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d’amore si vive

14 Ottobre 2009
  1. Klem
    14 Ottobre 2009 a 20:03 | #1

    Sempre bello questo documentario, che sbucava ogni tanto anni fa nella programmazione di raitre.
    L’impressione però, rivedendolo dopo tanto tempo, è che nell’italia di oggi questo tema-tabù, la coscienza sessuale di un bambino, risulterebbe ancora più sconveniente e censurabile rispetto ad allora (primi anni ’80 se non sbaglio).
    Sebbene si assista, anche per esigenze di mercato, ad una spinta sociale verso bambini sempre più precoci ed autonomi(moda, modelli proposti da cartoni animati e giochi, etc.)

  2. fastidio
    15 Ottobre 2009 a 8:26 | #2

    è proprio quello che evidenzia dopo 25 anni. quella che sembrava una “liberazione” dei costumi in realtà si è rivelato l’ennesimo bacino di sfruttamento del capitale.
    Sesso? Sì, grazie ma solo se è nelle maglie della produzione… il mercato ci esorta a Godere e consumare estetiche liberate; tutto però nel sublime e perenne mantenimento del tabù.
    Sembrava una rivoluzione e invece era solo un altro aspetto della resturazione.

    Poi ci sono le paure generate dal potere per “farci stare in casa quando viene la sera”, per tenere i figli in casa, e reprimere coi manganelli.
    In fondo oggigiorno molti potrebbero accusarti di pedofilia se intervistassi un bambino su tematiche sessuali… c’è di che riflettere.

  3. Klem
    21 Ottobre 2009 a 20:40 | #3

    Ho guardato anche il secondo video.
    Non so se studiata, ma ho trovato interessante la contrapposizione proprio di queste due interviste (tra le 6 girate).

    Da una parte il bambino che vede, pur nell’innocenza dell’età, il sesso come un gioco bellissimo ed il corpo come uno strumento di piacere naturale e di scambio affettivo.
    Dall’altra la donna che, a discapito del suo essere adulta, è ben lontana da una “corporeità” rilassata e consapevole.

  4. chiara
    24 Febbraio 2010 a 15:09 | #4

    no va beh.
    tu-non-hai-idea-di-che-cosa-hai-postato.
    incredibile quanto certe cose che tu credi facciano parte del tuo bagaglio storico, in realtà appartengono al mondo e sono globalmente condivisibili. ormai.
    un pezzo di individualismo che abbandona la strada di Swann.
    (però che ‘nostalgia’ vedermi sto video nel tuo blog)

    chiara

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