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V for Vagina

24 Gennaio 2011

Il fascismo è stato qualcosa di più, è stato l’autobiografia della nazione. Una nazione che crede alla collaborazione delle classi; che rinuncia per pigrizia alla lotta politica, è una nazione che vale poco.

Pietro Gobetti, Elogio della ghigliottina, 1922

Marco Tonus V for VaginaVagine

Ci sono una serie di cose che non mi hanno mai permesso di vedere chiaro in questo puttanaio. Com’era? Il saggio indica la luna e lo stolto guarda il dito. Stessa cosa. I media rappresentano lo spettacolino hardcore del potere e noi guardiamo le fiche che si dimenano. Guardiamo i grovigli dei corpi ma non  guardiamo tra i corpi. Giovani con anziani, belle con brutti, nani con ballerine, poveracce con ricchi sfondati. Si indaga l’aspetto ludico-voyeuristico o quello penale per far cadere un re nano già nudo. Tra l’altro la modalità di attacco giustizialista si configura come un patetico tentativo di dimostrare demagogicamente che il legislatore non è al di sopra della legge, il contrario viene invece costantemente ribadito dal potere autoritario che ci governa e il re si conferma al di sopra del diritto.

Eppure c’è qualcos’altro. Ci sono i motivi di una nuova egemonia culturale. I più attenti analisti del lessico politico, penso a Carofiglio, hanno vivisezionato e palesato la virata che il berlusconismo ha dato al significato di parole come POPOLO, LIBERTA’, DEMOCRAZIA. Appropriarsi di un lessico e mutarne significato equivale a cambiare la realtà delle cose. Significa che cambia il Reale della politica e la Simbologia che afferisce a questo Reale, quindi cambiano e si manipolano le coscienze delle persone.

Il Simbolo della bella fica che vende il prodotto commerciale si afferma come standard videoestetico in Mediolanum negli anni ’80 e continua oggi, con un ribaltamento: l’acquisto delle stesse fiche da parte di chi ha assorbito il modello Simbolico Mediolanum. Passano da vettore di prodotto a prodotto finale, consumato. Uso “fiche” non solo nella accezione stradale-giovanilistica di bella ragazza, ma nel senso di vagine, dell’oggetto vagina, oggetto di compravendita, merce. Sembra, dovendo traslarlo nella cinematografia, un b-movie horror in cui delle moderne bellissime e perfettissime frankenstein finiscono per prendere coscienza di sè diventando imprenditrici e rivoltarsi contro il proprio creatore-imprenditore.

Alla fine chi sfrutta chi, viene da chiedersi al telespettatore votante? Perché se è vero che Ruby si è fatta dare delle migliaia di euro per farsi contemplare, il povero coglione è Berlusconi. Sembra così. Sembra. In realtà  questo gioco delle tre carte è espressione della medesima macchinazione, il Master of puppets, il puparo, crea un sistema, ovvero una realtà organizzata, in cui si produce e consuma fica. Gli umori della fica sono serviti in calici con cui politici brindano al proprio potere. Totale. Perché il potere è totale se è anche un potere sui corpi, e non corpi che cedono alla fascinazione ma corpi che vengono acquistati e fatti oggetto di fine compravendita. Praticamente la stessa differenza che c’è tra migrazione “volontaria” e tratta degli schiavi.

La nostra fortuna però è che si tratta di un Potere sfacciato, che fa mostra di sé e lo si può palpare, mostruoso, nel senso di deformità e di mostrarsi. Se così non fosse cadremmo prede del complottismo, dell’oscurantismo da poteri occulti stile pentapartito. Invece Berlusconi è come appare. E’ lì, tutt* lo possono vedere per come è. E’ qui che la questione si fa interessante. Ho sempre insistito sul fatto che estetica ed etica coincidono e un uomo che non ha vergogna a mostrarsi con i capelli come Big Jim è un uomo che si compiace di fottersi fiche giovani e belle in nome del suo fascino di ultrasettantenne scartavetrato, un uomo che ha quindi scambiato apparenza e realtà rendendoli sinonimi. E non deve importare a nessuno che alla sua età debba dimostrarsi molto generoso per chiavare una ventenne, né che si punturi il pisello con la papaverina per farlo stare duro mezzora, importa che lo possa fare, che sia un modello libidico di toro da monta, un padre della patria che spende la sua giornata a migliorare le condizioni di vita del proprio popolo e che di notte ha il diritto di rilassarsi gioiosamente. Berlusconi è una finestra aperta sul berlusconismo. Egli si compiace e nella sua compiacenza si specchia il popolo bue.

alzare la testa?

La reazione al risveglio bacchico di un Potere così sfacciato è duplice: da una parte il richiamo sguaiato alla moralità da parte di chi pensa che la propria morale sia migliore di quella di chi li governa e dall’altra, ultima arrivata in questi giorni (da Stéphan Hessel alla Rossanda – il Manifesto, 22 gennaio 2011), l’indignazione.

Francamente non mi pare che l’indignazione porti proprio a nulla. E poi indignazione per cosa? Questo è il ballo del potere totale, si è sempre espresso così, attraverso l’oscenità. Mao aveva uno stuolo di giovinette al suo servizio, il Duce trombava in tutta fretta solo coi pantaloni calati le donne che andavano a fargli visita a Palazzo Venezia. Tutto era rigorosamente gratis però. Non è proprio una cosa da poco, a ben riflettere. L’indignazione ha fatto raccogliere a Concita de Gregorio le firme delle donne contro Berlusconi. Fulvio Abbate ha giustamente ribattuto che questa raccolta è stata l’ennesima occasione persa dalla sinistra di mettere la fantasia al servizio della situazione, l’Unità avrebbe dovuto titolare: “Noi la diamo gratis”.
Non è una provocazione del tutto stupida. Il mediatore di tutto è il denaro, il denaro è la vera puttana, scomodando Shakespeare. Denaro che non è più in rapporto con la fatica e il suo equivalente, la merce. Denaro che non è più visto come sfruttamento, lo sfruttamento delle prostitute di strada (pochi euro, tante botte e malattie) ma è visto come astuzia, la furbizia dei padroni, degli ad, delle escort: mostrano le tette, ballano con un palo tra le cosce e quadagnano una mensilità e più a sera. Le puttane sono stupide sfruttate, le escort sono astute professioniste. Se un politico va a puttane è cosa riprovevole, proprio perché già sfruttate da altri, se invece acquistano servizi professionali di una scaltra escort che ha deciso da sé di come disporre del proprio corpo allora si solleva il popolino dal condannare moralmente e lo si solleva dal senso di colpa di vedersi rappresentato da un puttaniere. L’indignazione dove sta, in questo puzzle? Contro che cosa si pone? Contro un sistema di valori diverso e quindi peggiore del proprio? Contro dei diritti calpestati? Va contro i soprusi? Come agisce l’indignazione, che effetti comporta? Nelle dittature non mi risulta esserci stata (solo) indignazione, c’è la popolazione vessata, oppressa da plurime forme di autoritarismo. L’indignazione farà alzare forse la testa, come dicono, ma l’oppressione ha il pregio di far muovere il culo, probabilmente.  Oggi siamo oppressi dal sistema di precariato e degrado socio-culturale o siamo solo indignati?

V for Verità

Eppure quello che ha fatto capolino di sottecchi in questi giorni è un vocabolo che non si sentiva da anni: VERITA’. Stupendo. Forse a differenza di tutti gli altri termini cui si può cambiare significato, quello di Verità è il più assoluto, il più difficile da manipolare. Rimane immutato nel tempo. Alla parola Verità scattano visioni mistiche con luce sparata da dietro e cristi crocifissi. Ecco perché inizialmente ha colpito così tanto l’uso di una simile parola tra le labbra di Berlusconi e della pasdaran Santanché. E sono convinto che l’abbiano pronunciata con la V maiuscola. Verità è il supporto di tutte le grandi narrazioni storiche occidentali. Non esiste rivoluzione che non sia stata fatta in nome di una Verità. Il giacobinismo aveva la sua Verità e così il cristianesimo, il fascismo, il socialismo, il sionismo, l’islamismo oltranzista. La Verità è un agente di cambiamento. Attorno alla Verità si costruisce un nuovo sistema di valori, che vengono applicati e difesi attraverso nuove pratiche politiche.
Chi ha usato questo termine in questi giorni l’ha fatto credendoci sul serio. Il Berlusconismo è davvero una nuova Verità che sta permeando le coscienze dei telespettatori; ha un nuovo sistema di valori e una nuova prassi. Non servirà cambiare canale e non servirà nemmanco l’indignazione  se non si ha una Verità da contrapporre, una diversa egemonia culturale, una diversa semantica, diversi modelli estetico-etici.

immagine cortesemente rubata a Tonus

  1. daniele
    24 Gennaio 2011 a 10:33 | #1

    l’immagine non si vede purtroppo, dato che sono sempre ben scelte. il testo invece è chiaro e tristemente condivisibile, e fa parte di quell’ampia gamma di dibattiti che ormai rischiano di sprofondare nel calderone del “si certo però ormai..” apatica condizione di avversità (sistematica?) al dialogo che ormai sta annebbiando la vista anche alle menti più affilate e vogliose di critica.
    a questo punto mi viene quasi da trovar condivisibile ciò che mi disse un vecchio letterato tutt’altro che cattolico una volta “l’unica soluzione è il sopravvento di un nuovo messia, che riporti ‘la parola’ al centro”. Il verbo! mamma quanto siamo lontani.

  2. Emulsio
    25 Gennaio 2011 a 1:52 | #2

    Analisi lucida e spietata, ottimo post.

  3. Klem
    25 Gennaio 2011 a 9:02 | #3

    Voto 10 per questo tuo nuovo post Fastidio!
    Aspettavo di leggere una tua analisi della realtà attuale, soprattutto alla luce degli ultimi avvenimenti.
    Mi dai sempre degli ottimi spunti di riflessione.

  4. 25 Gennaio 2011 a 13:15 | #4

    tra i corpi si gioca la lotta di classe, la fica è vettore di politica.
    sta sui coglioni a molti ma pure vendola ha fatto la sartina smonta e rimonta delle parole. libertà, libertà per il maschio, bianco, e produttivo. tutti gli altri, cazzi (mosci) loro.
    L come legalità?

  5. 25 Gennaio 2011 a 15:59 | #5

    Aspettavo da tempo una tua analisi su questo Sexgate all’italiana….e credimi ne è valsa la pena…!!!

  6. Giulietta
    2 Febbraio 2011 a 11:30 | #6

    gulp. wow. credo che dopo aver letto questo pezzo, continuerò a seguire questo blog.

  7. Simone
    5 Febbraio 2011 a 2:50 | #7

    Un post molto interessante che lancia molti spunti, complimenti

  8. tro
    5 Febbraio 2011 a 16:07 | #8

    Vale sempre la pena leggerti

  9. fastidio
    6 Febbraio 2011 a 21:07 | #9

    ovviamente ringrazio tutt* per i commenti.

    segnalo un buon articolo di Ida Dominijanni, uscito su Alias del 5 febbraio 2011, dal titolo Il fantasma dell’impotenza. Forse troppo ottimista sull’imminente fine del regime, senz’altro una analisi degna di nota.

  10. fastidio
    7 Febbraio 2011 a 11:44 | #10

    e aggiungo pure un visionario Giorgio Bocca d’annata. da Frigidaire, 1985!

  11. 11 Febbraio 2011 a 22:40 | #11

    Articolo lucido e incantevole. Per questo sono contento di averti nel mio blogroll. Ti volevo invitare a leggere il mio ultimo articolo sull’indifferenza. http://vongolemerluzzi.wordpress.com/2011/02/11/indifferenza/
    Spero di avere delle tue! 🙂

  12. 14 Febbraio 2011 a 17:48 | #12

    Una vagina che, aggiungerei, può vendicarsi anche sull’atroce San V. (Valentino?)

    Spero avrai modo di ricambiare la visita sul nostro blog (se v…uoi!)

    http://vongolemerluzzi.wordpress.com/2011/02/14/post-di-una-squillo-per-bene/

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