La generazione degli attuali trentenni occidentali, e le generazioni a seguire, è in gran parte cresciuta seduta di fronte ai cartoni animati giapponesi sparati dal tubo catodico, trovandosi spesso davanti a nuove simbologie rimaste poi incomprese.
Uno di questi simboli è il polipo. Il cefalopode rappresenta lo spirito della curiosità, è un essere positivo, rappresentato sempre con personaggi divertenti e un po’ sciocchini, sicuramente molto kawaii. Ovviamente si parla di un animale ben presente nell’immaginario collettivo giaponese per evidenti questioni di origine alimentare e, non secondariamente, di folklore. La cosa per noi più difficile da capire è l’ossessione nipponica per il sesso con i cefalopodi fino ad essere diventato un vero e proprio genere, il tentacle rape. Le storie hentai sono piene di incontri intimi tra essere umani e cefalopodi e non mancano film dedicati come Hokusai Manga del 1981, le cui immagini sono molto eloquenti. Esiste anche una serie animata degli anni 60, Kure Kure Takora, che molti considerano piuttosto azzardata nei contenuti; narra delle strane avventure amorose di un polipo e una nocciolina gigante. Alcuni episodi della saga sono online.
La metafora lampantemente fallica legata ai tentacoli che vanno insidiandosi in ogni orifizio, va sicuramente contestualizzata nell’immaginario che l’arte del grande Hokusai ha contribuito a plasmare. Tutto inizia con la mitologia e sfocia imponentemente nella modernità grazie al "sogno della sposa del pescatore", dipinto in cui un polipo avvinghia una donna senza lesinare su un lussurioso cunnilingus a ventosa. Il dialogo, il cui testo fa da sfondo alla bizzarra unione in piena tradizione shunga – che nasce in questo periodo e darà avvio al moderno filone dei manga, è altrettanto succulento; tra i due soggetti principali si intromette anche il piccolo polipo, desideroso di fare nuove esperienze:
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GRANDE POLIPO: Il mio sogno si è infine realizzato, in questo giorno dei giorni. Alla fine ti ho presa nella mia morsa. La tua bobo è piena e matura, che meraviglia! Migliore di ogni altra! Succhiare, succhiare e succhiare ancora. E dopo averlo fatto con maestria, ti guiderò al palazzo del Drago del Dio del Mare e mi avvilupperò a te.
VERGINE: Maledetto polipo! Succhiandomi alla bocca dell’utero mi togli il respiro! Aah! Sì… è… lì! Con la bocca, succhia!! Dentro, dimenati, dimenati, oooh! Oooh, bene, oooh dai! Lì, lì! Lììììì! Daaai! Ouh! Aah! Dai, bene così, aaaahh!!! Non ancora! Finora gli uomini chiamavano me polipa! Una polipa! OoH! Auh! Puoi… !? Ooh!
GRANDE POLIPO: Con tutti gli otto tentacoli che si attorcigliano!! Come ti piace così? Ah, guarda! Si è tutta gonfiata, bagnata dalle calde acque della lussuria.
VERGINE: Sì, ora brucia, ma presto non sentirò più nulla tra le mie anche. Ooooh! Niente più limiti o frontiere! Sto scomparendo…!!!
PICCOLO POLIPO: quando papà avrà finito anch’io voglio strofinare ancora e ancora la mia bocca sui bordi del tuo posto peloso finchè non sparirai e allora io succhierò ancora chyu chyu…
A contribuire alla diffusione massiccia del sesso tentacolare è arrivata, come spesso è accaduto nella storia, la censura. La morsa censoria viene applicata nel secondo dopoguerra, con la breve occupazione da parte dell’esercito statunitense e l’imposizione del pudore occidentale legato alla rappresentazione del coito e dei genitali. Il Giappone ha regole molto curiose in tema di censura, almeno dal punto di vista dell’occidente contemporaneo. E’ consentita la rappresentazione della nudità ma NON nel dettaglio degli organi riproduttivi. I due sessi non possono essere mostrati nella loro unione, e non è ammessa la visione dei peli pubici*. Questo spiega il perchè dell’effetto mosaico (chiamato bokashi) nella produzione pornografica.
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Quindi, l’unione genitale, l’amplesso, non è esplicitamente rappresentabile, tutto il resto è concesso (a patto di non offendere la pubblica morale, art. 175 del codice penale – sull’oscenità): oggetti, inserzioni bizzarre, sesso con alieni e, perchè no, con polipi, già presenti nel fantastico reame immaginifico del sol levante. Diventava più semplice, ai fini dell’elusione della stretta censoria, rappresentare una deflorazione da parte di un tentacolo che non di un pene.
La censura nipponica ha generato la produzione di sesso xenofilo.
* nel 1981 il governo giapponese decretò la possibilità di aumentare del 5% la rappresentazione del pelo pubico.
fonte: G. Rossetti, Japan Underground, Castelvecchi, Roma, 2006, p.86
RIFERIMENTI:
–> approfondimenti sul tentacle sex/rape: 1, 2, 3, 4
–> demoni e spiriti nella mitologia giapponese
–> netsuke di polipo
–> galleria di shunga
–> glossario di termini giapponesi legati all’arte
–> sinossi di Hokusai Manga
–> approfondimento sulla censura nipponica
–> la censura nel cinema
–> approfondimento sui pinku-eiga e i roman-porno nel cinema giapponese (in spagnolo)
–> porno link: una ragazza e il suo polipo
–> octopus girl takoko action figure
–> octopus rape giochino giapppo in flash
–> video di una giapponesina che lecca un polipo, morto
–> arte occidentale: 100 ragazze e 100 polipi
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