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pochi anni, tette dure

3 Maggio 2011

Ricordo il mio primo bagno di sole naturista come una sfida alla pudicizia morale che il cattolicesimo mi ha brandizzato nel dna. Avevo 16 anni credo. Mi passò accanto una coppia di giovani olandesi, globalmente erano davvero molto belli, scendendo nella fisionomia sessuale lui aveva un pisello imbarazzante, lei delle tette grandi e belle. “Bella fatica a fare i nudisti così”, pensai nascondendo il pisellino in una buchetta fatta frettolosamente nella sabbia.
La stessa cosa l’ho pensata vedendo la campagna pubblicitaria sottostante. Facile sentirsi a proprio agio a vent’anni e con delle belle tette sottolineando pure la bellezza della naturalità.
Perché giudicare negativamente e da una prospettiva moralista l’uso del silicone quando il problema è invece altrove e riguarda l’eto-estetica del silicone?
Il corpo è uno spazio di determinazione politica. Va sempre affermato con forza questo concetto. Se leggiamo il corpo come un territorio, la differenza da considerare è tra autodeterminazione e colonizzazione. Argomenti triti e ritriti pure questi, me ne scuso. Il problema non è l’imposizione di modelli estetici sintetici, costruiti con plastica, quanto univoci, seriali. Un “non esiste altro bello al di fuori di me”. Questo è il senso del corpo mercificato. Non tanto e non solo la compravendita in quanto oggetto depersonalizzato quanto MODELLO MIGLIORE SUL MERCATO.
Una prodotto non viene commercializzato come uno tra tanti ma come IL MIGLIOR PRODOTTO SUL MERCATO. Ora, un corpo siliconato non è né il peggiore né il migliore. E’ un corpo che ha fatto delle scelte, di sofferenza anche. Soprattutto non mi interessa che mi sia propinato come modello unico perché lede la mia e l’altrui autodeterminazione. L’uni(vo)cità per di più cambia il significante delle categorie. Pensare belle donne significa per i più pensare barbie eppure esistono belle donne con delle brutte tette.
Ma l’alternativa estetica al silicone non può essere l’ostentazione del bello naturale, cadrebbe nella stessa trappola impositiva. L’alternativa è la possibilità di scegliere liberamente il proprio modello estetico e la libertà di autodeterminare e rappresentare la propria mappa corporale in base a modelli scelti a prescindere dal loro valore di scambio.

Che vadano a ‘fanculo le fichette che mostrano le loro zinne dure bullandosi che sono naturali… dalla parte del mostro!

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  1. anarcofem
    5 Maggio 2011 a 17:23 | #1

    E’ la prima volta che “ti commento” e l’educazione non è il mio forte. Tanta tanta stima, mi piace questo post, immensamente.

  2. fastidio
    5 Maggio 2011 a 17:36 | #2

    te la sei cavata bene allora… grazie!

  3. slavina
    6 Maggio 2011 a 9:38 | #3

    sei il nostro sexsymbol immateriale, caro.
    sallo.

  4. tro
    6 Maggio 2011 a 15:06 | #4

    non se ne può più di queste tette seriali a mo’ di palloni.

  5. tibi
    6 Maggio 2011 a 22:03 | #5

    Ok però c’è un problema…tutte le ragazze del video sono giovani, e noi stessi finché lo siamo, trattiamo il copro e la sua bellezza senza considerare il fattore tempo. Ovvio che parlo per conoscenza profonda del problema ( :P) però sarebbe bello che oltre a superare il concetto di naturale e artificiale, bello e brutto, imparassimo a travalicare anche le categorie gerarchiche (nel caso del copro, in senso contrario) del vecchio e del giovane…(a me comunque le tette non mi cascano, no no no)

  6. 18 Maggio 2011 a 15:27 | #6

    Ciao, tu conosci me ora anche io conosco il tuo blog! Bello e grazie di avermi recentemente linkato pornoguerrilla e http://www.rosariogallardo.com !
    Il tema tette mi è caro. Io ne ho di belle cadenti e per quanto incredibile hanno un successo superiore a quando erano sode e tonde.
    La prima foto che io e Nicola mettemmo nel web risale al 1999, avevo 20 anni e un piccolo bambino, stavo smettendo di allattare e il mio seno da enorme e completamente sodo non stava ritornando alla normalità, no, stava collassando. La trasformazione improvvisa del corpo già di per se mi stava scioccando inoltre le mie tette mosce le trovavo orrende, imbarazzanti, mostruose. Rappresentavano qualcosa di più di un semplice inestetismo.
    Così Nicola mise una mia foto a un “concorso di bellezza” di quelli che all’epoca andavano tanto, casereccio e pieno di tette umane. E’ una cosa stupida? Se ci penso ancora mi imbarazza… fatto sta che ci presi gusto… e parecchio:) Ora le sventolo ovunque, in faccia tutti… quanto mi piace !

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