these americans
we are our own devil
Georgina Spelvin si racconta, dopo 35 anni, nel nuovo video Paradise Circus dei Massive Attack.
Innamorata dello sguardo della telecamera, passò alla storia del porno anni Settanta con la pellicola The Devil in Miss Jones.
"We are our own devil"
porno da turchi
La Turchia è quel mediatore evanescente che collega Oriente ed Occidente. Come paese culturalmente dominato dall’Islam è quindi un’assoluta eccezione. Dai tempi di Atatürk fino alle elezioni di pochi giorni fa la cosiddetta “componente laicista” (di fatto militari nazionalpopulisti d’ispirazione kemalista) ha sempre tentato di zittire politicamente la componente musulmana che permea la società. Lo stato d’eccezione e i contrasti costanti in seno a questa perla mediorientale emergono anche in campo pornografico. Dopo un lungo periodo di produzione di pellicole softcore ispirate – guarda un po’! – alla commedia sexy all’italiana degli anni 70 (si vedano i poster d’annata), nel 1979 viene distribuito il primo porno hardcore targato turchia: Öyle Bir Kadın Ki; nel 1980 il colpo di stato kemalista vieta le pellicole a luci rosse (cioè i laicisti vietano quello che con governi di orientamento islamico era tollerato, dovrebbe far riflettere). La produzione è poi ripresa negli ultimi anni 90 ed è continuata con film prevalentemente di bassa lega e di altrettanto basso budget. Ad oggi la maggior parte delle case di produzione turche, come la Trimax hanno sede in Germania ma continuano a recrutare bellezze anatoliche. (fonte wikipedia)
Le immagini che seguono nella galleria sono momenti della vita erotica turca raccolte dal fotografo Michael J. Berkowitz. Risalgono ai primi anni ’60, rinvenute in una vecchia libreria di Istanbul. Istanbul porn, porn Istanbul! Come cantavano i CCCP.
porno a 8 bit
quando i visi dei trentenni d'oggi erano coperti di brufoli e si aspettavano le dieci e mezza di sera per cambiare furtivamente canale e guardarsi Colpo Grosso, c'erano gli amati Atari, i Vic-20 e i vari Commodore… e il porno muoveva i suoi primi passi a nel mondo a 8-bit.
Per rigustarsi il fascino indiscreto dell'hard pixelato (in tempi di alta definizione) segnalo un buon articolo che ripercorre la storia delle console e dei giochini maialini all'insegna del porno-retro-computing.
–> nerd porn
–> girls.c64
–> ascii porn
–> pixel porn
copertine d’altri tempi
censura della censura
Traduco la breve intervista a Takahiko Iimura, regista giapponese d'avanguardia, sulla sua personalizzazione On Eye Rape:
"Il film originale fu recuperato a Tokio da un cesto dell'immondizia. Si tratta di un film americano sull'educazione sessuale in cui viene spiegata la riproduzione sessuale di animali e piante. Io, in collaborazione con un amico artista, Natsuyuki Nakanishi, ho inserito dei buchi in quasi tutti i fotogrammi. Era per protestare contro la censura giapponese applicata alle immagini sessualmente esplicite, e in particolar modo contro la presenza dei peli pubici che i censori avrebbero coperto con segni bianchi. Ho inserito un po' di fotogrammi pornografici subliminali tratti da riviste e sparsi in diversi punti del film. Alla fine, ho inserito bruciature anche sulle immagini subliminali, di fatto 'censurando' le immagini censurate." Takahiko Iimura
che la caccia al fotogramma inizi (nell'immagine in alto un frammento a 3'26'')
–> wget On Eye Rape, 1962, 10', b/n
intervista con Annie Sprinkle
Di Annie Sprinkle si è già parlato: prostituta, performer, pornoattrice e regista, femminista, assolutamente geniale. Si definisce POST-PORN MODERNIST.
Recentemente è apparsa questa intervista per il canale satellitare Jimmy.
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