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Archivio del surrealismo. Ricerche sulla sessualità II

9 Gennaio 2007

Il trait d’union tra il primo post sul surrealismo e l’ultimo fatto sullo sperma è il concetto di profanazione, di quell’atto che travalica i limiti della sacralità dettati da una qualsivoglia cultura. Dall’Alcibiade che distrugge le erme si arriva a Benjamin Pèret e al suo desiderio di profanare ostie.
Per profanare occorre agire e marchiare: dalla distruzione simbolica al lascito di un segno che cambi di direzione al significato del simbolo; grafico, organico o mutilante poco importa. Per ogni marchio, per ogni profanazione, c’è un luogo, un luogo prediletto dalla psiche del profanatore all’interno del quale il marchio realizzato si arricchisce. E si sviluppa nell’immagine. Agamben, filosofo che definisce la pornografia “il sogno capitalista della produzione di un Improfanabile”*, sintetizza così il concetto: “Non possiamo portare al linguaggio i nostri desideri, perchè li abbiamo immaginati. La cripta contiene in realtà soltanto delle immagini, come un libro di figure per bambini che non sanno ancora leggere, come le images d’Epinal di un popolo analfabeta. Il corpo dei desideri è un’immagine. E ciò che è inconfessabile nel desiderio, è l’immagine che ce ne siamo fatta”**.
L’immagine va collezionata nella mente, votata al silenzio oppure AGITA, con tutti i problemi di vacuità che il Reale comporta. Quindi non si tratta solo di coltivare un oggetto di profanazione ma anche uno spazio di visibilità entro cui situarlo, un’opera d’arte di profanazione (o da profanare!) in una cornice sacra (la Mona Lisa di Dali’).
La profanazione eiaculatoria sembra avere una sua non-banale topologia, il corpo si fa zona significante, mappa; territorio. Questa è la cartografia segnata da alcuni surrealisti***.

3 marzo 1928

ANDRE’ BRETON: […] Oltre che nella vagina, nella bocca e nel retto della donna, dove vi piacerebbe che avesse luogo l’eiaculazione, in ordine di preferenza?

BENJAMIN PERET: 1- Ascelle 2- Fra i seni 3- Sul ventre.

RAYMOND QUENEAU: Fra i seni. Nient’altro.

JACQUES PREVERT: Sulla schiena. Sul viso. Sui capelli.

ANDRE’ BRETON: 1- Sugli occhi. 2- Sui capelli.

MARCEL DUHAMEL: 1- Sulle natiche. 2- Frai seni. 3- Sulle ascelle.


* G. Agamben, Profanazioni, nottetempo, Roma, 2005, p.102

** Ibidem, p.57

*** Ricerche sulla sessualità, SE, Milano, 2002, p.123

  1. 10 Gennaio 2007 a 10:58 | #1

    very OT
    sulla mediocrità di mckai di cui altrove
    dimenticavo di segnalarti questo, probabilmente lo conosci:
    http://www.profanepirate.com/
    ha delle trovate poppish grezze ma sicuramente più efficaci del patinatume mckai.
    belline, x esempio, le censure in questo trailer:
    http://www.youtube.com/watch?v=_Q6MhUk9PXI
    niente di eccezionale a finale, completismo.

  2. fastidio
    10 Gennaio 2007 a 12:51 | #2

    grazie dei link. confermo la patinatura di mckai dopo aver visto art school sluts, veramente deludente.
    profanepirate mi sembra un po’ troppo glamour. sbaglio?

  3. george
    10 Gennaio 2007 a 19:26 | #3

    bella la mappa che linki.
    trovo molto coreografico l’uso delle mappe per rappresentare sistemi complessi
    ma credo che superato un certo grado di complessità
    tenda a generare solo confusione
    forse a causa dell’overload di informazioni visive che genera.

  4. fastidio
    11 Gennaio 2007 a 17:25 | #4

    credo che lo scopo della mappa in questione sia ANCHE quello di rappresentare la CON-FUSIONE in merito alla psico-geografia dei fetish

  5. 11 Gennaio 2007 a 22:46 | #5

    anche perche’ quella mappa e’ comunque molto parziale, le mille sfumature del piacere sono difficilmente classificabili in modo cosi’ netto e uniforme 😀

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