censura estetica
I serial che ultimamente vanno per la maggiore (chi ha il satellite se ne sarà accorto) sono sicuramente quelli di ambientazione medica. Tralasciando le fortunate serie non mediche C.S.I. e Lost si possono citare il recente Dr. House, Grey’s Anatomy, il sempre eccellente Scrubs, Nip/tuck, Bodies (grande serie britannica che titilla i gusti dei più raffinati voyeuristi della ginecologia estrema), Medical Investigation… e altri nipotini di E.R.. Con la vita d’ospedale il plot è facile a scriversi: le malattie sono migliaia, siamo tutti un po’ ipocondriaci, è più facile solleticare i sentimenti piagnucolosi e ne consegue l’immediatatezza del meccanismo mimetico o catartico. E’ tutto più semplice, va solo condito con i personaggi giusti. In una società sempre più medicalizzata, la presa sul pubblico è assicurata. Pillole di tutti i colori ci assicurano la felicità e il bisturi arriva là dove la chimica arretra.
Il reality medico (in qualche modo inaugurato da trasmissioni come Il brutto anatroccolo e il successivo Bisturi, nessuno è perfetto) oltrepassa l’irrealtà percepita nei serial non essendo nient’altro che uno snuff movie legalizzato, con l’inevitabile vantaggio di non generare alcun senso di colpa. Il reality siamo noi, lo spettacolo è il nostro vicino che si fa riprendere. In esso la chirurgia estetica filtra come una passeggiata verso il benessere del corpo mutato e mutilato. Siamo tutti potenziali farfalle e il bisturi del chirurgo di Beverly Hills, il dott Rey di Dr. 90210, anche lui bellissimo e perfetto come un dio greco, incide il bozzolo della crisalide e il lepidottero dispiega le ali e sorride, finalmente felice, allo specchio, ritrovando quell’immagine ideale che si era costruito di sè sfogliando le pagine di una rivista di moda. Quasi mai una sottolineatura sul dolore che si deve sopportare per arrivare a questa rinascita, mai un “non lo rifarei per nulla al mondo”. In Extreme Makeover ci si rifà tutto assieme: naso, tette, liposuzione e denti bianchi; tutto nel carrello della spesa estetica, acquistabile anche online. Il dolore è la strada per la felicità (e ricorda molto la sofferenza redentrice del più becero cristianesimo, e si pensi al capolavoro del cinema gore: la passione di Cristo). Ma questo è ancora secondario visto che al teatro telegiornalistico del dolore, sempre altrui, siamo abituati fin dalla tenera età.
La cosa davvero ipocrita è la censura insensata di fronte a questi corpi che scelgono di farsi massacrare per il pubblico ludibrio catodico. Loro firmano per farsi riprendere, trasformando una scelta estetica individuale assolutamente da rispettare in uno spettacolo per molti annoiati dello zapping, noi pigiamo il canale per vedere come viene succhiato dall’aspiratore tutto il grasso che li ricopre. Ma, attenzione, di fronte ad un addome rivoltato e ad un chirurgo che ne svuota la massa lipidica con la foga libidica di un invasato che si getti di peso a pugnalare il cadavere dell’avversario, i capezzoli e i genitali vengono censurati (vedere il video per credere. Sì, “beutiful, beautiful, beautiful fat. This is gold.” dice il Dott. Matlock entusiasta dell’aspirazione che permetterà alla ragazza brasiliana di avere un culo finalmente degno della sua nazionalità). Il nuovo seno viene ipotizzato con la grafica 3d poi vengono segnati i percorsi d’incisione e sutura e successivamente viene inciso, rivoltato, farcito e richiuso ma su l’areola mammaria si stende un velo di pietosi pixel, a sfumare il carattere sessuale che in nessun modo va rappresentato in tv.
Questo è esattamente quello che va inteso per pornografia: mostrare le interiora, ma non il capezzolo o il pelo pubico perché sarebbe una violazione della privacy della persona, una focalizzazione sessuale perversa che è bene lasciare all’immaginazione bavosa del salotto di ogni casa perbene.
Nella prossima puntata medica: la diffusione della chirurgia estetica sessuale
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