io mi scopo da solo
Era il 1886 e Richard von Krafft-Ebing dedicava una piccola parte della sua grande opera tassonomica, la Psychopatia Sexualis (di recente ristampa per Neri Pozza), all'autosessualismo, parafilia consistente nell'eccitazione sessuale a partire dalla propria immagine; seguendo esattamente la dinamica meccanica del corto-circuito narcisistico.
Molto più interessante, pur rimanendo nel campo dell'autosessualismo, risulta essere l'autoginefilia, disforia sessuale di recente definizione e ancora molto dibattuta. Catalogata nel 1989 dal sessuologo canadese Ray Blanchard, l'autoginefilia consiste nell'eccitazione sessuale attraverso la percezione di sè come donna, o anche solo all'idea di essere idealmente di sesso femminile… una sorta di "invidia della vagina" autoeccitatoria. Lo psicologismo più becero e positivista lo pone sotto l'etichetta di transessualismo non-omosessuale. La definizione è ovviamente molto dibattuta. Il principale oppositore del modello su cui si basa la definizione di autoginefilia, J. Michael Bailey, psicologo studioso di orientamenti sessuali, critica infatti la veridicità delle testimonianze raccolte nel lavoro di Blanchard opponendo nel suo The Man Who Would be Queen una definizione di transessualismo che scatenò, a sua volta, una tempesta nella comunità trans. Comunque vada, percercepirsi diversamente è un ottimo esercizio creativo.
–> autoginefilia nel Silenzio degli Innocenti
–> eccezionale parodia in Clerks 2
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