lepidotteri
E’ di ieri la notizia secondo la quale i Die Antwoord avrebbero rifiutato un milione di dollari pur di non cedere alle richieste mainstream della casa discografica. In periodi di cleptocrazia come questo, con un premier che si comporta come Mobutu, sono un buon esempio.
ZEF style.
video migliori: rich bitch, evil boy, zef side, $copie, live
differenza e ripetizione BIS
differenza e ripetizione
“tutte le identità non sono che simulate, prodotte come un effetto ottico, attraverso un gioco più profondo che è quello della differenza e della ripetizione“
Gilles Deleuze, Differenza e ripetizione
cristina | isabella
Stalin, la Nike e il burattinaio
In un’edizione del 1939 di Materialismo ed empiriocriticismo di Lenin, Giuseppe Stalin appuntò in matita rossa:
1) Debolezza, 2) Indolenza, 3) Stupidità. Sono le uniche cose che si possono definire vizi. Tutto il resto, in assenza dei summenzionati, è senza dubbio virtù. NB! Se un uomo è: 1) forte (spiritualmente), 2) attivo, 3) intelligente (o capace), allora è buono a prescindere da qualsiasi ‘vizio’! 1 e 3 uguale a 2.*
"’bello’ non ti farà vincere nessuna partita. Mai". Questi sono due grandiosi esempi di etica amorale. Sintetizzano, forse lo spot della Nike ancor meglio delle note di Stalin (anticipatrici della filosofia nike), la differenza tra etica e morale.
Segue tediosa dissertazione bignami-filosofica.
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arte e joga
pop a confronto
perfette asimmetrie
L’opera divina è perfetta, l’unica perfettamente simmetrica. Non a caso la cattedrale di Notre Dame (di Parigi ma anche quella di Strasburgo), in quanto espressione dell’opera umana, ha diverse asimmettrie: le torri (una più alta di due metri dell’altra), i portoni della facciata (i due laterali hanno dimensioni diverse). Il fatto che nessun corpo umano sia perfettamente simmetrico, credo sia una buona testimonianza di quanto sia distante dalla creazione divina. La natura si diversifica proprio a partire dalle mancanze di simmetria.
Le asimmetrie vanno adorate, elogiate, diffuse. In esse si esprime la perfezione, sempre impossibile e sfuggente. Un’espressione in-differenza che esige di essere osservata nel minimo dettaglio. L’imperfezione cattura lo sguardo, è perfezione in divenire.
lo sguardo proibito nella camera
Lo sguardo in camera (da presa) è un assoluto tabù del cinema. Lo sguardo in camera (da letto) un must della pornografia.
Chi violi con intelligenza queste due leggi fa la differenza. Perché? E quale meccanismo destabilizzante si cela in questa perversione?
Prendiamo Kubrick, che più di altri conosceva il potere dello sguardo; Full Metal Jacket, seconda parte, Vietnam, una troupe di giornalisti gira un documentario sulla guerra in corso. I soldati colpiti dall’obiettivo come fosse un proiettile esploso da un AK47 puntato su di loro, salutano, imbambolati, partecipano al film, come gli idioti piazzati dietro al giornalista in diretta, creano diversi piani di realtà, vengono fagocitati dall’occhio cinematografico come soldati e sputati come attori nella surrealtà del conflitto. "Are you John Wayne? This is me". Il regista di guerra dice loro di NON guardare nella camera ma proseguire come se essa non esistesse. Ma è praticamente impossibile essere se stessi con un’arma puntata contro.
Spesso si ha la sensazione di essere osservati, percepiamo lo sguardo altrui e d’un tratto ci giriamo e incrociamo lo sguardo che ci faceva avvertire una strana sensazione (Merleau-Ponty conosceva alla perfezione questa dinamica). In qualche modo si è sempre visti ancora prima di essere vedenti. Ma questo non deve accadere nel cinema, non può essere svelato.
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