Il genere teen legalmente diffuso è pura finzione, soprattutto dopo la stretta di controlli data negli Stati Uniti all'industria dell'hardcore. La finzione si esprime attraverso l'estetica; e, per chiudere il sillogismo, il genere teen si basa ormai puramente sull'estetica. Mentre a livello maschile la giovinezza è esteticamente espressa dall'assenza di pelo (quindi è anche difficilmente conseguibile), a livello femminile si ricorre ad escamotage più esteriori. Gli ingredienti per fare una teenager sono: codine laterali da scolaretta, magari con annesso completino da liceale, frangetta (e grazie anche alle varie starlette del vintage viviamo una vera e propria renaissance della frangetta bettie-page-style); aggiungete qualche brufolo vero o finto che sia e, soprattutto, l'opera d'arte della giovinezza: l'apparecchio ortodontico. Senza apparecchio ("braces" per chi vuole cercare su gugol) non si è teenager, un vero must del lolitismo.
Un tempo portare l'apparecchio era una vera e propria stigma sociale, ingenerava difetti temporanei di pronuncia e catalizzava nelle proprie circonvoluzioni metalliche tutte le patatine PAI della scuola. Oggi invece è FASHION, è colorato, e anche gli adulti lo indossano. E' così sdoganato che in Tailandia – la notizia è già piuttosto datata – hanno dovuto vietare la vendita di kit fai da te di finti apparecchi.
L'apparecchio, associato all'età in cui generalmente viene applicato, diventa dunque feticcio – e io ci aggiungo pure il ruolo della saliva che cola nell'iconografia braces, attrattore simbolico di sessualità che per iper-moralismo non trova sfogo (perché se il soggetto ha diciottanni ok ma se li compie tra un mese allora sei pedofilo); vera e propria sineddoche a rappresentare la giovinezza, è il residuo resistenziale delle tecnologie correzionali che nel novecento costringevano i bambini in busti, corsetti, raddrizzagambe etc… in nome di un corpo diritto (dal la radice greca orth-), come la morale, come l'ortodossia (l'"opinione retta").
–> beauty&braces
–> naked wonderland
–> down under darlings
–> xpirin
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Somewhere in the middle. Davvero un bel documentario. Titolo quanto mai azzeccato. Girato dal fotografo Rikki Kasso (quello di tokyo undressed, per capirci), commento sonoro dei finlandesi Mossefrog. Il film è uno sguardo di 90 minuti sulle diverse attitudini sessuali distribuite dalla dea Amaterasu alle creature del Sol Levante.
Non ci è dato giudicare, nemmeno capire. Occorre solo guardare, ascoltare ed essere "in fase". Inutile sforzarsi di spiegare razionalmente a tutti i costi l'asphyxiophilia, o il cosplaying. Solo l'empatia per tentare di afferrare un (non)luogo nel mezzo di noi stessi. Qualcosa che bene o male appartiene a tutt*.
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Dopo aver iniziato la giornata con la realizzazione di un sogno (vedere Meg White degli White Stripes che tromba allegramente – e si spera non sia un fake) ho deciso di segnalare un paio di video carini ma patinati:
– omaha bitch: l'elogio della donna oggetto con riferimenti alla forniphilia
– mstrkrft: finisce tutto in una pioggia di liquido viscoso sebbene, omaggio al film bukkake flash-dance (certo nulla di intrigante come il video di Dana Dearmond segnalatomi da malapecora, l'unica che abbia capito a cosa serve il link "segnalazioni" in alto a destra)
in realtà prodromi del king-video di questo post:
– i LARVA FECAL: vero gruppo fastidio. assolo pelvico imperdibile, delirio hendrixiano a partire dal chakra swadhisthana.
Altre simpaticate dei larva qui.
..ovvero: la dura legge di Mendel.
Dietro il fenomeno red-head si cela forse quella pulsione animalista di salvare razze in via d'estinzione? I capelli rossi, si veda più opportunamente alla voce "rutilismo", rappresentano infatti un carattere recessivo, a differenza delle tette giganti nel sol levante (ma di questo se ne potrà riparlare). Pare che in futuro, concausa i flussi migratori e la mescolanza di genotipi, i rossi saranno debellati, i rossi di capelli quanto meno, agli altri ci pensa la sinistra parlamentare.
Copio e incollo di brutto da molecularlab: "[…] i geni che determinano il biondo e il rosso sono complessi. Uno dei principali geni per il colore dei capelli, per esempio, ha 40
varianti, ma di queste solo sei provocano i capelli rossi. Inoltre si
tratta di un gene recessivo: un bambino, per avere i capelli rossi,
deve ereditare due di questi geni, uno da ogni genitore, e le
possibilità sono piuttosto rare, salvo nelle comunità con degli
antenati comuni, dove sono maggiori le possibilità che la gente abbia
alcuni geni condivisi. Se il bambino avesse un solo gene che determina
i capelli rossi – cosa abbastanza probabile – infatti prevarrebbe
l'altro gene che determina un diverso colore di capelli."
Un vero peccato.
Dopo lunga assenza per motivi legati all'arbitraggio sportivo nipponico e allo studio matto di René Guénon, torno sputando altezzosamente sentenze, come mio costume e affermo che il genere amatoriale non può esistere per definizione.
Nella società dello spettacolo si è sempre registi e nella società del controllo si è sempre attori. Siamo sempre ripresi e pronti a riprendere, la tv ci guarda, internet ci pensa diceva quello là… e alla fine l'unico sesso davvero amatoriale era quello di papà che chiudeva la bocca a mamma per trattenerle le grida in gola. L'unico porno amatoriale della vita è l'Edipo. Se vi abbiamo partecipato è stata una fortuna. L'amatorialità postmoderna si trasforma piuttosto in pseudo-naturalezza, nella presunta naturalezza del fuori onda (ecco il florilegio di errori in tv, candid camera e puttanate varie). C'è in fondo più realismo nel realizzare la suprema fantasia dei bimbi, quel gesto che tutt* noi abbiamo compiuto: unire Barbie e Ken in una sana copula con tanto di bagno spermatico, che non in qualsiasi film che abbia come chiave di ricerca la parola "amateur". L'unica vera naturalezza è vivere ed accettare il falso, il fake, la modifica corporea, il silicone, l'aggiunta, la sovrastruttura; il mondo della technica non può che essere fake, prodotto per una vetrina videosorvegliata. Amanda Lepore è la divinità, la dea della produzione e della creazione di una nuova soggettività estetica e quindi etica.
Anche il mondo hardcore ha il suo aspetto divertente del dietro le quinte e dei vari errori e fa quasi genere a sè: bloopers porn.
Di seguito un po' di link, come ai vecchi tempi.
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"cari amici della notte"… esordiva così una vecchia trasmissione nelle calde notti estive di qualche anno fa. Non ho mai capito perchè il genere horror vada a braccetto con l'estate. Certo il porno va tutto l'anno e quindi vi propino un ottimo horror-porn: PORN OF THE DEAD. E' qualcosa che trascende la cara vecchia necrofilia. Ha lo stesso puzzo, ma sicuramente più dinamicità: è il porno dei non morti, la copula-zombie, in cui bisogna pure stare attenti a non staccare pezzi altrui… o forse è il vero scopo del gioco.
Severed-cinema, sito dedito alle recensioni di film horror-xxx-rated ci propone questo simpatico lungometraggio di Rob Rotten, padrone della punxproductions. Ideale continuazione hard dei film di Rob Zombie. In un certo senso porn of the dead scioglie, a favore del popolo segaiolo, tutta quella tensione erotica presente in film horror di alto livello come Habit di quel genio assoluto di Larry Fessenden.
–> immagini tratte da porn of the dead
–> download torrent porn of the dead
–> trailer di habit
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