della quale entrambi stanno mettendo massimo impegno.
    Mo a sinistra si “capisce” i nazi hamas e li si giustifica.
    Se la sinistra è questa, io non sono di sinistra.

    AMan

  5. 15 Gennaio 2009 a 17:02 | #5

    Rendere chiuso quell’ambiente, come lo è la Terra.
    Vivi, campi, di ciò che produce Madre Terra che ti ospita

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