il gioco dell’estate
In una delle conferenze più belle cui abbia assistito in tutta la mia inutile vita fui illuminato da una frase in grado di fornirmi la chiave interpretativa per distinguere lotta politica giusta da lotta politica non-giusta: Pietro Ingrao parlava del comunismo come "diritto all’ozio". Lo trovai rivoluzionario, anche se il ministro Brunetta (il più apprezzato dal popolo-bue, tanto per dire il livello di populismo cui siamo giunti) non sarebbe altrettanto d’accordo.
Capisco solo ora quanto avesse ragione il compagno Ingrao; i preti della mia infanzia si raccomandavano di non cedere mai, nelle pause estive, all’ozio. Non capivo il perché, ma quando mi guardai le mani a fine estate, alle medie, tutto fu chiaro. L’ozio spinge a pensieri impuri. E, per chiudere il mio sillogismo, il comunismo conduce a pensieri impuri. I preti sono anticomunisti e assolutamente antiporno, a meno che non ci siano minori di mezzo.
Ora che l’anticiclone delle Azzorre porta la stabilità dell’alta pressione suggerisco delle oziose attività da svolgersi durante la canicola estiva. Se proprio non si possiede un’innata vena artistica e la dovuta capacità tecnica, defacciare immagini hard potrebbe non rivelarsi semplicissimo. Suggerisco quindi la strada più oziosa e divertente: costruirsi un bel paio di occhialini 3d, quelli che hanno fatto sognare generazioni di cinefili-ludici, e passare in rassegna immagini stereoscopiche (qui e qui). I più tecnoentusiasti possono anche creare immagini in proprio con una macchina digitale… i più pigri invece non devono nemmeno costruire gli occhialini, per loro
c’è la stereoscopia oziosa.
–> charles mons
–> swell 3D
L’ozio spinge a pensieri impuri, vero. E l’estate, con il suo caldo anticiclonico ed i cm di stoffa in meno stimola gli ormoni. L’ozio estivo può rivelarsi una delle cose più pericolose e divertenti che possano esistere. Da adolescenti avevamo lunghe e spensierate giornate di vacanza, ora lunghe e sonnacchiose giornate al lavoro.
Ricordo anch’io un incontro con Pietro Ingrao organizzato dall’università della mia città. Nel lontano 1995, per presentare il suo libro “appuntamenti di fine secolo”. Da lui sentii per la prima volta il termine “precariato”.
Nell’autografarmi il libro ed apprendendo che ero iscritta a storia contemporanea mi augurò buona fortuna e mi disse profeticamente:
tu giovane ragazza “studierai” dal vivo ciò di cui abbiamo parlato oggi.
Questo articolo finisce dritto dritto tra i preferiti.
Anche l’ozio vuole la sua parte. E la religione è l’ozio dei popoli.